A Nordest si sperimenta la settimana corta: alla Imap il lavoro finisce alle 13 del venerdì

Innovativa intesa tra l’azienda bellunese e le organizzazioni sindacali che prevede, oltre a una diversa organizzazione della produzione, anche borse di studio familiari fino a 3 mila euro

BELLUNO. Viene definita “innovazione sociale”, ma è anche un altro modo di declinare la sostenibilità e l’esigenza, per le imprese, di affrontare il tema della conciliazione vita-lavoro del propri dipendenti.

Ed ecco che, dopo un confronto con le organizzazioni sindacali, alla Imap di Sedico, azienda leader nel settore delle tecnologie plastiche e poliuretaniche, ecco l’accordo che riguarda il welfare aziendale e una diversa organizzazione del lavoro.

L’intesa siglata alla Imap, 130 collaboratori, consente infatti a chi lavora con orario giornaliero – e quindi non su turni – di iniziare alle 7 e terminare alle 16,30 dal lunedì al giovedì (fatta ovviamente salva la pausa pranzo di un’ora), mentre il venerdì si comincia alle 7 e si finisce alle 13.

Alcune limitazioni sono previste per garantire le spedizioni o i rapporti con clienti ed enti esterni che operano con orari tradizionali.

«Si tratta di una piccola grande innovazione che nasce molto concretamente dall’esigenza delle famiglie di poter avere delle ore per seguire la scuola dei figli, effettuare visite mediche o portare a termine altre incombenze, ma anche per avere un fine settimana più lungo», spiega il titolare Flavio Mares, che è anche consigliere delegato al Sociale all’interno di Confindustria Belluno Dolomiti.

Alla rivisitazione dell’orario ha contribuito anche il direttore di stabilimento Enrico Zanivan, che fino a pochi mesi fa ricopriva lo stesso incarico all’Acc di Borgo Valbelluna.

«In questo ultimo periodo, all’insegna della massima responsabilità sociale, abbiamo assunto sei lavoratori ex Acc. Sono nuovi profili che entrano a pieno titolo nella nostra famiglia: è un arricchimento reciproco, che ci rende orgogliosi» aggiunge Mares.

Non solo. Imap ha consegnato le prime borse di studio: 1500 euro sia per la laurea triennale che per quella magistrale, cumulabili nel caso lo studente consegua entrambe.

«E’ una borsa di studio che consegniamo alla famiglia indipendentemente dal voto conseguito: premiamo l’impegno dei ragazzi e lo sforzo di quei genitori che – tra tanti sacrifici – permettono loro di raggiungere questo traguardo», rimarca l’imprenditore.

Imap non è nuova ad impegni nel sociale, a fianco delle associazioni del territorio, dallo sport al volontariato. «Attività che possiamo svolgere grazie a una solidità economica raggiunta con fatica. Nonostante le tante difficoltà dell’ultimo periodo, – aggiunge Mares –  dal 2019 abbiamo aumentato fatturato, spazi e personale».

Imap da alcuni anni infatti ha avviato una produzione di semilavorati per la realizzazione di macchine finalizzate alla ricerca medica, mercato che negli anni della pandemia è cresciuto con l’acquisizione di nuovi clienti in Germania, Olanda e Belgio. «Investire in tecnologie e competenze è stata la scelta giusta che ci ha permesso di resistere all’ondata d’urto della crisi – conclude Mares – . Grazie a tutto questo, riusciamo oggi ad andare avanti e investire in progetti di welfare in un momento ancora delicatissimo per imprenditori, lavoratori e rispettive famiglie».

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