Federmeccanica: il 30% delle imprese non rinnoverà i contratti a termine

Solo il 37% intende trasformarli in contratti a tempo indeterminato mentre un altro 33% si riserva di decidere, valutando la situazione alla scadenza. Franchi: «per avere una occupazione stabile serve una crescita stabile»

UDINE - Il 30% delle imprese dell'industria metalmeccanica non rinnoverà, alla data di scadenza, i contratti a tempo determinato in essere, il 37% intende trasformarli in contratti a tempo indeterminato mentre un altro 33% si riserva di decidere, valutando la situazione alla scadenza.

È quanto emerge da una domanda sugli effetti del decreto dignità contenuta nell'indagine congiunturale di Federmeccanica relativa all'industria metalmeccanica, come spiega il direttore generale Stefano Franchi riferisce ancora che l'associazione «monitorerà il trend, anche in relazione alla decisione delle imprese che non si sono pronunciate».

In tema di occupazione, Franchi rileva in primo luogo che «per avere una occupazione stabile serve una crescita stabile».

Questa dipende dalla «competitività delle imprese» che si basa, tra l'altro, su «costo del lavoro, sostegno agli investimenti e istruzione e formazione».

E proprio su quest'ultimo aspetto, Franchi ricorda la petizione a favore dell'alternanza scuola-lavoro "Più alternanza. Più formazione" lanciata nei giorni scorsi da Federmeccanica su cui, riferisce, sono state finora raccolte 20mila firme.

Il direttore generale di Federmeccanica rileva inoltre che «le norme non creano occupazione, possono agevolare o meno un percorso di assunzione. Noi riteniamo che la flessibilità possa agevolare. Una flessibilità - sottolinea ancora - che non significa precarietà visto che nel nostro settore il 40% dei contratti a tempo indeterminato sono trasformazioni di contratti flessibili e il 98% dei contratti sono a tempo indeterminato».

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