Le aziende tornano in patria:"All'estero manca qualità"
UDINE. "Il figliol prodigo torna in Friuli, dopo aver tentato la fortuna all'estero spinto dal canto delle sirene le cui lusinghe, però, non sono bastate a trattenere in terre straniere. E' quanto sta accadendo a tante nostre imprese che hanno scelto di delocalizzare e che oggi, deluse per la risposta non adeguata alle attese, rientrano in patria alla ricerca di una merce rara all'estero: la qualità".
Paolo Brotto, presidente regionale CNA Fvg, torna sul fenomeno "reshoring", un po' "bacchettando" i grandi industriali, "che si sono accorti di perdere clienti poiché nella loro produzione all'estero si stava sacrificando la qualità, proprio quella che invece ha fatto grande il made in Italy, una peculiarità che in Friuli non è mai un optional. Arricchisce il nostro territorio di un plus valore che i numeri fatti all'estero non possono equiparare. E di questo la CNA si è sempre fatta portavoce".
Le aziende che dopo anni tornano in terra natia rappresentano, secondo Brotto, un’occasione di rilancio per il Friuli. Possono generare un effetto volano per l'economia locale, un traino importante per il mondo dell'artigianato e le PMI che vivono nell'orbita di grandi imprese: " non possiamo che aspettarci, da questa inversione di tendenza, un ritorno favorevole anche per l'artigianato. E' una rimessa in moto di un circuito virtuoso che ci spingerà a performance ancora più appetibili".
L'“off shoring” è un fenomeno internazionale che dura da oltre 20 anni, "oggi, però, il mondo sta cambiando nuovamente e non sempre allontanare la produzione dalla casa madre, dove il marchio è nato, può essere vantaggioso: il nostro prezioso know how, acquisito negli anni, va tutelato. La politica di delocalizzazione, abbracciata in periodi di crisi da tanti imprenditori, presenta oggi tutti i suoi limiti; ora, però - chiude il presidente regionale della CNA -, il rientro a casa delle realtà produttive va sostenuto dalle istituzioni, in primis riducendo il carico fiscale".
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