Unicredit, intesa su 520 uscite. Saranno assunti 255 giovani

Staffetta generazionale attraverso le prestazioni del Fondo di solidarietà. L’azienda terrà conto delle specificità geografiche. Fabi: richieste accolte
Luigi Dell’olio

Nuova cura dimagrante per l’organico di UniCredit. Il gruppo finanziario e i sindacati hanno raggiunto un accordo che prevede 510 uscite anticipate a fronte di 255 assunzioni. Fin qui i numeri, mentre per sapere quanti saranno i bancari del Triveneto interessati occorrerà attendere qualche mese. Il punto di partenza è che nell’area UniCredit conta (rilevazione al 30 giugno scorso) 4.168 Ftes, indicatore equivalente di personale assunto a tempo pieno.

Considerato che ci sono alcuni casi di part-time, il numero effettivo delle persone è superiore, anche se non di molto. In ambito bancario esiste un Fondo di solidarietà che, con varie gradazioni, consente l’uscita anticipata rispetto alla maturazione dei requisiti ordinari per la quiescenza. L’accordo prevede che verrà proposto il prepensionamento a chi raggiungerà entro il 2030 i requisiti resi possibili dalle disponibilità del Fondo. Anche su questo punto, occorrerà attendere qualche tempo per conoscere i dettagli. Di certo c’è che le uscite non saranno imposte, ma solo incentivate. Inoltre anche coloro che, pur maturando il requisito pensionistico entro il 1° gennaio oppure il diritto al pensionamento diretto entro la fine del 2025 non avevano precedentemente presentato entro i termini la richiesta di adesione, potranno volontariamente decidere di aderire fino ad un massimo di ulteriori 200 domande.

I sindacati promuovono l’accordo. Dato per assodato che il settore bancario ha sempre meno bisogno di personale in presenza di un ruolo ormai dominante da parte della tecnologia, dalla First Cisl evidenziano l’impegno aziendale per la nuova occupazione, essendo state concordate 255 nuove assunzioni, alle quali si potranno sommare ulteriori assunzioni fino a un numero massimo aggiuntivo di 86 per la sostituzione delle dimissioni volontarie nell’arco del piano industriale (fino al 31 dicembre 2024) di giovani con contratto di apprendistato. Nel caso di turnover di apprendisti più elevato, si provvederà ad ulteriori assunzioni sino a un massimo di 169. Viene inoltre confermato che il piano di ricambio generazionale terrà poi anche conto delle specificità geografiche, delle aree del Mezzogiorno e delle zone disagiate.

Anche per queste eventuali ulteriori uscite verranno poi effettuate nuove assunzioni con lo stesso criterio concordato rispetto alle richieste di adesione al fondo già presentate. «Riteniamo importante la riconferma ottenuta del tema del turn over che garantisce stabilità alle nuove assunzioni contrattate», commenta la segretaria nazionale di First Cisl Sabrina Brezzo. «L’investimento sulla nuova e stabile occupazione nel settore resta per noi un impegno fondamentale e necessario per garantire il servizio alle famiglie, alle imprese e alle comunità». «Si tratta di un ottimo accordo che garantisce il ricambio generazionale, dato che le dimissioni dei giovani arrivano al 16%, essendo il nostro un settore molto fluido. e consente a chi ha requisiti di aderire al piano esodi in maniera volontaria», aggiunge Rosario Mingoia, segretario Uilca Unicredit.

Infine dalla Fabi sottolineano che è stato «ottenuto un numero di assunzioni previste dall’accordo del 9 giugno 2023».

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