Cassa integrazione nel Nord Est al record degli ultimi sette anni

I dati dell’Inps sulle ore autorizzate: nei primi nove mesi quasi tre volte il pre-pandemia: questo trend riflette difficoltà nei principali settori produttivi dell'area

Roberta Paolini
Un lavoratore metalmeccanico in una fabbrica
Un lavoratore metalmeccanico in una fabbrica

 

Il Nord Est italiano si trova nuovamente a fare i conti con un aumento marcato delle ore autorizzate di cassa integrazione guadagni (Cig). Nei primi nove mesi del 2024, i dati mostrano una crescita significativa rispetto agli anni recenti. Questo trend, elaborato sulle statistiche dell’Inps sulle ore autorizzate è osservabile su tutto il territorio, riflette difficoltà nei principali settori produttivi dell'area.

In provincia di Venezia, nei primi tre trimestri del 2024 sono state autorizzate oltre 4,8 milioni di ore, un incremento che supera di gran lunga le ore registrate nel 2019, prima della pandemia. Padova mostra un quadro simile, con 7,5 milioni di ore, vale a dire tre volte il dato del 2017, un anno relativamente stabile. Anche Treviso, con oltre 12 milioni di ore, evidenzia una ripresa del ricorso alla Cig, raddoppiando i livelli del 2017 e già al di sopra nei primi nove mesi del 2024 a tutto il 2023. Verona e Vicenza confermano la tendenza: la prima ha registrato 6,6 milioni di ore, mentre la seconda, con 15,2 milioni di ore, rappresenta uno dei territori più colpiti dall’aumento.

Anche le aree più piccole, come Rovigo e Belluno, mostrano dinamiche preoccupanti. Rovigo ha superato 1,8 milioni di ore nei primi nove mesi dell’anno, un dato che segna un netto aumento rispetto alla media del periodo pre-pandemico. Belluno, invece, si attesta a oltre 4,1 milioni di ore, un valore significativo per un territorio caratterizzato da un tessuto produttivo meno esteso rispetto ad altre province. A Gorizia e Pordenone, rispettivamente con 1,1 e 4,9 milioni di ore autorizzate, si osserva un aumento delle richieste. Udine registra oltre 4,2 milioni di ore nei primi nove mesi del 2024, consolidando un trend che negli ultimi anni si era mantenuto più contenuto. Trieste, che segna oltre 1, 012 milioni di ore di cassa integrazione autorizzate, è al 330% per cento rispetto al pre-pandemia.

Questi numeri raccontano di un Nord Est in difficoltà, dove i settori manifatturieri continuano a essere sotto pressione. Il comparto tessile e dell'abbigliamento, storicamente strategico per la regione, sta ancora risentendo della contrazione della domanda globale, aggravata dalla competizione internazionale e dall’aumento dei costi. Anche l’industria metalmeccanica e il comparto del mobile, pilastri dell’economia veneta e friulana, soffrono di una riduzione degli ordini sia sul mercato interno che su quello estero. La debolezza dell'economia tedesca, primo partner commerciale per molte imprese del Nord Est, ha ulteriormente acuito le difficoltà.

L’andamento delle ore di Cig del 2024 non può che richiamare alla memoria i picchi osservati nel 2009-2010, quando la crisi del manifatturiero e gli effetti della grande recessione globale colpirono duramente la regione. Più recentemente, il 2020 e il 2021, anni segnati dall’emergenza pandemica, hanno fatto registrare numeri straordinariamente elevati, come i 413 milioni di ore complessive del 2020. Sebbene i livelli attuali siano lontani da quei massimi storici, il trend in crescita del 2024 rispetto al 2017 suggerisce un deterioramento della situazione economica. Il Nord Est, cuore pulsante del Made in Italy, si trova ora a dover affrontare nuove sfide. L’urgenza di politiche mirate al sostegno dei settori più fragili, insieme a strategie di lungo periodo per la diversificazione economica, appare più che mai evidente.

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