Cassa integrazione: segni di rallentamento, ma il mobile soffre

Dopo la forte accelerazione fatta segnare nei primi mesi dell’anno, il ricorso alla cassa integrazione in Friuli Venezia Giulia sta rallentando. Le ore autorizzate dall’Inps nel mese di agosto sono state 676mila, il 53% in meno rispetto al dato di agosto 2023

Riccardo De Toma

Dopo la forte accelerazione fatta segnare nei primi mesi dell’anno, il ricorso alla cassa integrazione in Friuli Venezia Giulia sta rallentando. Le ore autorizzate dall’Inps nel mese di agosto sono state 676mila, il 53% in meno rispetto al dato di agosto 2023: per la terza volta a partire da maggio si registra una riduzione tendenziale nel confronto con lo stesso mese dello scorso anno, rafforzando quella che sembra un’inversione di tendenza rispetto ai primi quattro mesi dell’anno, quando l’aumento medio era stato del 48%.

Complessivamente tra gennaio e agosto sono state autorizzate 10, 3 milioni di ore di cassa integrazione, il 12, 5% in più rispetto ai 9, 1 milioni del 2023. Si tratta di un incremento inferiore rispetto a quello registrato sia a livello nazionale (+20, 4%) che a Nord Est (+39, 4%).

Analizzando il dato regionale nel dettaglio, quasi tre quarti delle richieste pervenute all’Inps sono di cassa integrazione ordinaria (Cigo), autorizzata per un totale di 7, 5 milioni di ore, il 19% in più rispetto al 2023, mentre la cassa integrazione straordinaria (Cigs) è in lieve calo (da 2, 9 a 2, 8 milioni di ore). Ancora a zero la cassa in deroga, inutilizzata anche nel corso del 2023, e minimo il ricorso ai fondi di solidarietà, praticamente azzerati dopo il boom dell’era Covid.

Guardando all’andamento settore per settore, spicca la forte impennata nel ricorso agli ammortizzatori nel comparto del legno e del mobile, che assorbe da solo quasi un quinto degli interventi, con richieste per un totale di 1, 9 milioni di ore tra gennaio e agosto, il 65% in più rispetto al 2023. Di gran lunga primo per volume di richieste, vista la sua incidenza nell’ambito del manifatturiero, il comparto della meccanica, con 4, 8 milioni di ore autorizzate dall’Inps, in aumento del 24% rispetto allo scorso anno. Tra gli altri comparti chiave, solo l’edilizia registra un segno più nel ricorso agli ammortizzatori (+22%), mentre le richieste di cassa integrazione risultano in sensibile calo nel settore siderurgico, nell’industria vetro e della carta.

A livello territoriale Pordenone supera Udine sia per volume assoluto di ore autorizzate (rispettivamente 4, 5 e 3, 8 milioni), sia per l’incremento rispetto al 2023, segno che la manifattura della Destra Tagliamento sta pagando un dazio più pesante alla frenata tedesca, oltre che alle difficoltà di un comparto chiave come l’elettrodomestico.

Significativo anche il confronto con il 2023, che vede un aumento del 15% nelle richieste di Cig a Pordenone, a fronte di un lieve calo (-1%) a Udine. Rispetto al 2023 va peggio a Trieste (+24%) e soprattutto a Gorizia (+52%), ma sull’entità dell’incremento, in questo caso, incidono soprattutto i volumi molto bassi di Cig registrati nel 2023, a fonte di richieste che quest’anno superano di poco il milione di ore nell’isontino e le 900mila ore nell’area giuliana.

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