Fim Cisl Fvg: Pasquale Stasio è il nuovo segretario generale
E’ stato eletto a larga maggioranza dal consiglio generale dei metalmeccanici di Cisl Fvg. Tra le priorità: il rinnovo del contratto nazionale. Il segretario nazionale Uliano: Pronti allo sciopero
Arrivare in tempi brevi al rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici, che in Friuli Venezia Giulia coinvolge 750 aziende e circa 48 mila lavoratori. E parallelamente affrontare la situazione del settore, particolarmente colpito delle varie difficoltà imposte dalla congiuntura macroeconomica – leggi: le crisi del settore auto, della componentistica e dell’elettrodomestico, la tensione legata all’andamento del settore siderurgico e della meccanica più generale –, che in regione sta condizionando l’andamento di oltre 80 aziende, ricorse agli ammortizzatori sociali per 6 mila lavoratori su 7 mila 500 dipendenti.
Sono le priorità che si è dato il neo segretario generale di Fim Cisl Fvg, Pasquale Stasio, eletto ieri a larga maggioranza dal consiglio generale dei metalmeccanici regionali, riunito a Monfalcone – presente il segretario nazionale Ferdinando Uliano – per decidere il successore di Gianpiero Turus. Come da proposta del segretario uscente è stato eletto Stasio, già membro della segreteria regionale di Fim Cisl. Al suo fianco, in segreteria è stato confermato Gianni Piccinin ed eletto ex novo Alessandro Contino.
Nel suo discorso d’insediamento, il neo segretario ha messo in chiaro le priorità della nuova segreteria a partire dall’attenzione per l’andamento del settore metalmeccanico, «condizionato dagli scenari internazionali, dal costo dell’energia, dall’avanzamento di colossi economici come Cina e India, dalla mancanza di una politica industriale di prospettiva sia nazionale che europea».
C’è poi la partita del rinnovo del contratto nazionale, che è scaduto lo scorso 30 giugno e interessa 1,5 milioni di lavoratori a livello nazionale. Una partita tutta in salita dopo che lo scorso 12 novembre è saltato il tavolo di trattativa a Roma portando alla proclamazione di sciopero in tutto il territorio nazionale, da svolgersi entro il 15 gennaio del prossimo anno.
«Di fatto Federmeccanica non ha presentato una proposta migliorativa rispetto a quella dello scorso ottobre: di fronte a questa impasse del negoziato, dopo 7 mesi di trattativa – ha dichiarato ieri Ferdinando Uliano, segretario generale di Fim Cisl – abbiamo messo in cantiere 8 ore di sciopero che sarà articolato e gestito a livello territoriale, ritenendo che sia l’unico modo per cambiare l’inaccettabile atteggiamento di Federmeccaica».
Tra i tanti nodi da sciogliere c’è anzitutto quello relativo all’aumento salariale. «Noi chiediamo un aumento mensile nei prossimi tre anni di 280 euro, la controparte risponde con una non offerta. Propone di legare l’aumento all’inflazione, prevedendo per i prossimi quattro anni 173 euro mensili, cifra valida oggi ma destinata a modificarsi in base all’andamento inflattivo».
Non meno distanti le posizioni tra le parti su diverse questioni normative. A partire dalla gestione dei contratti precari. «Abbiamo chiesto di definire percentuali massime in termini di numero, di durata, vincoli rispetto alla precedenza di ex lavoratori in caso di stabilizzazioni, ottenendo in risposta di fatto nulla – attacca ancora Uliano –: ci hanno proposto un voucher di qualche ora di formazione per chi non viene confermato».
Sindacato e Federmeccanica restano su posizioni lontanissime anche sul tema della contrattazione di secondo livello, che non fa oltre il 70% delle imprese, questo anche problema dove facciamo contrattazione, quello delle donne, per le quali il sindacato ha chiesto maggiori possibilità di conciliazione tra vita e lavoro, e ancora sulle differenze salariali di genere e sul tema della sicurezza solo per citarne alcune.
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