L'artigiano è digitale. Il nuovo manifesto dei calzaturieri

Imprese vetrine, webshopper, social, ecommerce. Zoppas (Confindustria): "Internet è fondamentale, basta con l'inerzia comportamentale". Nei primi sei mesi del 2015 export a 1,16 miliardi (+2,2%). Imprese a quota 1.378

VENEZIA. Giornata storica oggi per Confindustria e Acrib, non solo perché per la prima volta si tiene a Venezia alla Scuola di San Giovanni Evangelista l’incontro promosso da Assocalzaturifici, ma anche perché viene ufficializzata l’aggregazione di Acrib a Confindustria.

Il convegno, intitolato «Artigiano Digitale», è stato aperto da Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Venezia, che si è detto fiero di rappresentare il distretto veneziano che è il fiore all’occhiello del settore calzaturiero nazionale: "Voi siete i talenti del saper fare – ha detto Zoppas – e gli ambasciatori del Made in Italy".

L'Acrib si fonde in Confindustria Venezia
La redazione

Nonostante questo le aziende devono aprirsi sempre di più al mercato globale e portare il saper fare dell'artigiano all'estero utilizzando gli strumenti digitali. Oggi infatti ci sono sempre più webshopper e Internet si è trasformato per l'impresa in una vera e propria vetrina. Si stima che in tutta Europa ci siano ben 231 milioni di persone che acquistano online, 18 in Italia (+11% rispetto al 2014).

"Molti di voi - ha proseguito Zoppas - non provengono dall'era digitale e manifestano una sorta di inerzia comportamentale, ma bisogna capire che le ricerche di mercato dicono che Internet è ormai fondamentale".

Un settore che in effetti in Veneto è cresciuto come export del 2,2% nei primi sei mesi del 2015 (per 1,169 miliardi) rispetto allo stesso periodo del 2014 e che, nonostante la crisi, non ha mai dato segno di cedimento. Nella nostra regione Treviso è la città che importa di più (466,05 milioni), seguita da Venezia (201,35), Verona (196,48), Padova (148,10), Vicenza (132,49) e Belluno (1,34) che equivalgono a un totale di 1.169,96 milioni in Veneto nei primi sei mesi del 2015.

I Paesi che chiedono il made in Italy per questo settore sono la Francia, la Germania, la Svizzera, il Regno Unito e l’Usa, in crescita rispetto al 2014. Calano invece le richieste dalla Russia (da 30 milioni a 16) e dal Giappone (da 17 a 15). Un lieve calo si registra anche per la Cina dove nel primo semestre del 2014 si importava per 8 milioni euro, mentre nel 2015 per 7,85 milioni (-4,2%).

Per quanto riguarda invece l’importazione si registra un aumento: nei primi sei mesi del 2014 si è importato in Veneto per circa 777 milioni, mentre nel 2015 si arriva agli 825 milioni suddivisi tra Treviso (401,68), Verona (161,27), Padova (160,12), Vicenza (55,17), Venezia (40,07), Rovigo (5,74) Belluno (1,55). Il Paese da dove si importa di più (sempre nel primo semestre 2015), è la Romania (176,73 milioni), seguita dalla Cina (156,77), dalla Bosnia Erzegovina (74,89) e Vietnam (69,82).

"La situazione in questo settore è buona rispetto ad altri nel panorama italiano – ha detto il presidente dell’Acrib Siro Badon – e se le maggiori griffe continuano a chiedere a noi un motivo c’è. Lo dimostra anche il fatto che c’è un calo nella cassa integrazione rispetto al 2014. Oggi per noi è una giornata importante perché l’aggregazione a Confindustria ci permette maggiori servizi e visibilità, pur mantenendo la nostra autonomia".

I dati dicono che a dicembre 2014 c’erano in Veneto 1.378 imprese attive, contro le 1.374 registrate a settembre 2015. Al convegno è intervenuto anche l’assessore Roberto Marcato: "Il Veneto è per tradizione una regione che ha nell’artigianato le sue profonde radici – ha detto – e oggi bisogna pensare di portare all’estero questo sapere, utilizzando il digitale".

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