Flette la cassa integrazione in Fvg: a luglio -71,9% rispetto al mese precedente
A determinare la contrazione sia la ripresa delle attività legate al turismo, sia la fine della “Cassa Covid”
UDINE. La flessione, importante, nell’utilizzo della cassa integrazione anche in Friuli Venezia Giulia, come nel resto del Paese, avvenuta nel mese di luglio 2021 rispetto al mese precedente, non è una sorpresa.
A determinarla, oltre a una ripresa delle attività legate al turismo, c’è la cessazione della “Cassa Covid” scattata a fine giugno.
Ma per capire quanto lontani siamo, ancora, dalla normalità, basta un raffronto con il periodo pre-Covid, dato dall’utilizzo della cig nei mesi di gennaio-luglio, nei tre anni che vanno dal 2019 al 2021. Un colpo d’occhio sufficiente per confermare che, alla agognata normalità, non siamo nemmeno vicini.
Nel 2019, infatti, nei sette mesi considerati le ore di cig autorizzate si erano fermate a 1,9 milioni; nel 2020, l’annus horribilis, erano esplose a oltre 47 milioni; quest’anno siamo a quota 25,5 milioni: e sono davvero ancora tante, e non tengono nemmeno conto del Fis, il fondo di solidarietà, che appesantisce ulteriormente il dato.
Per cui, nel 2021, è come se da inizio anno oltre 21 mila 700 lavoratori siano stati messi in cassa integrazione solo in Friuli Venezia Giulia (1,8 milioni in tutta Italia), poco più della metà dei 40 mila dello scorso anno, ma tanti, tanti di più rispetto ai mille 600 del 2019.
Venendo ai dati, a luglio sono 2,17 milioni le ore di cig complessivamente autorizzate in regione, -71,9% rispetto ai 7,72 milioni di ore del mese di giugno, -62,4% rispetto a luglio 2020.
La flessione ha riguardato sia la cassa ordinaria che quella in deroga; non invece quella straordinaria (legata a riorganizzazioni e ristrutturazioni aziendali) che è invece in aumento: +17% sul mese precedente, +37% come variazione tendenziale su luglio 2020. La cassa ordinaria è quella che intercetta il maggior numero di ore, pari a 1,8 milioni; 199 mila sono le ore di cassa straordinaria, 158 mila quelle della cig in deroga. A giugno su 7,7 milioni di ore autorizzate la cig ordinaria ne intercettava 6,3 milioni, quella in deroga 1,1 milioni, quella straordinaria 170 mila.
Per considerare gli ammortizzatori sociali nell’insieme, va quindi aggiunto anche il ricorso al Fis (il Fondo di integrazione salariale è un fondo di solidarietà che assicura un sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa; si tratta di imprese che occupano mediamente più di 5 dipendenti, apprendisti inclusi, e fanno parte di settori per i quali non sono stati stipulati accordi per la creazione di un fondo di solidarietà bilaterale o un fondo di solidarietà bilaterale alternativo, e non rientrano nell’ambito di applicazione della cassa integrazione guadagni ordinaria e straordinaria, ndr). Il Fis registra 541 mila ore autorizzate a luglio, circa un quinto di quelle di giugno, quando erano 2,5 milioni. Parametrando queste ore ai lavoratori Fte, full time equivalenti, otteniamo circa ulteriori 3.200 persone che, sempre nel mese di luglio, sono rimasti esclusi dall’attività lavorativa.
Per completare il quadro sull’impatto che la pandemia sta ancora determinando sul mondo del lavoro regionale, mancano i dati - per ora non disponibili - su precariato e disoccupazione che confermeranno il permanere della distanza dal periodo pre-Covid.
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