Lavoro, crescono le assunzioni a tempo indeterminato: +3,9% rispetto al 2017

Sono in crescita tutte le tipologie, con la rilevante eccezione dei contratti di somministrazione (-3,7% pari a 1.162 in meno). Lo rileva il ricercatore dell’Ires Fvg in una rielaborazione di dati Inps in cui emerge che in valore assoluto sono aumentate soprattutto le assunzioni a termine (quasi 2.000 in più, +4,6%), ma anche quelle a tempo indeterminato mostrano un incremento molto consistente (1.837 in più, +15,4%)

UDINE. Nei primi 9 mesi 2018 i nuovi rapporti di lavoro dipendente attivati in Fvg nel settore privato (esclusa agricoltura) sono aumentati del 3,9% rispetto allo stesso periodo 2017 (+4.300 assunzioni). Sono in crescita tutte le tipologie, con eccezione dei contratti di somministrazione (-3,7%; -1.162). Lo rileva il ricercatore Russo di Ires Fvg rielaborando dati Inps in cui emerge che in valore assoluto sono aumentate soprattutto assunzioni a termine (+2.000; +4,6%); quelle a tempo indeterminato mostrano un incremento molto consistente (+1.837; +15,4%). Quest'ultima dinamica positiva è spiegata solo in parte con gli sgravi contributivi per le assunzioni dei giovani under 35, che sono state 1.046 nei primi 9 mesi 2018 su un totale di quasi 13800 nuovi rapporti a tempo indeterminato.

Nel confronto con le altre regioni italiane, il Fvg è al quarto posto per crescita delle nuove assunzioni a tempo indeterminato, dopo Veneto (+17,8%), Trentino-Alto Adige (+17,1) e Umbria (+17,0%). Per i più giovani il contratto di apprendistato ha tendenza decisamente positiva (+17,4%), in continuità con il biennio precedente. Aumenta anche il lavoro intermittente, che da marzo 2017 ha in parte sostituito i voucher per retribuire le prestazioni occasionali (+7,9%).

I primi effetti del Decreto Dignità


L'approvazione a luglio del «Decreto Dignità» ha introdotto modifiche nei contratti a tempo determinato riducendone durata massima (da 36 a 24 mesi) e numero di proroghe (da 5 a 4), aumentando il contributo addizionale per ogni rinnovo e reintroducendo la causale (se il contratto supera i 12 mesi).

Nel trimestre luglio-settembre 2018 si osservano i primi effetti sui contratti a termine e in somministrazione con una interruzione della fase espansiva, iniziata nel 2016. Le nuove assunzioni a termine sono diminuite -7,2% (-1.094 unità) rispetto allo stesso trimestre 2017; più pronunciato il calo di quelle in somministrazione -21,7% (pari a -2.241). Andamenti simili si registrano a livello nazionale, ma in Fvg già in giugno si erano verificate le prime diminuzioni per entrambe le tipologie. Nello stesso periodo il numero di trasformazioni dei contratti a termine in indeterminati è molto aumentato (+67,8%; in termini assoluti +1.244, era uno degli obiettivi del Decreto), ma prosegue un trend in atto da gennaio 2018 (nei primi 6 mesi erano quasi raddoppiate, +90,5%). Le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti in somministrazione, pur in aumento, sono marginali(+83 unità;+180%). «È ancora presto per tracciare un bilancio preciso dell'impatto delle recenti novità normative sul mercato del lavoro - osserva Russo - è sicuramente diminuito il ricorso delle imprese ai contratti a termine e in somministrazione, evidente discontinuità con il passato, mentre continua la crescita delle stabilizzazioni anche se a ritmi un pò meno elevati rispetto ai primi mesi 2018»

Le nuove assunzioni a tempo indeterminato

I rapporti di lavoro a tempo indeterminato hanno avuto un forte impulso nel 2015, grazie alla possibilità per le imprese di usufruire di consistenti sgravi contributivi; in seguito questa crescita è stata intaccata. Se si considerano le variazioni nette dei contratti a tempo indeterminato (assunzioni più trasformazioni di altre tipologie contrattuali meno le cessazioni) il saldo da inizio 2015 a giugno 2018 è ancora ampiamente positivo: oltre 15.000 unità in regione. Per le sole nuove assunzioni a tempo indeterminato si osserva che l'incremento nei primi 9 mesi 2018 si è concentrato nei rapporti a tempo pieno (+25,9%, mentre quelli part time calano -1%) e ha riguardato soprattutto i lavoratori maschi (+19,4% contro +9,3% femmine) italiani (+17,4% contro +10,1% stranieri). Quasi la metà delle nuove assunzioni a tempo indeterminato è stata effettuata da aziende fino a 15 dipendenti (6.561 su 13.786, contro 6.061; +8,2%).

I motivi delle cessazioni dei rapporti a tempo indeterminato

Negli ultimi anni aumentano le interruzioni dei contratti per dimissioni dei lavoratori, che sono il 70% delle cessazioni dei rapporti a tempo indeterminato in regione, soprattutto tra i lavoratori delle imprese più grandi (oltre 100 dipendenti) ed è più accentuata per gli uomini occupati a tempo pieno e over 50. I licenziamenti di natura economica sono in deciso calo nel tempo (quasi 40% nel 2014, nel 2018 sono sotto il 20%). Sono infine meno numerosi ma in aumento i licenziamenti di natura disciplinare: dal 2,5% del totale nel 2014 a quasi il 5%.

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