La Ue apre all'economia collaborativa
UDINE - La Ue apre all’economia collaborativa.
In arrivo le linee guida per servizi come Uber, Blablacar, Airbnb, CouchSurfing che non potranno più essere “vietati”, e misure come il “divieto totale” “deve essere solo una misura estrema”.
Gli Stati membri della Ue, poi, devono distinguere tra chi affitta la propria casa o mette a disposizione l'auto occasionalmente per “arrotondare”, e chi invece lo fa a tempo pieno per mestiere.
In sintesi sono queste le linee guida adottate dalla Commissione Ue sull'economia collaborativa, per armonizzare le decisioni degli stati membri, finora in ordine sparso, sulle piattaforme online che offrono servizi, dal car sharing ai pasti a domicilio sino all'affitto di casa.
Si tratta di una reinterpretazione di direttive Ue già esistenti sui servizi e l'e-commerce, che non hanno valore legalmente vincolante ma che Bruxelles d'ora in poi potrà utilizzare per esaminare i reclami per esempio presentati da Uber nei confronti della Francia.
E con cui, se fosse necessario, aprire eventuali procedure d'infrazione e rivolgersi alla Corte Ue di giustizia.
“Invitiamo gli stati membri a rivedere le loro regolamentazioni alla luce di queste linee guida”, ha dichiarato la commissaria Ue al mercato interno Elzbieta Bienkowska, “e siamo pronti a sostenerli in questo processo”.
Il ruolo di Bruxelles “è incoraggiare un ambiente regolamentatorio che permetta a nuovi modelli di business di svilupparsi e allo stesso tempo di proteggere i consumatori e assicurare una tassazione e condizioni di occupazione eque”.
Per questo Bruxelles suggerisce ai 28 di “stabilire soglie minime sotto cui un'attività economica possa essere considerata un'attività non professionale tra pari senza dover rispettare gli stessi requisiti applicabili a un fornitore di servizi che opera su base professionale”.
Le linee guida della Ue consentiranno a questi nuovi servizi di approdare anche in Italia, dopo i tentativi falliti proprio per l’assenza di indicazioni chiare, per le proteste dei tassisti, e per la legislazione poco chiara dell’Italia.
Ma di che cosa stiamo parlando?
Uber nasce a San Francisco (USA) nel 2009 come azienda che fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato attraverso un'applicazione software mobile (app) che mette in collegamento diretto passeggeri e autisti.
Progressivamente si è estesa ad altre città degli Stati Uniti e quindi all'esterno.
Le auto possono essere prenotate con un sms e il pagamento avviene tramite carta di credito.
Approdata in Italia nel 2014, oltre a Milano e Genova anche a Padova, in seguito ad una sentenza del tribunale di Milano, la app Uber è stata bloccata sull'intero Paese.
Ora con la presa di posizione della Ue, e in attesa del giudizio di secondo grado, questa azienda, come le altre che si basano sullo stesso principio, dovrebbero ripartire.
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