La scure del Covid sui distretti Fvg: il caffè triestino tiene le posizioni

Il report Intesa SanPaolo: nel primo trimestre l’export giù del 5,1%. Legno e mobile in caduta, bene l’agroalimentare
Una tazzina di caffè
Una tazzina di caffè

TRIESTE La scure del Covid sui distretti industriali del Nordest. I dati sull’andamento degli scambi dell’economia del Triveneto nel primo trimestre del 2020, sui quali si abbatte un mese di lockdown delle attività produttive, presentano i primi effetti creati dalla pandemia. Nei settori più esposti nelle catene del valore globali si sono ridotte le importazioni, evidenziando criticità negli approvvigionamenti lungo le filiere; in un contesto di quasi generalizzata riduzione delle esportazioni, si sono mostrate resilienti le esportazioni dei settori agroalimentare e farmaceutica. Nei distretti industriali triveneti monitorati da Intesa Sanpaolo sia le esportazioni (7,8 miliardi di euro) sia le importazioni (3 miliardi di euro) hanno segnato una riduzione brusca riduzione a causa della frenata del sistema moda, della metalmeccanica e del sistema casa che hanno dovuto interompere l’attività a causa del lockdown.

Complessivamente le esportazioni distrettuali sono calate del 5,1%, le importazioni del 10,8%. «Sono fiducioso nella capacità e nella resilienza dei nostri imprenditori, il nostro ruolo è quello di essere al loro fianco impiegando ogni risorsa per sostenerli ad affrontare questo momento difficile. Abbiamo voluto garantire sin da subito la liquidità necessaria al nostro territorio con iniziative per famiglie imprese, dalla moratoria al credito immediato per garantire continuità produttiva e occupazione, ai finanziamenti previsti dal DL Liquidità fino alle operazioni con la garanzia del Fondo Centrale o di Sace. – ha sottolineato Renzo Simonato, direttore regionale Veneto Friuli Venezia Giulia Trentino Alto Adige. Nei primi 6 mesi dell’anno abbiamo erogato al Triveneto finanziamenti a medio e lungo termini pari a 4,8 miliardi di euro in crescita del 56% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”.

La chiusura delle frontiere e l’effetto lockdown hanno di fatto paralizzato il mercato Usa (-5%) e soprattutto la Francia (-9%) mentre la Germania ha segnato un leggero incremento (+2%). Confermano nel primo trimestre 2020 il buon posizionamento sui mercati esteri, i distretti dell’agroalimentare con il balzo del Caffè di Trieste (+13,1%) grazie alle vendite in Francia e i vini distillati del Friuli (+10,7%) grazie alla spinta della Germania. Il Prosciutto di San Daniele riduce invece ulteriormente il valore delle esportazioni del 20,7% nel primo trimestre 2020, sempre più orientato al mercato interno che ha incrementato di un quarto i consumi di affettati nel mese di marzo, favoriti dalla nuova modalità di offerta in vaschetta che ne amplia le possibilità di distribuzione.

I distretti del Sistema casa, che rappresentano più dell’80% delle esportazioni monitorate per il Friuli-Venezia Giulia, hanno subito una drastica battuta d’arresto: in particolare il legno e arredo di Pordenone ha bruciato 24 milioni di fatturato (-11,4%) e le sedie e tavoli di Manzano hanno perso 15 milioni (-9,7%) nei mercati del Regno Unito e della Germania. In caduta anche gli elettrodomestici di Pordenone (-7,6 milioni di euro, -8,8%) in Francia e Regno Unito. Secondo il report nella fase di ripartenza post Covid, nuove opportunità di crescita per i distretti del Sistema casa potranno venire dal “contract” (grandi forniture), un segmento che potrà trarre nuovo impulso dall’esigenza di riformulare gli spazi negli uffici (per il rispetto delle misure di distanziamento) e nell’ambito dell’hotellerie e della ristorazione nell’era post-pandemia. pcf

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