La stagione dello sci: regole comuni su tutto l'arco alpino per evitare concorrenza sleale
BOLZANO. L'emergenza coronavirus è scoppiata i primi di marzo, nel pieno della scorsa stagione sciistica. Alcuni centri turistici, come Ischgl in Austria, sono stati dei focolai importanti, che, con il rientro dei turisti a casa, hanno esportato il virus in vaste zone d'Europa. In Italia, poco prima del lockdown, erano stati chiusi gli impianti di risalita. Per evitare una seconda battuta d'arresto per il turismo invernale Bolzano spinge per una comune strategia dell'arco alpino.
La stagione estiva è andata meglio del previsto. La montagna, con il suo distanziamento sociale naturale, ispirava fiducia e attirava i turisti italiani, ma anche d'oltre Brennero. L'inverno rappresenta invece una particolare sfida nella lotta anti-covid. In che modo deve essere limitato il numero di passeggeri sugli impianti di risalita, soprattutto in quelli chiusi come cabinovie e funivie?
Come va gestito l'après ski, la conviviale fine sciata nella baite, che a Ischgl è stato infatti uno dei principali imputati. Il governatore altoatesino Arno Kompatscher ha partecipato ad una teleconferenza con ministri e sottosegretari al turismo di Austria, Germania e Svizzera.
«Abbiamo convenuto sul fatto - ha detto - che serva una strategia comune e un costante flusso di informazioni». Bolzano vuole appunto evitare un turismo invernale a varie velocità, con diverse regole e paletti non solo tra gli stati, ma forse addirittura tra diverse regioni d'Italia. C'è chi teme confusione per i turisti, ma non solo.
Secondo Marco Pappalardo, direttore marketing di Dolomiti Superski, uno dei più grandi caroselli sciistici al mondo, «il cliente durante la prossima stagione invernale richiederà l'adozione di tutte quelle misure atte a consentire di trascorrere la vacanza in montagna in condizioni di massima sicurezza e tranquillità».
«Come Dolomiti Superski ci stiamo adoperando in tal senso e crediamo nell'importanza di regole condivise per più destinazioni possibili nell'arco alpino, in modo da evitare situazioni di concorrenza sleale», commenta Pappalardo. C'è poi chi spinge per un turismo 'a casà, come il ministro Jens Spahn che ha invitato i tedeschi di godersi questo inverno «le bellezze della Germania».
Infine, c'è chi vuole evitare una nuova chiusura dei confini, che paralizzerebbe il turismo dello sci. Il presidente della Provincia di Bolzano Kompatscher auspica perciò che, in caso di aumento dei contagi, i confini non vengano richiusi, ma che ci sia una differenziazione tra regioni più o meno virtuose.
(ANSA)
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