Nuovo dpcm, la rabbia di Confagricoltura Treviso: "Alcune aziende non sopravviveranno"

Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, Presidente di Confagricoltura Treviso boccia il nuovo dpcm: " Lo dico chiaramente: alcune aziende del nostro settore potrebbero avere difficoltà a superare il 2020. Questo ci fa rabbia, soprattutto se consideriamo i segnali veramente positivi registrati nell’ultimo periodo"
 
TREVISO. «Non posso nascondere che le misure di contrasto alla diffusione del Covid-19 presenti nel nuovo DPCM varato dal Governo ci preoccupano profondamente» commenta Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, Presidente di Confagricoltura Treviso.
 
«Quello che appare sempre più chiaro in queste ultime settimane è che l’Esecutivo si sia fatto trovare nuovamente impreparato, e che non stia affrontando questa seconda ondata – ampiamente anticipata nei mesi precedenti - seguendo un piano ben definito: quello che ne consegue sono una serie di norme e prescrizioni non equilibrate».
 
«Il mondo agricolo trevigiano rischia di subire gravissime perdite, ad esempio, dalla chiusura generalizzata delle attività di ristorazione, anticipata alle ore 18. Il canale Ho.Re.Ca. rappresenta uno dei principali sbocchi commerciali per le imprese del nostro territorio, ed una decisione come questa non potrà che pesare ancora di più su fatturati già gravati da perdite di oltre il 30% maturate durante il primo lockdown. Lo dico chiaramente: alcune aziende del nostro settore potrebbero avere difficoltà a superare il 2020. Questo ci fa rabbia, soprattutto se consideriamo i segnali veramente positivi registrati nell’ultimo periodo, culminato con l’entrata in commercio del Prosecco Rosé, che ci dava grandi speranze».
 
«Non siamo incoscienti, la salute è senza dubbio la priorità: ben venga lo stop a tutte quelle attività che non rispettano i protocolli di sicurezza, ma non si possono discriminare tutte quelle realtà che invece hanno investito per continuare a lavorare. Anche per questo ci auspichiamo che il Governo comprenda quanto prima l’importanza, in questa fase, di lasciare autonomia decisionale alle amministrazioni regionali, cosicché queste - fatte le dovute e specifiche valutazioni - possano prendere le contromisure più adatte al loro territorio». 
 
Argomenti:dpcm 25 ottobre

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