La proprietà veneta di Borgo Conventi punta sugli Usa per vendere il Collio

La famiglia Moretti Polegato sempre più presente in Friuli. Previsti nuovi acquisti di vigneti nelle Grave di Spilimbergo

Sono bastati tre mesi a Giancarlo Moretti Polegato (fratello di “mister Geox”) per avviare il rilancio di Borgo Conventi, una delle aziende vinicole più rinomate con una trentina di ettari tra le Doc Collio e Isonzo. L’acquisizione, da parte dell’imprenditore trevigiano, è datata aprile e da allora i lavori, nella tenuta di Farra, accanto all’osservatorio astronomico, fervono a ritmi incalzanti.

Tre ettari di nuovi vigneti (varietà Sauvignon), progetti per tornare a un potenziale di 300 mila bottiglie l’anno con tutti i vini più nobili del Friuli (dal Refosco alla Ribolla gialla, dal Friulano allo Chardonnay), l’apertura di un importante canale di vendita negli Stati Uniti grazie alla distribuzione affidata alla casa madre Villa Sandi e un accurato restyling della zona hospitality. «Il nostro obiettivo è “vendere” il Collio all’estero, partendo proprio dagli Usa - racconta Moretti Polegato -. Villa Sandi è presente in 104 Paesi del mondo, le opportunità non mancheranno e il prodotto è certamente di alta qualità.

Il Collio è un territorio dalle grandi potenzialità, ma non è ancora conosciuto come dovrebbe e meriterebbe. Ben venga l’idea della candidatura a patrimonio dell’Unesco, credo che possa portare ottimi benefici, come accadrà a Valdobbiadene per il Prosecco». Borgo Conventi è stata fondata nel 1975 da Gianni Vescovo, uno degli imprenditori della zona che ha saputo per primo valorizzare il territorio e far conoscere quei vini al di fuori della regione. Nel 2001 l’azienda era stata rilevata dalla famiglia Folonari, ora il terzo passaggio di mano con l’arrivo di Giancarlo Moretti Polegato. I vini bianchi sono l’85% della produzione, rappresentativi dell’identità geografica. A partire dalla vendemmia di quest’anno Borgo Conventi riceverà la certificazione Biodiversity Friend.

Ma se la tenuta di Farra è l’ultimo gioiello che è entrato a far parte di Villa Sandi, gli interessi friulani dell’imprenditore trevigiano sono già radicati, da quattro anni, a Spilimbergo, nel territorio delle Grave del Friuli, 50 ettari situati in una vasta area pianeggiante di origine alluvionale tra Udine e Pordenone costituita per la maggior parte da sassi e ghiaia. Il terreno pietroso ha un duplice effetto positivo per la vite in quanto durante il giorno riflette il calore e la luce necessari alla maturazione delle uve e durante la notte restituisce il calore garantendo un’escursione termica più ridotta.

Ciò permette di ritardare la vendemmia ottenendo uve più zuccherine e con maggiori note aromatiche. Anche il microclima risulta particolarmente favorevole alla coltivazione della vite grazie all’arco alpino che circonda l’alta pianura friulana riparandola dalle fredde correnti del nord e grazie all’effetto benefico della vicina costa adriatica. È un territorio vocato alla coltivazione di uve bianche per vini particolarmente freschi, dalle note minerali e i profumi netti. Tra le uve coltivate nella tenuta del Pordenonese predominano Glera (Prosecco), Pinot grigio e Ribolla gialla.

«Contiamo di aggiungere ancora qualche ettaro di vigneti nella zona - spiega il titolare -, rafforzando la nostra presenza. Siamo contenti delle nostre produzioni a Spilimbergo, Prosecco, Ribolla e Pinot grigio sono vini che vanno per la maggiore. E a mio avviso la Ribolla può avere un mercato differente rispetto al Prosecco, sono due spumanti che hanno un’identità diversa tra loro. Credo che ci voglia più sinergia tra Veneto e Friuli, ognuno mettendo in campo le proprie qualità migliori. Solo così potremo fare sistema». —


 

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