L'ad Bpvi Viola: "Serviranno ingenti capitali"

Entro quest'anno la fusione tra la Popolare di Vicenza e Montebelluna. Piano strategico a fine anno. Modello Mps? "Non abbiamo ancora valutato la cifra dell'aumento, decideremo poi quale strada percorrere"

PADOVA «Se vi do i numeri del piano industriale, vi faccio preoccupare». Fabrizio Viola svincola le domande e non svela nulla né della chiusura dei bilanci del 2016 delle due popolari venete, né dei piani industriali che saranno presentati alla vigilanza entro fine gennaio. Quello che è certo, spiega l’ex uomo Mps oggi ad Bpvi e consigliere a Montebelluna, è che «servirà un’adeguata dotazione di capitali: questa operazione di transazione determina un fabbisogno ingente, ma non siamo in grado di anticipare stime sui fabbisogni futuri, dipende dal piano industriale in corso di stesura».

La riduzione dei contenziosi legali è però una parte fondamentale, sia «per diminuire l’offerta di capitale sia per rendere le banche interessanti a nuovi investitori» aggiunge il presidente Bpvi Gianni Mion. Ma per l’aumento di percorrerà la via privata o si chiederà, come già accaduto per Mps, l’intervento dello stato? «Ad oggi non abbiamo valutato ancora il come - precisa Viola - siamo nella fase di quantificazione del capitale e, a seconda della cifra, sceglieremo la strada privata o un’altra strada». I numeri saranno rivelati a fine gennaio con la presentazione dei piani industriali: «Che saranno combinati» precisa l’ad Veneto Banca Carrus.

La linea è quella della fusione da completarsi entro fine 2017. «Non abbiamo deadline rigide - continua Viola - ma c'è impegno delle banche a completare i business plan a supporto del progetto di fusione entro gennaio 2017. L’orizzonte temporale della fusione entro l’anno è tecnicamente fattibile - precisa il ceo - previa la valutazione della vigilanza ma avremo una risposta compiuta tra un mese». Con che perimetro e con quanti esuberi oggi però non è dato sapere. Il manager spiega che: «Gli esuberi sono una materia troppo delicata da affrontare senza avere numeri precisi alla mano; oggi abbiamo uno squilibrio tra costi e ricavi molto forte, con spese del personale e amministrative eccessive, specie in mancanza di ricavi».

Quanto alla cessione di asset come la controllata Bim o Banca Nuova e Apulia, come altre partecipate, Viola spiega: «Abbiamo come obiettivo il dimagrimento del bilancio e la riduzione degli attivi e quindi del capitale assorbito dai rischi, questo comporterà operazioni di ridimensionamento significative anche del portafoglio sofferenze: stiamo ragionando su tempistiche e modalità». Bpvi conferma intanto di aver chiuso le filiali estere e di ragionare sulla cessione del 40% di Arca ma di voler «ricostruire il rapporto» con Cattolica. Quanto agli Npl si precisa: «Atlante ha come obiettivo core quello di acquistare i crediti deteriorati ed è quindi un candidato ma non siamo in grado di dire né i tempi né le dimensioni dell’operazione» Sul bilancio 2016, spiega l’ad Bpvi: «Lo stato di salute della banca a fine anno è impegnativo per il capitale e la dimensione dell’offerta di transazione parla da sola». Viola quindi fa sua la proposta di Antonio Patuelli (Abi) di rendere noti i debitori insolventi degli istituti salvati. «Aderisco alla richiesta di Patuelli - spiega il ceo - credo sia un’ottima cosa che le banche, che versano in determinate condizioni, comunichino la lista dei debitori insolventi con le adeguate tutele di privacy. Questo servirebbe a capire se è vero che il problema delle sofferenze bancarie in Italia è affare di pochi e anche per sapere se sono sempre gli stessi. Ma servirà un decreto legge per dare le informazioni».

Eleonora Vallin

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