La rivincita di Venezia sul traffico di container in porto

Movimentati in laguna 555mila teu contro i 501mila del Molo Settimo. Capodistria irraggiungibile a quota 790mila. Ravenna in crescita
Container in Molo Settimo
Container in Molo Settimo

TRIESTE Venezia controsorpassa Trieste sui container. Vero è, come ripete in continuazione il commissario dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino, che non è estrapolando questo comparto dal dato generale che si ha una radiografia obiettiva dello sviluppo complessivo dei traffici che comunque certificano di uno scalo triestino in salute, ma se l’analisi si sofferma su questo settore, il dato brucia. Anche perché accade proprio nell’anno in cui viene ufficializzato l’ingresso del colosso Msc attraverso la finanziaria Marinvest nella società terminalista Tmt con l’acquisto del 45% delle quote e poco dopo la firma della concessione alla stessa Tmt di Pierluigi Maneschi per sessant’anni a fronte di un investimento di 188 milioni di euro per il prolungamento della banchina.

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La redazione
Uno scorcio del porto

La cifra complessiva di tutto lo scalo mette a referto per il 2015, 501.276 teu con un calo dello 0,94%. Di questi, 443.882 sono stati movimentati al terminal container che registra una diminuzione del 6,8%. È al contrario di crescita l’andamento di Venezia che ha chiuso l’anno passato con 555mila teu e un’impennata del 19%. Una situazione rovesciata rispetto a soli dodici mesi fa quando Trieste con 506.007 teu e il 10,3% in più rispetto al 2013 aveva sopravanzato nettamente il capoluogo lagunare rimasto a quota 456.068 nonostante un aumento a propria volta del 2,1% confermando un recente ribaltamento di volumi. In quel momento poco o nulla lasciava presagire il controsorpasso che pure è maturato soprattutto nei primi sei mesi dell’anno.

Fabrizio Zerbini, presidente di Tmt è stato da subito chiaro sulle ragioni della flessione triestina: «Una delle tre aggregazioni di compagnie che si sono formate nel 2014 e cioé la Ocean three composta da Cma-Cgm, Uasc e China shipping, utilizza portacontainer di meno di 300 metri che è il massimo consentito a Venezia e ha recentemente inserito anche il porto lagunare nelle sue rotazioni, il che prima non accadeva: di conseguenza i volumi a Venezia sono subito cresciuti. Quanto a Capodistria è ormai risaputo anche da tutte le componenti politiche che nonostante la Slovenia faccia parte dell'Unione europea, non ci troviamo a operare in situazioni paritarie».

Container, Capodistria leader nel Nord Adriatico
La redazione

Con Capodistria infatti, almeno per il momento, non sembra nemmeno esserci competizione: ha chiuso il 2015 con 790mila teu e un ulteriore balzo in avanti del 17%. Il quadro appare per noi ancora un po’ più fosco se si considera che anche Ravenna, pure notevolmente attardata, risulta in crescita: più 11% per arrivare a 246mila teu. «Venezia e Ravenna - ha commentato il presidente dell’Authority veneziana Paolo Costa secondo quanto riporta il sito specializzato The MediTelegraph - stanno recuperando i loro bacini storici, cioé l’Italia Nord-orientale e la Germania, sottraendo quote alla Spezia e pure ai porti del Nord Europa». Vero è che l’Alto Adriatico dal 2008 a oggi è cresciuto da 1,9 a 2,5 milioni di teu, ma al suo interno è battaglia e in ogni scalo è stato salutato come un successo il fatto che il decreto del ministro Del Rio che riforma i porti dato in approvazione per la tarda serata di ieri permette sia a Trieste che a Venezia di conservare la propria autonomia evitando di accorparle.

Quanto a D’Agostino, fornendo i dati consuntivi del 2015 in modo solo fino a un certo punto provocatorio, ha tradotto in teu equivalenti tutte le unità di carico movimentate sui traghetti e sommandole ai container, si arriva a 1.178.783 teu lavorati nel 2015 (+0,44%). Ciò considerato che Trieste ha un traffico di ro-ro particolarmente fiorente con la Turchia, oltre ad altri collegamenti sia con la Grecia che con l’Albania. Un traffico quello dei traghetti turchi che Venezia ha più di una volta tentato invano di scippare al capoluogo del Friuli Venezia Giulia. La battaglia dunque continua estesa a tutti i settori. La città lagunare segna cali solo nel settore passeggeri con un crollo del 10% dei crocieristi scesi a 1,5 milioni. Se Trieste nel settore delle navi bianche non ha ancora saputo approfittarne, grazie al petrolio non c’è confronto nel numero complessivo di tonnellate di merci movimentate: 25 milioni a Venezia e 57 milioni a Trieste.

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