L’industria Fvg reagisce meglio alla crisi: meno ore di cassa integrazione in aprile

I dati relativi alle ore autorizzate sono in flessione ma restano su livelli molto lontani da quelli pre-covid

Riccardo de Toma
Folla in uno degli sportelli INPS a Napoli tra le citta' con più richieste di domande di pensione anticipata con Quota 100, 8 febbraio 2019 ANSA / CIRO FUSCO
Folla in uno degli sportelli INPS a Napoli tra le citta' con più richieste di domande di pensione anticipata con Quota 100, 8 febbraio 2019 ANSA / CIRO FUSCO

UDINE. “Soltanto" tre milioni di ore di ammortizzatori in un mese, anzi, qualcosina in meno (2,9 milioni).

Sarebbero tantissime in tempi normali, per una regione piccola come il Friuli Venezia Giulia, ma quelli di aprile - 1,9 milioni di ore di cassa integrazione e 975mila di Fis (Fondo integrazione salariale) - danno il totale più basso registrato in regione dall'inizio della pandemia.

Un anno esatto dopo i 20 milioni di aprile 2020, in pieno lockdown, e a ruota del brusco innalzamento di marzo, 12,4 milioni, legato al decreto Sostegni e alla nuova proroga degli ammortizzatori, si registra finalmente un primo, deciso segnale di rallentamento nella corsa agli ammortizzatori.

Merito dell'allentamento delle restrizioni? La spiegazione non è questa, visto che lo sbarco in zona gialla è del 26 aprile ed è pertanto probabile che il suo effetto si faccia sentire solo a partire dal mese in corso.

Più facile che la frenata sia legata a un effetto riflusso dopo l'impennata di richieste ricevute e autorizzate a marzo. Interessante sarà anche valutare quale sarà l'effettivo ricorso alla cassa integrazione, dal momento che le ore autorizzate non necessariamente devono essere richieste: è un ombrello da aprire in caso di pioggia e più di qualcuno ha potuto tenerlo chiuso, in particolare nel manifatturiero.

Un operaio dotato di guanti, occhiali protettivi e mascherina, a lavoro nell'impianto produttivo di Alcantara, uno dei brand pi importanti del Made in Italy, con sede a Nera Montoro, frazione del comune di Narni (TR), in occasione della riapertura dello stabilimento a seguito delle misure imposte dalla Presidenza del Consiglio dei ministri per arginare la diffusione del Coronavirus, 15 aprile 2020. ANSA/CLAUDIO PERI A worker equipped with gloves, protective glasses and mask, at work in the production plant of Alcantara, one of the most important brands of Made in Italy, based in Nera Montoro, a hamlet of the municipality of Narni in the province of Terni, on the occasion of the reopening of the factory following the measures imposed by the Prime Minister's Office to counter the spread of Coronavirus, 15 April 2020. Alcantara is one of the most important Made in Italy brands. ANSA / CLAUDIO PERI
Un operaio dotato di guanti, occhiali protettivi e mascherina, a lavoro nell'impianto produttivo di Alcantara, uno dei brand pi importanti del Made in Italy, con sede a Nera Montoro, frazione del comune di Narni (TR), in occasione della riapertura dello stabilimento a seguito delle misure imposte dalla Presidenza del Consiglio dei ministri per arginare la diffusione del Coronavirus, 15 aprile 2020. ANSA/CLAUDIO PERI A worker equipped with gloves, protective glasses and mask, at work in the production plant of Alcantara, one of the most important brands of Made in Italy, based in Nera Montoro, a hamlet of the municipality of Narni in the province of Terni, on the occasion of the reopening of the factory following the measures imposed by the Prime Minister's Office to counter the spread of Coronavirus, 15 April 2020. Alcantara is one of the most important Made in Italy brands. ANSA / CLAUDIO PERI

Non è un mistero infatti che l'industria abbia reagito piuttosto bene alla crisi, soprattutto nei comparti più legati alla casa (mobile, elettrodomestico, elettronica, la stessa edilizia, molti settori della metalmeccanica, a seconda dei mercati di riferimento).

Pioggia a catinelle invece sul commercio, sul turismo e sulla ristorazione, che nel 2020 hanno assorbito 35 milioni di ore tra Cig e Fis, sui 94 complessivi, e già 11,8 milioni quest'anno, più della metà dei 22,6 milioni registrati dall'Inps tra gennaio e aprile.

Lasciando da parte il Fis, l'ammortizzatore più utilizzato nel terziario essendo esteso ai settori e alle microaziende non coperte dalla Cig, l'andamento della sola cassa integrazione risulta in flessione in tutte le province del Fvg: da gennaio ad aprile il calo è stato del 44% a Pordenone, del 30% a Gorizia, del 29% a Udine e del 24% a Trieste, per una media regionale del -34%.

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