L’ambasciatore italiano Amati a Varsavia: «Tante opportunità in Polonia anche per le piccole imprese, economia dinamica»
Colossi come Ferrero e Brembo sono già presenti, «e anche molte pmi giunte al loro seguito o che hanno scelto la via dell’internazionalizzazione per cogliere le opportunità offerte dal mercato»

VICENZA. Est Europa, la supply chain vicina. Cresce l’attenzione delle aziende verso la Polonia come area dove individuare, almeno per alcuni settori, fornitori industriali tecnologicamente avanzati più vicini rispetto a quelli asiatici. La Polonia è stata infatti il focus di un recente webinar sul tema di Confindustria Vicenza.
Rilevante è il potenziale di interscambio commerciale e di investimenti tra Italia e Polonia, che è oggi tra le prime 25 economie mondiali con una crescita media del 3,9% negli ultimi 20 anni e un calo del Pil per il Covid nel 2020 tra i più contenuti in Europa. Pil 2020 di 594 miliardi di dollari, previsione di 642 miliardi nel 2021 e 697 miliardi nel 2022 (fonte FMI, World Economic Outlook aprile 2021). Il Paese vanta inoltre quasi piena occupazione (73% tra i 20 e i 64 anni) e un tasso di disoccupazione tra i più bassi dell’UE (3,2% nel 2020).
Notevole lo sviluppo industriale: per esempio la Polonia ha una forte specializzazione nelle materie plastiche ed è il quarto produttore mondiale di mobili ed elettrodomestici. L’economia è ancora molto dipendente dal carbone per la produzione di elettricità (75%) e il riscaldamento privato, ma l’ambizioso piano di transizione energetica con fondi statali ed europei dovrebbe creare molte opportunità nelle tecnologie per energia solare, eolica, gas e idrogeno.
Per cogliere le opportunità in Polonia il Nordest è della partita, e non solo industrialmente. Primeggia infatti come l’area d’Italia più visitata dai turisti polacchi. In particolare Veneto e Trentino Alto Adige sono le due prime regioni di destinazione dei flussi dalla Polonia con 2,4 milioni di pernottamenti notte complessivi nel 2019. Ma c’è ancora molto potenziale da sviluppare con la prossima ripresa dei viaggi internazionali.

Delle opportunità business in vari settori in Polonia parla a Nordest Economia l’ambasciatore italiano a Varsavia Aldo Amati.
Ambasciatore, qual è lo stato delle relazioni tra Italia e Polonia?
“I rapporti tra Roma e Varsavia hanno radici molto profonde e quelli economici sono particolarmente dinamici. Nel 2019 abbiamo celebrato 100 anni di relazioni diplomatiche, traguardo significativo ma che fotografa solo in parte una storia di amicizia e collaborazione che si è sviluppata in un orizzonte temporale assai più ampio. Oggi, partendo da queste solide basi, lavoriamo per approfondire ulteriormente le relazioni in tutti gli ambiti e a tutti i livelli”.
Com’è l'interscambio commerciale tra Italia e Polonia?
“Il nostro Paese è un partner di primissimo piano per la Polonia. Attualmente il terzo a livello mondiale (dopo Germania e Cina) e il secondo in UE, con un interscambio complessivo di ben 22,3 miliardi e mezzo di euro nel 2020. Un dato molto significativo, specialmente in un anno segnato dalla pandemia, superiore all’interscambio con Paesi come Russia, Turchia, Giappone, India, Israele, e in Europa superiore all’interscambio totale con tutti i mercati dell'area dei Balcani. I macchinari sono la principale voce del nostro export in Polonia, ma sono apprezzati anche autoveicoli, agro-alimentare, abbigliamento e prodotti chimici, farmaceutici e metallurgici”.
E gli investimenti diretti italiani in Polonia?
“L’Italia si è progressivamente affermata come un referente strategico per Varsavia: oggi siamo il quarto partner estero come numero di investimenti effettuati. Innanzitutto automotive, costruzioni, energia. Tendenza che non si è fermata neppure con la pandemia, grazie agli investimenti di FCA (170 milioni di euro), Saipem (che si è aggiudicata un’importante commessa da 280 milioni di euro per collegare la Danimarca alla Polonia attraverso il Baltic Pipe Project), ERG (che ha annunciato nuovi importanti investimenti nell’ordine di 50 milioni nella costruzione di parchi eolici), Cromodora Wheels (che ha avviato un investimento di 140 milioni di euro in una nuova unità produttiva nella città di Kielce)”.
Cosa si prevede per i prossimi anni?
“Con i Piani di rilancio nazionale ed europeo ci si attende un rimbalzo economico accompagnato da una ripresa degli investimenti e del commercio, con rilevanti potenzialità di sviluppo in vari settori. Tra questi sicuramente la green economy, perché la Polonia ha avviato un percorso di riconversione dal carbone a fonti più pulite ed efficienti: in particolare gas, eolico, fotovoltaico ed idrogeno. Con tutti gli attori della rete del sistema Italia in Polonia abbiamo organizzato un grande workshop bilaterale sulla transizione energetica, cui hanno partecipato i principali stakeholders dei due Paesi, e continueremo a lavorare per avvicinare sempre più i sistemi imprenditoriali del comparto.
Continua poi in Polonia l’ammodernamento della rete infrastrutturale, con molti programmi annunciati potenzialmente di interesse per le imprese di costruzione. E sono interessanti le prospettive di cooperazione anche in ambito industria 4.0 e nei settori difesa, spazio, biomedicale, farmaceutico. A tal proposito, il prossimo autunno si terranno eventi ad hoc sulla cooperazione in ambito aerospaziale e farmaceutico. E iniziative promozionali da sviluppare sul promettente canale dell’e-commerce, nei settori agroalimentare, moda e design, dove l’Italia è tradizionalmente leader”.
Quali sono le aziende italiane più attive in Polonia?
“Presenza lusinghiera. Da un recente studio della Camera di Commercio e Industria Italiana emerge che sono circa 2500 le imprese italiane presenti in Polonia, con investimenti produttivi o attività commerciali o consulenziali. Inoltre vi operano circa 1000 soggetti con partita iva tra professionisti e imprese individuali. Significativo il dato degli occupati in imprese italiane o partecipate da aziende italiane, che secondo alcune statistiche ammontano a circa 100.000 addetti. Grandi aziende come Stellantis, Mapei, Marcegaglia, Ferrero, Brembo, Leonardo, Generali Assicurazioni hanno compreso presto le potenzialità di un mercato in grande espansione che non ha conosciuto rallentamenti nemmeno con la crisi finanziario-economica del 2008 e 2009. E anche molte PMI giunte al loro seguito o che hanno scelto la via dell’internazionalizzazione per cogliere le opportunità offerte dal mercato”.
E il turismo, ora che possono riprendere i viaggi?
“L’Italia è il primo Paese europeo di destinazione per i turisti polacchi, con un numero di notti negli esercizi ricettivi italiani di 6,2 milioni nel 2019. In particolare le prime tre regioni di destinazione dei flussi sono state il Veneto con 1,3 milioni di notti, il Trentino Alto Adige con 1,1 milioni di notti, e la Lombardia con 628.000. Ma c’è un grande potenziale ancora da sfruttare. Per questo alle campagne tradizionali si aggiungeranno iniziative promozionali innovative. Tra queste, la prima sarà Run on Together, una corsa all’insegna dell’italianità e dell’amicizia italo-polacca il prossimo 12 settembre a Varsavia, pensata appositamente per le famiglie, che avrà tra i partner dell’evento anche l’Agenzia Nazionale del Turismo ENIT”.
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