L'azione Bpvi vale tra 0,10 e massimo 3 euro
Era arrivata fino a un massimo di 62,50 euro in un crescendo che sembrava non conoscere sosta. Sempre difesa nel suo valore dall'ex presidente Gianni Zonin in assemblea, al momento del voto. "E' quello che vale la nostra banca". Poi è arrivata la Bce e l'azione è scesa a 48 euro con un buco a patrimonio da oltre un miliardo. Prima svalutazione. Quindi la definizione del prezzo di recesso contestualmente al passaggio a Spa: 6,30. Oggi nella migliore delle ipotesi, la parte più alta della forchetta definita per l'esordio in Borsa varrà 3 euro. Ma la parte bassa per l'azione della Popolare di Vicenza segna 0,10 centesimi. Il che rappresenta ben più che un maxi sconto: è la certificazione che la banca sta affrontando un percorso di risanamento tutt'altro che semplice. Ma anche l'azzeramento dei risparmi dei vecchi soci: per chi ha in carico le azioni ancora a 62,5 la prospettiva dei 10 centesimi significa una svalutazione del 99%.
Parte dunque da oggi l'aumento di capitale della Bpvi fino a 1,75 miliardi necessario per riportare i ratio patrimoniali sulla soglia Bce ovvero del 10,25.
ll Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Vicenza guidato da Stefano Dolcetta ha dunque individuato, d’intesa con i Joint global coordinators, l’intervallo di valorizzazione indicativa del capitale economico di Banca Popolare di Vicenza Spa "al fine esclusivo di consentire la raccolta delle manifestazioni di interesse da parte degli investitori istituzionali nell’ambito del collocamento Istituzionale di azioni di Banca Popolare di Vicenza, finalizzata alla relativa quotazione sul mercato azionario" conferma una nota.
La banca precisa anche che: "Nel corso delle attività di pre-marketing effettuate presso investitori istituzionali di elevato standing nazionale e internazionale sono emerse indicazioni di interesse non sufficienti a consentire la determinazione di uno specifico intervallo di valorizzazione indicativa secondo la normale prassi di mercato".
Insomma, come aveva visto bene Unicredit, la parte di inoptato da coprire sarà maggiore rispetto ad ogni previsione fatta a novembre. Da qui l'intervento del fondo Atlante subentrato all'istituto guidato da Federico Ghizzoni che senza il maxi vertice e la sottoscrizione di questo nuovo veicolo si sarebbe trovato nell'imbarazzo di uscire dal consorzio di garanzia pena un nuovo aumento di capitale per la stessa Unicredit.
Così per Vicenza, è stato individuata una "valorizzazione indicativa" compresa tra un minimo non vincolante di 0,10 e un massimo vincolante, pari al prezzo massimo, di 3 euro per azione. In particolare, il prezzo massimo, si legge, corrisponde a un multiplo di 0,45, "sostanzialmente allineato al multiplo medio espresso dai prezzi azionari relativi alle banche popolari italiane quotate calcolato alla data del 15 aprile 2016", e "corrisponde a una valorizzazione del capitale economico della Banca post-aumento di capitale che rappresenta una maggiorazione del 20 per cento rispetto alla valorizzazione del capitale economico della banca post-Aumento di Capitale determinata sulla base del prezzo minimo dell’intervallo di valorizzazione".
Insomma Banca Popolare di Vicenza vale tra i 1.510 milioni e un massimo vincolante di 1,8 miliardi. Mediobanca aveva dato una valorizzazione post aumento tra 1,1 miliardi e 1,6 miliardi.
Comunicate infine anche le richieste di recesso da parte di quei soci e azionisti della Banca che non hanno votatsi sì alla trasformazione della Banca in “società per azioni” - approvata dall’Assemblea straordinaria del 5 marzo 2016. Il diritto di recesso è stato esercitato per 271.339 azioni ordinarie Bpvi, pari allo 0,27% del capitale sociale. Tenuto conto che il valore di liquidazione è di 6,30 il controvalore complessivo di liquidazione sarebbe pari a 1.709.435,70. La Banca comunica che per il rimborso non sono previsti limiti di tempo.
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