Bankitalia, disoccupazione in Veneto: il tasso più basso d’Italia

La fase positiva del ciclo economico ha infatti aumentato i posti di lavoro sull’intero territorio nazionale, in particolare nel Nord Est e nel Mezzogiorno. Il numero di persone attive è aumentato, nonostante la contrazione della popolazione in età da lavoro, e quindi il tasso di disoccupazione è diminuito in tutte le aree

Edoardo Bus
Una veduta della sede della Banca d'Italia a Palazzo Koch, Roma, 01 dicembre 2017. ANSA/ANGELO CARCONI
Una veduta della sede della Banca d'Italia a Palazzo Koch, Roma, 01 dicembre 2017. ANSA/ANGELO CARCONI

È stato pubblicato da Banca d’Italia lo studio dedicato allo stato delle economie regionali, con particolare riferimento all’evoluzione delle quattro macroaree territoriali dell’economia italiana, ovvero Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud e isole. Ne emerge qualche sorpresa.

La fase positiva del ciclo economico ha infatti aumentato i posti di lavoro sull’intero territorio nazionale, in particolare nel Nord Est e nel Mezzogiorno. Il numero di persone attive è aumentato, nonostante la contrazione della popolazione in età da lavoro, e quindi il tasso di disoccupazione è diminuito in tutte le aree. Dalla rilevazione sulla forza lavoro emerge che l’espansione dell’occupazione ha interessato principalmente il lavoro dipendente a tempo indeterminato e che negli ultimi anni l’apporto dei lavoratori stranieri alla variazione dell’occupazione è stato significativo ovunque, a fronte di un calo del contributo dei “nativi”.

Nei primi sei mesi del 2024 il ciclo espansivo è proseguito, soprattutto nel Mezzogiorno, grazie alla crescita nelle costruzioni e in tutti i comparti del terziario. Da notare che a Nord Est il tasso di disoccupazione è in assoluto il più basso, al di sotto del 5% e che i “Neet” - ovvero i giovani inattivi, che non studiano, né lavorano, né ricevono una formazione – a fine 2023 qui sono al 10% circa (dal 16% del 2017) mentre a Sud sono quasi il 25%. Nei primi sei mesi del 2024, poi, le retribuzioni contrattuali accelerano, soprattutto al Nord, a seguito dei rinnovi di alcuni importanti contratti collettivi nei servizi. Con riguardo al credito, Banca d’Italia rileva che i prestiti bancari sono calati ovunque, sia verso le famiglie che le imprese e che c’è una debole domanda di mutui casa. In compenso diminuiscono i crediti deteriorati, dove ancora una volta il Nord Est (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna) ha i numeri migliori, con un tasso di deterioramento inferiore all’1% per imprese e famiglie.

Bankitalia rileva il positivo impatto degli investimenti determinati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), con 143 miliardi stanziati complessivamente per il ciclo 2021-2027, anche se non è adeguato lo stato di avanzamento lavori. Solo il 47% delle gare aggiudicate da novembre 2021 ha avviato o terminato i lavori e l’incidenza di queste gare è più elevata nel Nord.

Ad agosto 2024 i lavori sono conclusi per il 15% delle gare aggiudicate, il 32% è ancora in corso, spesso con ampi ritardi. Infine, lo studio di Banca d’Italia guarda alla situazione della sanità del nostro Paese, rilevando un fabbisogno atteso di medici per il prossimo decennio fra il 24% nel Nord e il 37 nel Sud; mentre per gli infermieri la forbice varia fra l’11 al Nord e il 20% al Sud. La prossima settimana sono attesi i dati di dettaglio regionale e si potrà approfondire sulle tendenze in atto. —

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