"La Serbia si candidi ad essere ponte tra la Russia e la Ue" per l'export del Nordest
VENEZIA - “La Serbia si candidi ad essere un ponte tra la Russia e l’UE. Sarebbe un volano straordinario per gli importanti scambi commerciali che già ha il manifatturiero della nostra regione con il paese balcanico e soprattutto la vicina Russia”.
Con queste parole Marco Marcello, Vice Presidente di Confartigianato Imprese Veneto, presente per l’organizzazione all’incontro organizzato dalla Giunta Regionale, ha sintetizzato l’importanza della visita istituzionale della delegazione serba condotta dal Primo Ministro Aleksandar Vucic.
Il “peso” della Serbia per l’economia del Veneto (come Paese e piattaforma logistica verso la Russia) sta tutta nei numeri dell’interscambio commerciale di prodotti del manifatturiero che, se sommato a quello con la Russia, arriva in soli 9 mesi - da gennaio a settembre 2016 - già oltre il miliardo di euro sui 6 complessivi del nostro Paese. +1,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Ma è il peso che il Veneto ha rispetto ai volumi dell’Italia a fare la vera differenza.
Il Veneto rappresenta il 15,5% delle esportazioni italiane verso la Serbia ed il’13,6% delle importazioni.
Se si guarda anche alla Russia il Veneto rappresenta il 17,6% dell’export italiano.
Nei primi 9 mesi del 2016 “venduto” in Serbia 172,5 milioni di euro ed importato merce per 183,4 milioni con un saldo commerciale leggermente negativo.
Il trend è di crescita del 8,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Cresce anche l’import del +16,1%.
Macchinari ed apparecchiature (39.557.160 euro), articoli in Pelle (32.300.620 euro), prodotti tessili (21.828121 euro) e prodotti alimentari (10.880.468) sono i prodotti più esportati dal Veneto verso la Serbia.
Per quanto riguarda l’import invece, gli Articoli di abbigliamento (79.278.931 euro) e quelli in pelle (32.557.022 euro) rappresentano da soli il 60% delle nostre importazioni – soprattutto semilavorati.
I Prodotti di metallurgia (29.723.859) sono la terza voce di import.
“Perché si rafforzi il ruolo di piattaforma logistica verso la Russia - ha affermato Marcello - è strategico che prosegua velocemente il processo di adesione della Serbia all’Unione europea: buona la notizia che recentemente sono stati aperti due nuovi capitoli, il 23 e 24, su diritti fondamentali, giustizia, libertà e sicurezza”.
“Tre fattori rendono questa possibilità una necessità per l’Unione europea -ha concluso il Vice Presidente-. Primo è che si tratta del più grande e prospero Paese della regione balcanica, un fattore di sicurezza e stabilità regionale che l’Europa non può permettersi di lasciare ai margini. Tanto più che confina con diversi Stati membri (Croazia, Ungheria, Romania e Bulgaria. Secondo, la Serbia è area di integrazione per i mercati e per lo sviluppo delle infrastrutture. I corridoi orientali, quelli individuati nel programma Ten-T (Rete di trasporti transeuropea), vedono nella Serbia un paese di transito indispensabile. A questo, sempre per l’economia, aggiungiamo che Belgrado guarda a due macroregioni europee di interesse fondamentale: quella danubiana e quella adriatico-ionica. Infine la Serbia ha storicamente un’amicizia forte con la Russia e questo è un terzo fattore che quantifica l’importanza dell’adesione serba all’Unione. La Serbia può svolgere un ruolo di ponte tra l’Europa e la Russia, con cui ha rapporti storici di amicizia”
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