La versione di Consoli: "Bankitalia ci disse di fondere Veneto Banca con Bpvi"

L'ex amministratore della Popolare di Montebelluna arriva in commissione con copia dei verbali ufficiali del cda della banca con il resoconto puntale. "Ad Aquileia fu un pranzo, non una cena e mangiammo benissimo" esordisce. Poi smentisce Gianni Zonin

PADOVA. La versione di Vincenzo Consoli in Commissione parlamentare d'inchiesta, due giorni dopo l'audizione di Gianni Zonin, inizia proprio con la domanda sul famoso incontro del 27 dicembre 2013 ad Aquileia con Gianni Zonin, Samuele Sorato e Flavio Trinca. Consoli non si affida alla memoria e non ripete i "non ricordo" di Zonin, ma porta con sè un documento ufficiale datato 14.1.2014 con il resoconto puntuale dell'ex presidente Trinca al cda di Veneto Banca.

Il pranzo ad Aquileia. "Non fu una cena ma un pranzo e abbiamo mangiato molto bene, cacciagione - esordisce Consoli -. Noi siamo scesi a Roma in Bankitalia il 18 e il 19 dicembre 2013 per incontrare il dr. Carmelo Barbagallo. Avevamo ricevuto una lettera dura e inaspettata e volevamo capire la posizione esatta della Vigilanza - dice il manager - E negli incontri la vigilanza ha fermamente ribadito la volontà di rispettare l’invito di trovare un partner di elevato standing con cui aggregarsi entro la prossima assemblea di Veneto Banca, con cessazione dalla carica degli attuali consiglieri della Popolare di Montebelluna".

"In quell'occasione - continua Consoli - ci veniva sollecitato un incontro con Bpvi entro fine anno e ci dissero che il cavalier Zonin stava già attendendo una nostra telefonata. Ci dissero che si trattava di un'operazione di sistema e ci ribadirono le conseguenze negative in caso di mancata fusione".

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La redazione


Il 23/12/2013 Trinca contattava dunque Zonin per incontrarsi ad Aquileia il 27 dicembre: "Nell’incontro Zonin premetteva, da subito, che l’operazione era stata fortemente caldeggiata dal governatore Bankitalia compreso il fatto che la governance dovesse essere di espressione della Bpvi".

L'incontro con Bankitalia. Poi Consoli torna al 6 di novembre 2013 quando Bankitalia consegnò la memoria ispettiva del 2013. "Si presentò in banca Barbagallo" precisa l'ex amministratore "che chiese di parlare in modo riservato con me e Trinca e ci disse che l'ispezione non era andata bene e dovevamo trovare un partner.  di adeguato standing. Chiedemmo: chi? E ci rispose quasi sottovoce: Banca Popolare di Vicenza". "Allora mi convinsero a restare perché io me ne volevo andare via dalla banca" dice Consoli. Al colloquio erano presenti: il direttore della sede di Venezia Maurizio Trifilidis, De Marchi e Barbagallo, tutti per Bankitalia. Trinca disse: "Questi qua ci vogliono riportare ancora verso la Popolare di Vicenza" ribadisce l'ex ceo della Popolare, prima di sferzare l'ultimo colpo preciso: l'operazione di fusione fra i due istituti "fu fortemente caldeggiata dal governatore Visco con il quale Zonin ebbe una lunga telefonata".

L'ispezione. «Io ho sempre pensato alla Banca d’Italia come una sorta di Madonna che non si può toccare», ha detto Consoli. «Ma è chiaro che c’è stato qualche errore - ha poi aggiunto -. Secondo noi non hanno valutato in maniera puntuale» la situazione dell’istituto di credito, spiega ripercorrendo gli esiti dell'ispezione della Vigilanza.

Il caso Boschi  e l'incontro ad Arezzo. Il ministro Maria Elena Boschi partecipò a un incontrò con i vertici di Banca Etruria e di Veneto Banca nella casa di famiglia ad Arezzo nella pasqua del 2014, "per un quarto d'ora, nel quale non proferì parola, dopo di che si alzò e andò via" ha quindi spiegato l'ex ad di Veneto Banca Vincenzo Consoli in audizione alla Commissione sulle banche. La riunione avvenne "perché sapemmo che Etruria aveva ricevuto da Bankitalia una lettera simile alla nostra" nella quale chiedeva l'aggregazione con un partner di «elevato standing» e indicandolo poi in Popolare Vicenza. Consoli spiega come Trinca fosse un buon amico dell'ex presidente di Etruria Giuseppe Fornasari.

Il prestito a Verdini. Veneto Banca diede un finanziamento a Denis Verdini da oltre 7 milioni "con garanzia di uno degli uomini più ricchi d'Italia e interamente ripagato" spiega Vincenzo Consoli in audizione davanti alla Commissione d'inchiesta sulle banche. L'audizione è quindi stata secretata dal presidente di turno della Commissione, Renato Brunetta.

@eleonoravallin

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