La riforma delle Bcc deve andare avanti
UDINE - «Le BCC, le Casse Rurali e le Raiffeisenkassen affondano le proprie radici nella storia economica e sociale italiana distinguendosi per la propria natura mutualistica.
E’ un movimento che conta oggi 1 milione e trecentomila soci, con oltre 270 Banche locali radicate nei territori dei quali sono espressione, con quote di mercato rilevanti nel finanziamento dell’economia reale, delle famiglie e delle imprese.
Sono banche autonome ma legate da tempo da un sistema associativo e di servizi sussidiari, da sistemi bancari ed industriali e dai fondi di garanzia che operano in una logica solidaristica. Supporto indispensabile per le economie locali, hanno basato il proprio inimitabile modello di impresa sui valori fondanti della mutualità, della centralità delle persone e delle proprie comunità.
I valori restano nel tempo. I modelli organizzativi e le persone passano, cambiano e si evolvono.
La salvaguardia ed il rafforzamento di un modello di “fare banca”, che caratterizza il credito cooperativo, realmente vicino alla gente, alle famiglie ed alle imprese, è condizionata dalla capacità di raccogliere e vincere le sfide di un mercato sempre più complesso e competitivo».
Si apre così la luinga lettera in cui i tre gruppi bancari del credito cooperativo spiegano la propria posizione rispetto alle ipotesi di moratoria della riforma che sarebbe nelle intenzioni del governo.
«La Riforma del Credito Cooperativo, avviata dalle Autorità all’inizio del 2015, è divenuta legge nella primavera 2016. L’interlocuzione e il coinvolgimento del credito cooperativo sono stati talmente intensi che si è arrivati a definirla “Autoriforma”. Questa infatti recepisce pressoché integralmente le richieste della Categoria ed è stata oggetto di generale approvazione in occasione del XV Congresso Nazionale del Credito Cooperativo tenutosi nell’estate 2016. La Riforma del 2016 conferma tutti i connotati delle BCC, Casse Rurali, Raiffeisenkassen: intermediari caratterizzati da finalità mutualistica, localismo, democraticità di funzionamento, esclusione di speculazione privata. Sono i cardini della cooperazione costituzionalmente riconosciuta».
«La nascita dei tre Gruppi Bancari Cooperativi - Iccrea Banca, Cassa Centrale Banca, Cassa Centrale Raiffeisen - segna l’inizio di una nuova fase della storia che il Credito Cooperativo italiano vuole inaugurare.
Una visione e una progettualità innovative che stanno nascendo dopo anni di percorso faticoso ed impegnativo, di investimenti ingenti, di un lavoro riorganizzativo a tutto campo in continuo contatto e confronto con la Vigilanza italiana ed europea».
«Tutte le componenti del Movimento hanno dato il loro fondamentale contributo: le Banche locali, le Federazioni e Federcasse, Confcooperative e le Società di sistema. I soci di tutte le Banche di Credito Cooperativo hanno deliberato l’adesione ai gruppi in occasione delle assemblee che si sono tenute tra aprile e maggio 2017. I tre Gruppi bancari hanno già presentato istanza formale alla Vigilanza e sono oggi pronti a partire».
«Nasce così il modello del Gruppo Bancario Cooperativo, un modello tutto nuovo nel panorama nazionale. Un Gruppo Bancario in cui è forte la tensione finalizzata ad ottimizzare il rapporto fra Capogruppo e le banche affiliate che, da una parte ne rimarranno le proprietarie e, dall’altra, accetteranno di sottoscrivere un contratto che definisce le regole che una buona banca, in una logica di sana e prudente gestione, dovrà rispettare.
Ciascuna delle tre Capogruppo avrà un ruolo di coordinamento e d’indirizzo, ma avrà doveri forti e responsabilità precise».
«Le riforme hanno bisogno di tante condizioni per avanzare e consolidarsi. Anche quella del Credito Cooperativo necessita, in tutte le sedi e da tutti gli interlocutori, di attenzione costruttiva, di sensibilità ed aiuto per poter partire e realizzarsi. In questa fase di delicata definizione degli strumenti normativi interni e degli assetti organizzativi è necessario che le Istituzioni e la Vigilanza, italiana ed europea, favoriscano con sensibilità l’attuazione di quanto previsto dalla legge di riforma e dalle norme secondarie.
In particolare agevolando, con buon senso:
- la specificità territoriale e mutualistica delle BCC, ancorata all’economia reale;
- il principio di proporzionalità correlata alla rischiosità (risk based) delle singole BCC;
- la possibilità per le basi sociali delle Banche Locali “virtuose” di esprimere gli amministratori;
- un modello di vigilanza sui Gruppi Bancari Cooperativi e sulle BCC, individualmente considerate, proporzionato e coerente con le peculiarità del credito cooperativo senza appesantirle di ulteriori oneri regolamentari ed amministrativi».
«Confcooperative, Federcasse, Iccrea Banca, Cassa Centrale Banca, Cassa Centrale Raiffeisen nell’interesse delle BCC, Casse Rurali, Raiffeisenkassen chiedono che il Governo e il Parlamento confermino la linea salvaguardata e valorizzata dalla Riforma che tutela l’identità mutualistica, il ruolo e la capacità competitiva delle BCC, Casse Rurali e Raiffeisenkassen affinché queste possano continuare ad essere anche per il futuro protagoniste nel concorrere alla costruzione del “bene comune”. Siamo pronti ed auspichiamo un confronto costruttivo con il Governo e il Parlamento italiano finalizzato a condividere tutti questi obiettivi».
«Allo stesso tempo ci auguriamo che il Governo italiano possa contribuire – nei confronti del Parlamento Europeo e della Commissione UE - a riequilibrare una produzione normativa e regolamentare in favore di una legislazione realmente proporzionale e adeguata rispetto a banche che hanno dimensioni, complessità e finalità imprenditoriali differenti. In particolare, sarà rilevante rivedere in un’ottica di coerenza le misure relative alle BCC contenute nella bozza di decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze sui requisiti degli esponenti e quanto contenuto nel decreto legislativo di recepimento della Mifid II in materia di trattamento delle azioni emesse dalle Banche di Credito Cooperativo».
«È interesse di tutti, ed in particolare delle banche affiliate, dei soci, delle imprese e delle comunità territoriali, che la Riforma parta nei tempi attualmente previsti dalla normativa, con l’avvio dei Gruppi Bancari Cooperativi programmato al più tardi per il 1° gennaio 2019».
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