L'economia di Marca aspetta la Pedemontana, tra mille incognite

TREVISO. È cresciuta a vista d’occhio mese dopo mese, anno dopo anno. Una lunghissima cicatrice che taglia in orizzontale la Marca, da Riese Pio X a Spresiano, incrociando l’A27.
Tra qualche giorno, dopo decenni di attesa, aprirà il primo tratto trevigiano della Superstrada Pedemontana, quello da Malo a Montebelluna Est. Data da segnare sul calendario: primo maggio, giorno previsto per l’inaugurazione, mentre il completamento del tratto rimanente, fino a Spresiano, è atteso per l’estate, anche se i tempi sembrano essere più lunghi. Quella che aprirà a maggio sarà un tratto lungo circa 27 chilometri, quello successivo e ancora in costruzione, da Montebelluna Est alla connessione con l’A27, ne conterà altri 15,5.
Eppure sono ancora tanti i nodi da sciogliere, che le varie categorie economiche si sono premurate di evidenziare nell’entusiasmo generale per l’imminente apertura. Il primo: la questione pedaggi. Sono ritenuti troppo elevati, e potrebbero disincentivare il ricorso alla Superstrada.
Da qualche mese c’è anche una variabile in più, difficile da pesare: l’emergenza coronavirus e le restrizioni alla mobilità, sia delle merci che delle persone. Meno transiti potrebbe significare, evidentemente, pedaggi più alti. E al tempo stesso, flussi inferiori alle aspettative non aiuteranno a togliere il traffico dai piccoli centri. Altra perplessità: la viabilità di collegamento, in forte ritardo.
A sostenerlo, tra gli altri, è il presidente della Camera di Commercio Treviso-Belluno, e di Unioncamere Veneto, Mario Pozza: «Tutta la rete di accesso ai caselli è da perfezionare. Ho sentito dal nostro mondo economico che il progetto è bello, bellissimo, ma manca tutta la rete della viabilità di collegamento. È un problema che riguarda anche Padova, di fatto la città viene tagliata fuori. Provate a fare la strada che collega Maserada a Treviso: c’è coda ogni mattina. E tutto questo potrebbe non risolversi semplicemente con l’apertura della Superstrada, bisogna facilitare l’accesso alla nuova infrastruttura con collegamenti più rapidi».
Una torta senza la ciliegina, al momento. «Sì, perché avevo i calzoncini corti quando si parlava di Pedemontana, ora dopo tanti anni arriviamo finalmente alla conclusione dell’opera» conclude Pozza. «Quel percorso è un calvario. Ma per avere una soddisfazione completa, oggi, bisognerà completare gli accessi».
La Pedemontana parte senza le due estremità finali: i collegamenti con A27 a Est, e A4 a Ovest. Non proprio un dettaglio, secondo il presidente di Confartigianato Marca Trevigiana Vendemiano Sartor: «Prima si arriva a un completamento totale, più questa struttura potrà essere utilizzato. Altrimenti perderà l’appeal per i tratti di lungo collegamento. Ho registrato positivamente che è ripartito anche l’interesse del Friuli alla loro tratta, cioè Pordenone - Gemona e Udine Nord, una Pedemontana Friulana che grazie all’A27 si collegherebbe alla Pedemontana Veneta. Perché il piano stia in piedi, però, servono flussi notevoli e continui. L’intero tratto, quindi, va completato al più presto. Il rischio altrimenti è che le tariffe siano troppo alte, e le persone non la utilizzino. Bisogna pensare anche a degli abbonamenti con il gestore per chi vive sul territorio».
E anche Sartor torna sul nodo della viabilità complementare: «Va assolutamente potenziata. In questo momento abbiamo potenziato l’asse Est-Ovest, ma quello Nord-Sud resta problematico in molti punti, qui il transito resta pesante». —
Riproduzione riservata © il Nord Est