Sì della Bce alla salita di UniCredit in Commerzbank: «Ora dialogo con Berlino»
Francoforte ha autorizzato l’istituto italiano ad aumentare la propria quota fino al 29,9%. Dossier al vaglio del nuovo governo tedesco e dell'Autorità federale della concorrenza. «La tempistica di una eventuale aggregazione si estenderà probabilmente ben oltre il 2025»

In attesa che si chiarisca il quadro politico in Germania, UniCredit ottiene il via libera dalla Banca centrale europea per salire fino al 29,9% (il limite oltre il quale scatta l’obbligo di Opa) di Commerzbank.
«Mentre l'approvazione evidenzia la solidità finanziaria e l'ottemperanza regolamentare di UniCredit», spiega una nota diffusa dalla banca, «vi sono ancora diversi fattori che determineranno qualsiasi sviluppo successivo e la relativa tempistica».
Il riferimento è in particolare ad «alcuni procedimenti autorizzativi che sono tuttora pendenti dinanzi alle autorità competenti, fra cui l'Autorità federale tedesca della concorrenza, la cui positiva conclusione è necessaria prima che la quota di circa il 18,5% detenuta tramite strumenti derivati possa essere convertita in azioni».

A questo proposito va ricordato che il gruppo guidato da Andrea Orcel è entrato lo scorso settembre nel capitale dell’istituto tedesco rilevando il 9,5%. Quindi, attraverso strumenti finanziari derivati, ha costruito una partecipazione potenziale dell'11,5%, che ha portato la quota complessiva al 21%. A dicembre UniCredit ha fatto nuovamente ricorso ai derivati per arrivare a controllare il 28% dell’istituto teutonico. Entrambe le operazioni, per evolvere in partecipazioni dirette, necessitavano del disco verde da parte della Banca centrale europea, che è appena arrivato. Archiviato questo passaggio, resta da gestire la partita politica.
L’istituto resta «in attesa dell'opportunità di avviare un dialogo costruttivo con il nuovo governo della Repubblica Federale di Germania, una volta formatosi», prosegue la nota societaria. Quindi la rivendicazione: «Siamo lieti di riscontrare che il nostro investimento ha determinato un cambiamento positivo in Commerzbank che, insieme alle recenti prospettive più ottimistiche dell'economia tedesca, ha determinato un sostanziale apprezzamento del titolo».
Un elemento novità è relativo alle tempistiche dell’eventuale scalata. Alla luce dei nodi politici, l’istituto guidato da Orcel sottolinea che l’orizzonte temporale «per decidere se procedere o meno con una potenziale aggregazione si estenderà probabilmente ben oltre la fine del 2025».
Insomma, tempi lunghi, anche perché negli ultimi mesi il gruppo italiano si è imbarcato in altre due partite altrettanto delicate. In primis l’offerta pubblica di scambio all’indirizzo di Banco Bpm, che si è via via complicata sia per la resistenza dell’esecutivo italiano, sia perché quest’ultima ha da poco alzato l’offerta pubblica d’acquisto su Anima, portandola da 6,2 a 7 euro.
Se, come appare probabile, quest’ultima operazione andrà in porto, UniCredit dovrà decidere se mantenere attiva l’Ops o rinunciarvi dato il maggiore esborso necessario.
Più recente l’ingresso dell’istituto nel capitale di Generali, con l’acquisto del 5,2% del capitale che potrà risultare decisivo in occasione dell’assemblea del gruppo triestino in programma il 24 aprile prossimo, chiamata a rinnovare il board. Nell’occasione si confronteranno i vertici uscenti, sostenuti da Mediobanca, e il duo Delfin (finanziaria degli eredi Del Vecchio)-Caltagirone. Con i grandi fondi, il retail e gli azionisti come appunto UniCredit che potrebbero risultare decisivi. Non a caso nei giorni scorsi, il ceo uscente Philippe Donnet ha fatto visita a Orcel presso la sede milanese dell’istituto.
Il mercato ha reagito positivamente alle notizie giunte il 14 marzo, con il titolo UniCredit che a Piazza Affari ha guadagnato il 3,25%, a quota 52,7 euro. «Alla luce dell’offerta su Banco Bpm e dell’eventuale necessario periodo di integrazione, valutiamo favorevolmente la decisione di UniCredit di considerare tempistiche più lunghe per un’eventuale operazione su Commerzbank», scrivono gli analisti di Equita Sim. Da qui l’indicazione “buy” (cioè comprare il titolo), con un prezzo obiettivo di 54 euro.
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