Frena il lavoro stabile in Veneto
PADOVA. Dopo la straordinaria accelerazione di dicembre, arriva "l'inevitabile rimbalzo e l'atteso cambio di tendenza per quanto riguarda i flussi di rapporti di lavoro a tempo indeterminato, ora destinatari di incentivi decisamente meno consistenti". Lo scrive nero su bianco Veneto Lavoro nell'ultima misura aggiornata a febbraio 2016 e pubblicata online oggi.
Effetto legge di Stabilità 2016 che rispetto al 2015 ha ridotto l'importo (al massimo 3.250 euro) della decontribuzione che prima era pari a 8.060 euro annui e anche la durata oggi di un biennio rispetto al triennio della legge 2015.
E così, a gennaio 2016 le assunzioni con contratto a tempo indeterminato in Veneto sono risultate 8.732, con un calo del 34% rispetto al gennaio 2015.
Le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato sono risultate 1.217 (-59% rispetto a gennaio 2015); il consolidamento degli apprendisti che hanno concluso il periodo formativo ha comportato 153 ingressi nel tempo indeterminato "normale" (-67% sul gennaio 2015).
Ridotta risulta anche la dinamica delle cessazioni: -20% rispetto al gennaio 2015.
L'esito congiunto di queste dinamiche degli eventi di assunzioni/trasformazioni/cessazioni, spiega Veneto Lavoro, dà luogo ad un saldo per gennaio dei contratti a tempo indeterminato modestamente positivo (come fisiologico a gennaio), di poco superiore alle 1.000 unità e nettamente inferiore a quello del gennaio 2015.
"Occorre aver chiaro, comunque, che un saldo zero nel 2016 significa, per il sistema produttivo - spiega la misura - incorporare l’eccezionale crescita del 2015 (+57.390 posizioni di lavoro a tempo indeterminato). Crescita che ha significato un sostanziale, fin troppo rapido e inatteso recupero dei livelli pre-crisi".
Su base annua la variazione dei posti di lavoro risulta quindi assolutamente cospicua, grazie alla straordinaria eredità del 2015.
“Un anno fa le statistiche evidenziavano un anomalo picco di assunzioni - commenta l’assessore veneto Elena Donazzan – infatti il 2015 si è chiuso con 23.766 assunzioni e 16.685 trasformazioni di contratto. Un vero e proprio boom, dettato dagli incentivi previsti fino al 31 dicembre 2015 (fino a 8.060 euro per tre anni), che hanno indotto gli imprenditori ad anticipare la stipula di rapporti di lavoro già programmati. Ora, per effetto della legge di stabilità 2016 che ha ridotto sia l’importo che la durata delle agevolazioni, prevedendo un massimo di 3.250 euro per due anni, il saldo positivo di nuovi contratti a tempo indeterminato si riduce a 1.226. Un risultato nettamente inferiore non solo in confronto a dicembre, ma anche rispetto agli stessi mesi degli anni precedenti”. A gennaio 2015 i posti in più erano stati 5.658, in linea con i 5.323 di gennaio 2014.
"Gli incentivi sono uno strumento utile ma determinano delle anomalie”, riprende Donazzan che tuttavia invita ad attendere la fine del 2016 per valutare correttamente gli effetti del Jobs Act sul mercato del lavoro. "Solo nel lungo periodo - rileva l'assessore veneto - si potrà capire davvero se e in che modo gli incentivi introdotti con il Jobs Act possano aver influito sul mercato del lavoro regionale, contribuendo a far ripartire l’occupazione". "Se gli incentivi possono essere attrattivi – conclude - è pur vero che la priorità per una lungimirante politica di sviluppo dell'economia deve essere incentrata su strumenti atti a rendere le nostre imprese più forti e competitive. A mio giudizio, la riduzione delle tasse e della burocrazia sono misure più efficaci degli incentivi per sostenere l’occupazione e la competitività delle imprese. In particolare per le imprese venete, che godono di un contesto economico regionale più solido di quello nazionale per propria capacità e per il supporto focalizzato delle politiche regionali".
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