L’ambasciatore Lo Cascio: «Nordest in prima fila nei rapporti economici fra Italia e Serbia»

Presenza nel Paese di 1.600 aziende tricolori, compresi grandi gruppi come Generali, Calzedonia, Benetton, Geox e Labor Legno. «Anche le Regioni hanno strutturato la cooperazione con numerose visite e intese siglate negli scorsi anni, da ultimo il Veneto»

Panorama notturno di Belgrado (foto Tourist Organization of Belgrade)
Panorama notturno di Belgrado (foto Tourist Organization of Belgrade)

Riprende slancio l’interscambio commerciale tra Italia e Serbia nel primo quadrimestre 2021, con una crescita tendenziale del 19,3%. L’export sale del 21%. Italia primo investitore estero in Serbia e secondo partner commerciale dopo la Germania. Tra i big del Nordest nel Paese ci sono Generali, Calzedonia, Benetton, Geox e Labor Legno (il cui fondatore ed amministratore Patrizio Dei Tos è l’attuale presidente di Confindustria Serbia). L’ambasciatore italiano a Belgrado Carlo Lo Cascio segnala digitalizzazione e transizione energetica come aree di nuove opportunità per le imprese, accanto ad automotive, abbigliamento, calzature, macchinari e beni agricoli.

L’ambasciatore italiano a Belgrado Carlo Lo Cascio (foto Dario Konstantinovic/CorD)
L’ambasciatore italiano a Belgrado Carlo Lo Cascio (foto Dario Konstantinovic/CorD)

Ambasciatore Lo Cascio, qual è il trend economico tra Italia e Serbia?
«L’Italia è stabilmente il secondo partner commerciale della Serbia dopo la Germania, con un interscambio pari nel 2020 a 3,4 miliardi di euro, di poco inferiore ai 3,8 miliardi del 2019. Un risultato notevole se si considera la difficile congiuntura legata alla pandemia. Guardiamo al 2021 come l’anno del rilancio e i dati pubblicati pochi giorni fa sono molto incoraggianti: nel primo quadrimestre il volume degli scambi bilaterali è cresciuto addirittura a doppia cifra, registrando un +19,3% con un aumento da 1063 a 1269 milioni di euro. Anche le nostre esportazioni verso la Serbia sono cresciute del 21% (da 585 a 706 milioni di euro). Testimonianza di una partnership economica solida e ben strutturata, che spazia dai settori tradizionali (automotive, abbigliamento, calzature, macchinari, beni agricoli) a campi nuovi, quali digitalizzazione e transizione energetica, che offrono numerose opportunità per le imprese italiane».


E gli investimenti italiani in Serbia?
«Secondo i dati dell’Agenzia per lo Sviluppo della Serbia (RAS), anche per il 2021 l’Italia si conferma il primo investitore estero in Serbia per valore di progetti, con una quota di mercato del 10,7% e il secondo investitore per numero di progetti, dopo la Germania, con una quota del 14,4%. La nostra presenza è molto radicata sia a livello settoriale che geografico, con circa 1600 aziende a capitale italiano. Il Nordest conta grandi gruppi: Generali, Calzedonia, Benetton, Geox e Labor Legno, solo per fare alcuni nomi. Ma vi sono anche moltissime piccole e medie imprese che trovano in questo Paese un mercato molto dinamico per lo sviluppo delle proprie attività. Le Regioni del Nordest hanno poi strutturato la cooperazione con la Serbia anche a livello istituzionale, con numerose visite e intese siglate negli scorsi anni, da ultimo il Veneto. E veneto è anche il presidente di Confindustria Serbia, Patrizio Dei Tos. Un quadro che è espressione e testimonianza dei vivaci e costanti rapporti tra le realtà imprenditoriali italiane del Nord e della Serbia».

Più in generale, qual è lo stato delle relazioni tra Italia e Serbia?
«Intercorre da tempo un eccellente livello di cooperazione in diversi campi, con un legame molto rafforzato dopo oltre un anno di pandemia da ogni punto di vista: politico, economico e culturale. Anche durante la crisi epidemica molteplici visite istituzionali hanno caratterizzato le nostre relazioni: da ultimo, lo scorso aprile l’incontro a Roma tra i due Ministri degli Esteri Luigi Di Maio e Nikola Selakovic. Molto presto il ministro Di Maio tornerà a visitare Belgrado dopo la visita di febbraio dell’anno scorso».

E il turismo, ora che si può tornare a viaggiare?
«L’Italia è da sempre una delle mete preferite dai cittadini serbi, che amano soprattutto le nostre città d’arte, il mare e i tour enogastronomici. Mentre in Serbia arriva un turismo soprattutto giovane, legato ai festival musicali, e naturalistico. Un ponte prezioso tra i due Paesi è rappresentato dalla comunità serba in Italia, che conta circa 33.000 residenti, concentrati soprattutto nel Nordest. Crescono anche i visitatori italiani in Serbia: nel 2020, nonostante la pandemia, sono stati circa 11.500 i connazionali che ci hanno soggiornato, attestandosi al 14° posto nella classifica delle nazionalità di provenienza. Per il primo trimestre 2021, il nostro Paese si posiziona già decimo, con 2258 visite. Un buon punto di partenza, su cui dobbiamo continuare a investire. La Serbia rimane infatti una meta ancora poco conosciuta da noi, mentre l’Italia deve migliorare la sua attrattività soprattutto nei confronti di concorrenti regionali come Grecia e Turchia. La cooperazione nel settore turistico è stato anche uno dei temi discussi nel recente incontro tra il ministro Franceschini e l’omologa serba Gojkovic a Venezia. Sono fiducioso che le iniziative legate a Novi Sad Capitale Europea della Cultura 2022 potranno ulteriormente far conoscere questo Paese».


Iniziative culturali tra Italia e Serbia?
«Quello culturale è un capitolo molto vasto della storica amicizia tra i due Paesi. Partendo dalla lingua italiana, molto amata e studiata in Serbia (si calcola da circa 40.000 persone): questo è un anno speciale con le celebrazioni del 700° anniversario dantesco. Occasione che ha arricchito il già nutrito panorama di eventi culturali organizzati dall’Ambasciata e dall’Istituto Italiano di Cultura (IIC). Dopo una mostra sulle rappresentazioni dell’iconografia dantesca “Dante Ipermoderno”, ulteriori iniziative sono previste sia in tema sia a più ampio spettro. Già a giugno l'IIC offrirà concerti a Belgrado, Novi Sad e Subotica, e parteciperà alla settimana Fare Cinema che il ministero degli Affari esteri italiano organizza in tutto il mondo; l'IIC inaugura l'8 la mostra fotografica “La Sicilia, il suo cuore” dedicata allo scrittore Leonardo Sciascia nel centenario della nascita. L'Italia sarà presente al Salone Oktobar. Il Design Day seguirà a luglio, con la partecipazione del famoso architetto italiano Franco Purini, e poi la “Notte della Letteratura” a Novi Sad a settembre, con la scrittrice Nadia Terranova, e ancora il Festival del cinema italo-serbo promosso da Gabriella Carlucci”.

Quali prospettive per la Serbia nell'Unione Europeo?
«La stabilità e lo sviluppo dei Paesi dei Balcani Occidentali è per noi una priorità. L’Italia continua a essere in prima linea per realizzare l’obiettivo strategico dell’avanzamento concreto del processo dell’integrazione europea dei Balcani. In questa prospettiva, come ha ricordato recentemente il ministro Di Maio, l’Italia continuerà a battersi per un rilancio dell’azione dell’UE, e misurarsi il livello di ambizione dell’UE per il futuro dell’intera regione. La Serbia, portando avanti le riforme nello stato di diritto ed il Dialogo con Pristina, potrà progressivamente avanzare sul cammino europeo, con il nostro pieno e convinto sostegno».

Fondi UE per i Balcani Occidentali in Serbia?
«La Serbia ha bisogno di ulteriori progressi nel settore dello stato di diritto (giustizia, media, diritti fondamentali) nell'interesse dei suoi cittadini e per adeguare i propri standard a quelli europei. Non si tratta solo di procedure, ma di sostanza. La Serbia ha raggiunto obiettivi negli ultimi anni e importanti passi in avanti, soprattutto in campo economico, sono stati compiuti. È importante che questo processo di riforme su fondamentali aspetti interni continui, da parte serba, e che continui a essere sostenuto adeguatamente da parte europea con i fondi di preadesione».

La Serbia nello scenario balcanico: qual è la situazione?
«La Serbia condivide con gli altri Paesi della regione il percorso di integrazione nell’UE, di cui l’Italia è da sempre convinta sostenitrice. Il dialogo tra Belgrado e Pristina, assieme alle riforme, rimane ovviamente centrale per la stabilizzazione della regione, di cui la Serbia costituisce un pilastro. 
Economicamente, l’istituzione di un mercato regionale comune, concordata a Sofia lo scorso novembre nel quadro del Vertice UE - Balcani Occidentali, è certamente cruciale per i 20 milioni di persone che vivono nella regione. I Paesi vicini sono comunque importanti partner commerciali per la Serbia. Tra questi, nel 2020 il commercio estero serbo è stato maggiormente rivolto verso Bosnia ed Erzegovina, settimo partner commerciale (con una quota di mercato del 4,4% sul totale interscambio), Macedonia del Nord, sedicesimo partner commerciale (2,2%), e Montenegro, diciottesimo partner commerciale (1,9%)».

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