Mercato del lavoro Fvg: in calo le assunzioni. Pesa l’incertezza dell’industria

Il rapporto Excelsior Unioncamere sul mese di novembre: nel terziario le previsioni stimate in lievissima crescita

Riccardo De Toma

Calano le previsioni di assunzione in Friuli Venezia Giulia, ed è un segno meno legato per intero alle incertezze del manifatturiero. A dirlo il rapporto mensile Excelsior-Unioncamere di novembre, elaborato dal Centro studi della Camera di Commercio di Udine e Pordenone, che evidenzia una flessione sia nel mese che nel trimestre novembre-gennaio 2025.

Le stime relative alla nostra regione sono in linea con l’andamento rilevato a Nord Est e a livello nazionale: 8.070 le assunzioni previste nel mese di novembre, 310 in meno nel confronto con novembre 2023, 23.920 quelle complessive tra novembre e gennaio, con una flessione di 1.230 rispetto a dodici mesi fa.

Sia il dato mensile che quelle trimestrale mostrano un andamento divergente tra l’industria e i servizi: se nel terziario le previsioni di assunzione sono in lievissima crescita, le imprese del manifatturiero prevedono 380 entrate in meno a novembre e 1.300 nel trimestre.

Momento complesso

«Anche il dato dell’occupazione – commenta il presidente della Cciaa Pordenone-Udine Giovanni Da Pozzo – ci conferma un momento di complessità generale per quanto riguarda l’industria, che risente maggiormente della situazione geopolitica e geoeconomica e soprattutto le difficoltà su alcuni mercati-chiave, uno su tutti la Germania. Resta invece un segno positivo nel comparto dei servizi che, anche numericamente, registra la maggior parte delle nuove assunzioni».

Due assunzioni su tre, in effetti, sono riferite al terziario, con 5.430 delle 8.070 entrate previste nel mese in corso, a fronte delle 2.640 del manifatturiero. Un dato che non sorprende, riflettendo la realtà di un’economia sempre più terziarizzata, anche in una regione a forte vocazione industriale come il Fvg. Allo stesso modo non sorprende il fatto che più della metà delle previsioni di assunzione, il 56%, riguardi imprese con meno di 50 dipendenti.

Il dettaglio per settori

Analizzando nel dettaglio i settori, il 20% delle assunzioni riguarderà i servizi di ristorazione e alloggio, con 1.590 assunzioni nel mese, quasi il 20% del totale. A seguire il commercio (1.320), i servizi alle persone (830), le costruzioni (670) e i servizi alle imprese (660).

Guardando invece alle aree di inserimento del personale in entrata, per quasi un nuovo assunto su 2 (il 48%) si profila un utilizzo in produzione (di beni o servizi), per il 19% nell’area commerciale, per il 13% in area tecnica e per il 12% in quella logistica. Solo l’8% delle figure ricercate è destinato all’area dirigenziale o amministrativa. In larga minoranza gli under 30, che saranno il 32% dei neo assunti, pochi i laureati, appena il 9%. Tutt’altro che trascurabile l’apporto degli immigrati, quasi un neo-assunto su 4 (24%).

Il recruiting

Il reperimento di personale si conferma non facile: più di un’impresa su 2 (56%) prevede problemi di recruiting, con percentuali di difficoltà che vanno dal 42% medio delle professioni non qualificate e il 51% dell’area impiegatizio-commerciale al 65% di dirigenti e tecnici e al 67% degli operai specializzati.

Nell’ambito dei titoli di studio, più difficili da trovare gli ingegneri elettronici e informatici, i laureati dell’indirizzo chimico-farmaceutico, sanitario e paramedico, anche gli insegnanti e i laureati in lingue. Mancano anche tecnici, periti, operai edili, elettricisti e riparatori.

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