L’edilizia continua la corsa e il portafoglio ordini è da record

Per vedere il trend del fatturato «occorrerà attendere il 2022». Il focus sul settore con il presidente di Ance Fvg Roberto Contessi che chiede «una legge che istituisca l’obbligo di certificazione Soa anche per gli appalti del settore privato». Pesano le criticità su costi e disponibilità di materie prime e l’incertezza sulla scadenza dei bonus

UDINE. L’edilizia va. Oggi trainata dai vari bonus e dai finanziamenti Vaja, da domani anche dal Pnrr, e i dati di Ance e Cassa edile confermano la positiva stagione del settore che è quello che realizza anche il maggior tasso di crescita sul fronte delle nuove imprese - fenomeno questo non del tutto positivo - e anche in vetta a quelli che hanno realizzato le migliori performance, le Scale-up, fotografate dalla Cciaa.

«In dieci anni l’edilizia ha fatto passi da gigante - conferma Roberto Contessi, presidente di Ance Fvg -. L’innovazione è entrata di diritto in un settore tradizionale, dalle tecnologie per gli isolamenti alla domotica, dalle tecniche di costruzione alla scelta dei materiali... Forse oggi si è compreso che siamo una costola dell’industria italiana a tutti gli effetti».

Roberto Contessi
Roberto Contessi

Ma...?

«Ma proprio per questo è inaccettabile che le imprese che operano nel settore non abbiamo una qualificazione adeguata. Il mercato è composto da un 20% di opere pubbliche e da un 80% di interventi privati. Per entrare nel 20% del mercato devi possedere precisi requisiti che, invece, nel resto del mercato non sono previsti. Questo è profondamente sbagliato, non tutela il committente e non dà garanzie sulla qualità del lavoro svolto. Da qui la richiesta di rendere obbligatoria la certificazione Soa anche per i lavori privati».

C’è la corsa anche in regione per la costituzione di nuove imprese: Trieste è al vertice in Italia.

«Sicuramente c’è la corsa a dare avvio a nuove partite Iva, che fatico a chiamare imprese. E qui torniamo a quel che dicevo rispetto alla qualificazione di queste attività che, ovviamente, giocano al massimo ribasso. Bisogna affidarsi a imprese vere, strutturate e dotate di organizzazione»

Venendo al trend, come chiude il settore in Fvg?

«È stato un anno positivo sicuramente in termini di portafoglio ordini, per quel che riguarda il fatturato credo che vedremo incrementi nel ’22».

Criticità?

«Importanti, soprattutto quelle legate alle speculazioni sui prezzi delle materie prime e alle incertezze rispetto alla scadenza dei bonus che non tengono conto né dei tempi necessari alla realizzazione degli interventi, né delle difficoltà di reperimento dei materiali. Tutti fattori che, combinati insieme, aiutano la speculazione. In più siamo in sofferenza per la manodopera, e su questo avvieremo un progetto per avvicinare i giovani».

Non dimenticando il decreto antifrodi...

«Ecco, anche qui: si punta a penalizzare i furbi, purtroppo sempre esistiti, martoriando chi si comporta correttamente. Occorrerebbe un cambiamento radicale di mentalità sia si questo fronte che su quello degli infortuni».

Edilizia sotto accusa.

«Quel che è accaduto a Torino è gravissimo. Ma va detto che le imprese edili investono moltissimo per aumentare la sicurezza e per la formazione, che non si producono con le carte ma sul campo. Serve cultura della prevenzione e un sistema di vigilanza che alimenti questa cultura».

Qualche polemica sugli incentivi prima casa c’è. Secondo lei?

«Sappiamo bene che la coperta è sempre corta e le scelte, anche se non piacciono, vanno fatte. Io credo che le risorse debbano andare in primo luogo a chi ne ha maggiore necessità».

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