Esuberi alla Electrolux: c’è l’accordo per gli operai

I contratti di solidarietà, in scadenza a fine giugno, non saranno rinnovati. Trovata l’intesa quadro a livello nazionale. Fino a 74 mila euro di incentivo

Un ritocco verso l’alto dell’incentivo all’esodo, che passa dai 72 mila euro previsti per gli impiegati, ai 74 mila destinati agli operai, confermato il criterio della volontarietà, nessuna variazione al “tetto” degli esuberi che restano, anche per i blue collar, quelli dichiarati a gennaio a livello Paese. E, ancora, i contratti di solidarietà in scadenza a fine mese e attivati per gli stabilimenti di Porcia e Forlì, non verranno prorogati, avendo concordato - azienda e sindacati - che la gestione della produzione nei mesi a venire, sulla base degli ordini in portafoglio, delle chiusure collettive in calendario per l’estate, dovrebbero non rendere necessario l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, potendo fare ricorso - in caso di necessità - agli strumenti contrattuali (come i Par).

In linea con le attese, dunque, l’incontro di ieri a Quarto d’Altino tra la direzione di Electrolux, i coordinatori nazionali di Fim, Fiom e Uilm, i segretari provinciali e le Rsu di fabbrica, che era stato convocato per discutere proprio di ammortizzatori sociali, con l’idea di cercare un’intesa anche sulle uscite volontarie tra gli operai, dopo l’accordo di marzo riservato ai 168 esuberi individuati, a livello di gruppo, tra gli impiegati. L’accordo è stato raggiunto e nei termini ricalca pari pari l’intesa precedente, con una lieve modifica all’importo degli incentivi destinando a questi la cifra di circa 2 mila euro che l’azienda sosterrebbe per garantire l’outplacement. Nel caso in cui questa opportunità non interessasse, ecco che la somma andrà ad innalzare il valore dell’incentivo. Confermati anche gli altri criteri, e quindi il variare della cifra a seconda della distanza dal pensionamento, il minimo di anzianità aziendale richiesta ecc.

Siglato l’accordo quadro, per essere operativo andrà declinato a livello di stabilimento, cosa che a Porcia potrebbe accadere entro poco tempo e comunque dopo che i delegati (una volta chiusa la partita Rsu tra le tre organizzazioni che si è aperta dopo le elezioni, ndr) avranno raccolto l’interesse tra i lavoratori per la proposta. I “numeri” delle eccedenze non cambiano: 95 esuberi tra gli operai a Porcia, 70 a Forlì.

Sul fronte impiegati, l’esodo non pare essere sostenuto. Il punto sulla situazione fatto ieri registra 18 volontari su una platea complessiva di 168 individuati in tutti gli stabilimenti, e anche qui con una maggioranza nel pordenonese (89 quelli indicati a inizio anno). «Come sindacato - spiegano i coordinatori nazionali di Fim Fiom e Uilm - abbiamo chiesto di conteggiare nelle uscite anche le dimissioni non seguite da sostituzioni».

Rispetto al tema ammortizzatori, è condivisa la scelta di sospenderli: «Abbiamo tutto l’interesse - considera infatti Roberto Zaami, segretario provinciale Uilm - per un loro utilizzo parsimonioso. A Porcia abbiamo a disposizione 10 mesi e mezzo di ammortizzatori» dati dalla somma della cassa integrazione, 26 settimane e mezzo, e dei contratti di solidarietà, calcolati nel quinquennio. «C’è l’impegno per un incontro con l’azienda a fine agosto - conclude Zaami - per verificare l’andamento dei volumi (al momento le stime a fine anno sono state riviste in lieve ribasso rispetto alle previsioni di inizio anno) e l’eventuale necessità di fare ricorso alla cassa» .—

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