La vicentina Carla Lunardon è il nuovo presidente nazionale di Pulitintolavanderie

Una bassanese al vertice del settore che nell'artigianati conta 11.569 imprese con 22.802 addetti: "La contrazione del potere di spesa delle famiglie pesa sul settore"

VICENZA. L’imprenditrice vicentina Carla Lunardon, bassanese presidente Confartigianato delle Pulitintolavanderie a livello provinciale e regionale, è la neo presidente nazionale della Categoria ANIL Confartigianato.

Un settore che nell’artigianato conta 11.569 imprese con 22.802 addetti, rappresentando due terzi (67,6%) delle imprese e quasi la metà (48,1%) degli addetti. In termini economici complessivamente il comparto Lavanderia e pulitura di articoli tessili e pelliccia registra un fatturato di 2.453 milioni di euro e genera un valore aggiunto di 1.325 milioni di euro.

Sono questi i numeri delle lavanderie e lavasecco in Italia. Il Vicentino fa registrare 239 imprese e 599 addetti, di cui 157 aziende artigiane (65,7%) e 382 addetti (63,8%); in Veneto sono 1.478 le imprese con 4.984 addetti, di cui 935 sono artigiane (63,3%) con 2.299 addetti (46,1%), secondo i dati Unioncamere-Infocamere aggiornati a giugno 2020.

Un business che, negli ultimi anni anche nella nostra zona, ha affrontato un vistoso ridimensionamento, con un picco negativo negli ultimi mesi di Coronavirus. La chiusura per mesi di alcune attività (come ad esempio ristorazione, bar e altre) e il ricorso allo smartworking di altre hanno ridotto la richiesta da parte del pubblico.

“All’origine della crisi – commenta Carla Lunardon - vi è senza dubbio la contrazione del potere di spesa delle famiglie, che cercano di limitare il ricorso al lavaggio extradomestico a poche tipologie di capi. Ma hanno inciso anche i cambiamenti nei comportamenti di acquisto, come la tendenza a comperare abiti di facile manutenzione, che possono essere lavati in casa e non necessitano di cure particolari nello stiro, fenomeni che si sono ancor più evidenziati con le problematiche legate alla diffusione del Covid”.

“Nell’attività sviluppata con Confartigianato, prima a livello vicentino e poi veneto – continua -, ho ritenuto di orientare le imprese a distinguersi facendo leva soprattutto sulla professionalità e la maggiore competenza; nella maggior parte dei casi di laboratori tradizionali artigiani, preferiscono giocare la carta del servizio, cercando così di rispondere alla richiesta di ‘risoluzione di problemi’ e di ‘consulenza’ che arriva sempre più spesso dai consumatori che scelgono un lavaggio professionale e specializzato”.

“La specializzazione - sottolinea Lunardon -, porta le Puliture a ritagliarsi una nicchia specifica: capi importanti, quelli da sposa, vestiario in pelle, tappeti, tende e così via. Naturalmente si tratta di una strategia che non si improvvisa: occorre, cioè, possedere competenze ad hoc, una solida esperienza nel settore e un aggiornamento continuo del personale. In tale direzione va anche la volontà di formalizzare sui territori una collaborazione tra il commercio al dettaglio di abbigliamento e la nostra categoria che valorizzi verso il consumatore entrambe le attività economiche”.

A tutto questo si aggiunge anche lo sviluppo di servizi extra, che vanno dall’ampliamento degli orari (con apertura anche in pausa pranzo o nella fascia serale), all’introduzione del sistema di ritiro e consegna a domicilio, oppure la proposta di un servizio di sartoria per le piccole riparazioni. Importante anche distinguersi con una comunicazione, soprattutto sul web, che valorizzi la professionalità.

“Sulla comunicazione dobbiamo insistere con attività come la formazione e consulenza digitale, ma anche con materiale mirato in negozio per informare il consumatore sull’efficacia dei lavaggi a secco rispetto la richiesta di garanzie di sanificazione da parte del pubblico”.

In questo scenario si inserisce l’azione sindacale di Confartigianato, che negli ultimi 20 anni ha svolto un ruolo importante anche nelle politiche economiche e legislative di settore, a partire dalla approvazione della legge n 84 del 22 febbraio 2006, delle quale è indispensabile monitorare l’applicazione e l’efficacia.

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