In Friuli i redditi più bassi del Nordest: a Udine e Pordenone media di 32.561 euro
Nelle due province del Friuli i redditi sono più bassi di 1.200 euro rispetto alla media nazionale che è pari a 33.790. Ancor meno prende un lavoratore goriziano: in media 31.349 euro. Trieste invece svetta: è nona in Italia con 36.193 euro. A dirlo è uno studio della Fondazione Corazzin della Cisl

UDINE. Con 33.131 euro il Friuli Venezia Giulia è la regione del Nordest (Emilia Romagna compresa) ad avere il minor reddito equivalente per lavoratore. Neanche l’ottima performance messa a segno da Trieste, che si piazza in nona posizione a livello nazionale, con 36.193 euro, consente di colmare il gap.
Il Friuli resta staccato. Pordenone al trentaduesimo posto, con 32.882 euro, Udine al trentasettesimo, con 32.240 euro. Tra destra e sinistra Tagliamento il reddito medio si ferma dunque a 32.561 euro, oltre 1.200 euro in meno della media nazionale che è pari a 33.790.
Ancor più in basso si trova Gorizia, città in cui un lavoratore medio a tempo pieno prende in media 31.349 euro.
A dirlo è uno studio della Fondazione Corazzin della Cisl che in termini di definizione dei redditi ha fatto una scelta precisa: quella cioè di prendere a riferimento la retribuzione media equivalente dei lavoratori dipendenti.
Una cifra che si ottiene dividendo la retribuzione totale nell’anno dei lavoratori dipendenti di una determinata area per il numero di giornate retribuite e dividendo il risultato per 365 giorni. Una scelta che, secondo gli analisti della Fondazione Corazzin, permette di analizzare le retribuzioni e poterle comparare tra province e regioni in maniera standardizzata e indipendente dalle giornate retribuite nel corso dell’anno.
Il risultato, sostanzialmente teorico e potenzialmente sovrastimato per un buon numero di lavoratori, principalmente quelli precari, saltuari o part time, garantisce inoltre di ottenere valori confrontabili anche sul piano europeo.
A brillare, in regione, è dunque solo Trieste, capitale del Fvg anche per il reddito dei propri lavoratori. Un primato che la città giuliana mantiene anche allargando il confronto alle città del Veneto, tutte con redditi inferiori. Fanno meglio invece Milano, Bolzano, quattro città dell’Emilia Romagna (Parma, Bologna Modena e Reggio Emilia) e ancora Roma e Genova.
«A guardare questi dati la prima cosa che salta agli occhi è la capacità di Trieste di esprimere redditi equivalenti di alto livello, superiori ad una media nazionale che si attesta a 33.790 euro e non lontana dalle prime in classifica, fatta eccezione per Milano che arriva a oltre 45 mila euro annui» spiega Cristiano Pizzo segretario regionale della Cisl del Friuli Venezia Giulia.
«Una delle città demograficamente più vecchie del Paese è in grado comunque di dare risultati incoraggianti e questo forse si spiega con scelte lungimiranti che si sommano a motori storici dell’economia del capoluogo che sono il Porto, il mondo delle assicurazioni e della finanza e così via. Quella di scommettere sui servizi innovativi, quelli a maggiore valore aggiunto, che guardano per altro al futuro della città e del mondo».
E a guardare i dati, in effetti, a Trieste gli “altri servizi”, che escludono il settore del turismo, della ristorazione e del commercio, occupavano l’anno scorso il 71,9% dei lavoratori dipendenti contro una media regionale del 53,4%.
«Anche se la performance di Trieste è confortante colpisce il fatto che il reddito medio equivalente per lavoratore in Friuli Venezia Giulia è solamente di 33.131 euro – continua Pizzo –. Un dato che ci racconta di un sistema caratterizzato ancora da salari troppo bassi: la nostra è la regione del Nordest (compresa l’Emilia Romagna) dove si viene pagati di meno pure in un contesto, quello italiano, i cui salari sono i tra i più bassi e tra quelli che si sono rivalutati di meno nell’Europa occidentale. Al prossimo governo – conclude Pizzo – non possiamo che chiedere di intervenire in questo senso come prima cosa».
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