L'edilizia si ferma per chiedere sicurezza, contratto e pensioni

Domani, 25 maggio, otto ore di sciopero e manifestazioni nazionali. I lavoratori di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino sfileranno a Bologna. "Basta infortuni in cantiere, ma basta anche salire sulle impacature a 60 anni".

UDINE - Il 25 maggio i lavoratori dell’edilizia - organizzati da FenealUil, Filca Cisl e Fillea Cgil - saranno nelle piazze d’Italia per rivendicare il diritto ad accedere realmente alla pensione dopo anni passati sulle impalcature, per la sicurezza, per il lavoro e per il rinnovo dei contratti, per una seria lotta al lavoro nero.

La protesta, che prevede 8 ore di sciopero,  si articolerà su diverse manifestazioni territoriali a Roma, Bologna, Cagliari.

Per i lavoratori del Nordest, l'appuntamento è a Bologna per la manifestazione interregionale che coinvolgerà gli edili di Piemonte, Val D’Aosta, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Liguria ed Emilia Romagna con un corteo da Piazza XX Settembre fino alla sede Inps per il presidio in via Milazzo e le conclusioni di Vito Panzarella, segretario generale FenealUil.

Le ragioni della protesta di Feneal Uil - Filca Cisl e Fillea Cgil

PROVATE VOI A LAVORARE A 70 ANNI SU UN’IMPALCATURA!

L’Ape Agevolata ha rappresentato un passo avanti positivo nella vertenza intrapresa dal sindacato sul versate pensionistico ma, per come oggi è concepita la normativa, rischiano di essere pochissimi gli operai edili over 60 che potranno accedere all’APE Agevolata, in quanto 36 anni di contributi di cui gli ultimi 6 continuativi sono requisiti eccessivi per chi, strutturalmente, lavora con discontinuità. Anche la proposta di modificare i 6 anni in almeno 6 sugli ultimi 7, seppur migliorativa, non allargherà certo le possibilità a molti, essendo oltre 23 mila gli operai edili over 60 ancora sulle impalcature che hanno una media di 15 settimane di non lavoro l’anno.

Mandare in pensione operai edili over 60 non è quindi solo un atto di giustizia, per evitare anche i tanti incidenti tragici che colpiscono in particolare gli operai più anziani, ma anche un modo per favorire le assunzioni di migliaia di giovani tecnici preparati ad affrontare le sfide di un’edilizia sempre più di qualità.

Ma perché questa riforma trovi la giusta applicazione per tutti i lavoratori edili, bisogna impedire la fuga dal CCNL edile verso contratti economicamente più convenienti, che oltre a ridurre il salario dei lavoratori impediscono di fatto la corretta individuazione dei lavoratori che hanno diritto all’accesso all’Ape agevolata.

SIAMO STANCHI DI ASSISTERE AD UNA STRAGE CONTINUA!

Dai cantieri autostradali a chi cade dalle impalcature, a chi rimane folgorato, con la crisi il sistema ha tagliato prima di tutto sulla sicurezza.

Troppe aziende non investono più su un’organizzazione efficiente dei cantieri, troppi committenti, pubblici e privati, sottovalutano l’importanza del tema.

L’assegnazione degli appalti con la regola del massimo ribasso non fa altro che aumentare i rischi per la salute dei lavoratori, in questo senso il nuovo codice degli appalti ha perso un’occasione per ridurre la possibilità di assegnare gli appalti con questo sistema.

Da tempo chiediamo di introdurre la patente a punti, di rafforzare i sistemi ispettivi, di modificare il DM 2013 sulla sicurezza nei cantieri mobili.

Chiediamo al Governo scelte forti, non un mero cordoglio di circostanza. sicurezza in cantiere

SPENDERE BENE E PRESTO!

Il sistema infrastrutturale del Paese è al collasso in molte sue parti.

Servono politiche straordinarie di manutenzione di tutte le principali infrastrutture e servono nuove opere pubbliche moderne ed efficienti colmando il divario tra aree interne e città, tra Nord e Sud del Paese.

Si deve rafforzare la politica della riqualificazione energetica e anti sismica, rendendo cedibili alle banche i crediti dei cittadini che riqualificano i condomini.

Occorre spendere presto e bene le risorse stanziate per il recupero e la riqualificazione urbana, per il rilancio dell’edilizia pubblica, per la messa in sicurezza del territorio.

Abbiamo bisogno che gli stanziamenti previsti dal governo centrale e da quelli locali, si trasformino immediatamente in cantieri, con la consapevolezza che se non riparte l’edilizia non potrà ripartire il Paese.

LAVORO BUONO = CONTRATTO!

Il rinnovo dei Contratti nel nostro settore vuol dire dare più salario per far ripartire l’economia ed i consumi, vuol dire scommettere sulla qualità delle imprese, sul contrasto al lavoro nero e all’evasione, il rafforzamento della previdenza e della sanità integrativa e dei fondi per l’aiuto al pensionamento anticipato, sul rafforzamento della nostra bilateralità a tutela dei lavoratori e delle aziende più serie.

Chiediamo a tutte le nostre controparti di fare un salto di qualità, di accettare fino in fondo la sfida della qualità, della valorizzazione dell’occupazione stabile, del riconoscimento delle professionalità vecchie e nuove.

 

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