«Ecco la nostra vita in camper per lavorare da Amazon», la storia di due precari dell'hub di Rovigo

Massimo Straccini, 58 anni, vive con la moglie davanti allo stabilimento di Rovigo. È stato assunto con un contratto di tre mesi, che non dà garanzie per ottenere un affitto
ROVIGO. Vivo e lavoro qua. Con questo stipendio non mi posso permettere altro». Sono le dieci e mezzo di un mercoledì sera. Massimo Straccini, 58 anni di Ferrara, apre la porta del suo camper, parcheggiato ormai da quasi due mesi davanti allo stabilimento Amazon della provincia di Rovigo.
 
Massimo Straccini è uno degli addetti allo stoccaggio. È stato assunto il 7 ottobre scorso dalla società di Seattle, che dai 120 dipendenti iniziali ha quasi decuplicato i numeri per fare fronte al Black Friday e al periodo natalizio. Accanto a lui c’è la moglie Edena, origini brasiliane, che spera di venire ingaggiata come il marito.
 
A causa del contratto debole e della paga bassa i due vivono in un camper, proprio davanti al mega hub polesano. E non sono gli unici. La situazione è stata denunciata anche dalla Cgil di Rovigo, che fatica a trovare un dialogo con il colosso della logistica. 
 
«Mi hanno assunto per tre mesi con il Mog (minimo orario garantito)» racconta Straccini, dall’interno del suo camper, poco prima di iniziare il turno di notte che dalle 23.30 lo terrà occupato fino alle 7 del mattino. «Il mio compito è prendere i pacchi e sistemarli negli scaffali robotizzati». 
 
Il primo stipendio è stato di 968 euro per 104 ore: poco più di 9 euro l’ora. I camper presenti sono quasi una decina e, sempre la Cgil, sostiene che qualcuno dorma anche in macchina. Tra San Bellino e Castelguglielmo gli affitti hanno subito aumenti anche del 30 per cento, dopo l’arrivo della massa di lavoratori di Amazon. Ma soltanto una minima parte di questi salariati offre le garanzie richieste nel mercato immobiliare. C’è anche chi, come Marco, 48 anni, di Bologna, ne fa una questione di costi: «Ho una moglie, una figlia e un mutuo casa.
Non posso permettermi di buttare via soldi per un affitto. Quindi ho scelto di vivere in camper». 
 
«Amazon offre due tipi di contratti: o tre mesi con il minimo garantito o un mese full time» spiega Pieralberto Colombo, segretario generale della Cgil Rovigo. «Con il minimo garantito si lavorano due giorni a settimana, salvo poi essere richiamati in base alle esigenze, con 24 ore di anticipo». I lavoratori di Amazon vengono ingaggiati e gestiti da due agenzie di lavoro interinale, Adecco e Manpower.
 
Devi Sacchetto, professore di Sociologia del Lavoro dell’Università di Padova, qualche anno fa è stato autore di una ricerca sui lavoratori della Foxconn in Repubblica Ceca. Una ricerca intitolata “Disappearing workers”, i lavoratori che scompaiono. Le dinamiche non sono molto differenti da quelle di Amazon. 
 
«Questo fenomeno ci mostra lo strano intreccio tra consumo, mercato del lavoro e riproduzione sociale» ragiona Sacchetto. «Il just in time dell’azienda che diventa il just in time della vita. Una compressione importante dei tempi liberi: non credo proprio che chi vive in camper vada chissà dove, quando finisce di lavorare. A volte bisognerebbe porsi degli interrogativi sulla nostra esigenza di consumo e su come si ripercuote sulle condizioni di lavoro e di vita di chi sta dietro i pacchi che ordiniamo». —
 

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