Stop Voucher! Campagna Cisl contro l’abuso
BELLUNO. In provincia di Belluno il numero di voucher venduti tra il 2012 ed il 2015 è cresciuto di 7 volte: dai 79.802 del 2012 ai 568.422 del 2015.
Una crescita superiore a quella registrata dalla media regionale del Veneto che è invece quintuplicata.
Il numero dei lavoratori remunerati con voucher è sestuplicata in provincia di Belluno e cresciuta invece “solo” di 3 volte e mezza in Veneto.
Sono alcuni dei dati illustrati nella sede Cisl di Belluno da Onofrio Rota, segretario generale della Cisl del Veneto, Franco Lorenzon, segretario generale Cisl Belluno Treviso e Rudy Roffarè, segretario Cisl Belluno Treviso, nel corso della conferenza stampa di lancio a livello territoriale di Stop Voucher!, la campagna promossa dalla Cisl del Veneto per contrastare l’abuso dei buoni-lavoro che nel giro di pochi anni hanno conosciuto nella nostra regione un vero e proprio boom.
“Complici le due riforme del lavoro: quella del 2012 (Fornero) e quella del 2015 (Jobs Act) che hanno spalancato le porte ai voucher in tutti i settori di lavoro, senza nessun controllo”, ha sottolineato il segretario generale regionale Onofrio Rota.
I buoni-lavoro, introdotti originariamente per regolarizzare impieghi saltuari, sono diventati un éscamotage sicuro, per i datori di lavoro, per coprire il lavoro nero in tutti i settori.
“Le finalità dei voucher sono state snaturate - ha denunciato Rota - e i buoni lavoro che tra il 2008 ed il 2011 avevano permesso di regolarizzare piccole prestazioni occasionali come il lavoro di vendemmia e la raccolta della frutta che occupava per qualche giorno studenti e pensionati oppure la distribuzione di volantini pubblicitari, si sono trasformati in uno strumento per coprire il lavoro nero e hanno incentivato la frammentazione dei rapporti di lavoro in modo da giustificare il loro pagamento con questa forma di retribuzione”.
I danni per i lavoratori coinvolti sono notevoli: con sei mesi di lavoro pagato con voucher (9.333 euro lordi, il tetto annuo) si accantonano all’Inps gli stessi contributi previdenziali che si maturano in due mesi di lavoro pagato mille euro.
In pratica un lavoratore retribuito solo con voucher per maturare la pensione con i requisiti minimi dovrebbe lavorare 126,5 anni.
I lavoratori, inoltre, non hanno diritto agli ammortizzatori sociali.
All’opposto la tutela sugli infortuni. Con un solo voucher in tasca, inoltre, il lavoratore beneficia di indennità e rendite pari a quelle di cui ha diritto un lavoratore contrattualizzato.
Bene per il voucherista, male per la collettività che si assume tutti i costi a fronte di un versamento all’Inail di 0,70 centesimi, ma soprattutto bene per il datore di lavoro che con 10 euro si assicura rispetto ad ogni evenienza, infortunio in itinere e mortale compreso.
In provincia di Belluno il numero di voucher venduti tra il 2012 ed il 2015 è cresciuto di 7 volte: dai 79.802 ai 568.422.
Secondo le stime dell'Ufficio Studi della Cisl Veneto il numero dei lavoratori remunerati con voucher è sestuplicata a Belluno (e cresciuta invece “solo” di 3 volte e mezza in Veneto).
Considerando invece il rapporto tra lavoratori dipendenti e lavoratori con voucher la provincia di Belluno è sotto la media del Veneto: 1 voucherista ogni 12 dipendenti rispetto al rapporto 1 a 9.
Un voucher su 5 è utilizzato nel settore del turismo (la media veneta è di uno su 10) : nel 2015 la provincia di Belluno si caratterizza infatti per la quantità di voucher venduti soprattutto in questo settore: 117.947, pari al 6,4% del totale Veneto.
Consistente anche il consumo di voucher nel commercio: 74.566. L'area in cui l'uso dei voucher appare meno diffuso è l'agricoltura: 6.454.
“Questi numeri - ha commentato il segretario generale della Cisl Belluno Treviso Franco Lorenzon - fanno capire che i voucher si sono rapidamente trasformati in nuovi strumenti di sfruttamento dei lavoratori precari e luogo di evasione contributiva e fiscale.
Purtroppo è l'ennesima dimostrazione del concetto tutto italiano di 'legalità', intesa come la possibilità di fare tutto ciò che è permesso formalmente, a prescindere dall'obiettivo della norma, che nel caso specifico era quello di contrastare il lavoro nero”.
“Noi non siamo contrari per principio ai buoni-lavoro, ma chiediamo che il loro utilizzo venga riportato alle finalità originarie - ha spiegato il segretario Rudy Roffarè – L’abuso nel turismo porta a non riconoscere le professionalità e le competenze necessarie e adeguate ad un settore in cui il servizio, la cortesia verso il cliente e la preparazione giocano un ruolo fondamentale nel mercato globale dell’offerta turistica. Al Governo chiediamo il ripristino del concetto di 'occasionalità' cancellato dalla riforma Fornero, la tracciabilità dei buoni-lavoro, il monitoraggio permanente sull'utilizzo, l'innalzamento della quota dei contributi previdenziali al 27%”.
Dai primi di maggio è attivo il Numero Verde 800 995 035, a cui i voucheristi possono raccontare e denunciare la loro esperienza nella massima riservatezza. Le informazioni raccolte, senza citare i nomi, serviranno a completare un dossier da inviare al Ministero del Lavoro, alla Regione e all’Inps. Chi vuole potrà anche avere informazioni utili per far valere i propri diritti.
Riproduzione riservata © il Nord Est