Coronavirus, H&M chiude 8 punti vendita: 145 posti di lavoro a rischio

MILANO. H&M, chiuderà 8 dei suoi punti vendita in Italia a causa della crisi collegata all’emergenza coronavirus. La notizia è stata diffusa tramite UILTuCS, il portale sindacale dedicato a turismo, commercio e servizi .
La multinazionale svedese H&M, che in Italia conta 180 punti vendita e 5.500 addetti, ha annunciato ai sindacati che dal 4 maggio non riapriranno i due negozi di Milano, e Bari, e Udine tra aagosto e novembre chiuderanno ulteriori 4 negozi a Vicenza, si tratta del punto vendita in pieno centro, in Corso Palladio (con 16 che restano senza lavoro) e a Bassano in provincia di Vicenza (18), Grosseto, Gorizia, secondo una impostazione dettata dal board internazionale.
A rischio ci sono 145 posti di lavoro. I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, che con la direzione italiana di H&M nel 2018 hanno sottoscritto il primo contratto integrativo aziendale, hanno espresso forti perplessità sulle chiusure annunciate che alimentano la preoccupazione e il clima di incertezza sul futuro delle centinaia di lavoratori coinvolti, già gravemente minato dalle conseguenze generali della diffusione della pandemia.
Le tre sigle, consapevoli che la crisi sanitaria ha comportato e comporterà gravi danni a tutto il tessuto economico e produttivo non solo italiano, richiamano la direzione di H&M alla responsabilità sociale di impresa, a più riprese invocata anche al livello internazionale, in un momento drammatico per la vita del Paese. In un comunicato congiunto diffuso tra i lavoratori, definiscono “una scelta cinica e irresponsabile” puntare “alla sostenibilità economica nel lungo periodo”, scelta che “uccide la speranza di migliaia di lavoratori e lavoratrici per una ripresa complicata ma possibile”.
“Una previsione, 72 anni, che rasenta il ridicolo. Non possiamo certo credere che ci sia concretezza dietro alla paradossale e insensata affermazione che chiudere oggi farà guadagnare altri 72 anni” stigmatizzano i sindacati che hanno chiesto espressamente “che cessino immediatamente da parte dell’azienda gli annunci che stanno creando un clima di sofferenza ed apprensione, in un momento in cui, è richiesta lucidità e impegno, per affrontare la complicatissima fase 2” e sollecitano un dietrofront sulle chiusure e che “ogni sforzo e impegno sia ricondotto alla necessità della ripartenza immediata”.
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