Legno-arredo: a Pordenone rinnovato il contratto territoriale

L'accordo, siglato ieri nella sede di Unindustria, coinvolge un centinaio di aziende e oltre 5 mila addetti

PORDENONE - È entrato in vigore il contratto territoriale di secondo livello del settore Legno - Arredo: i dettagli dell'accordo, che riguarda un centinaio di imprese e circa 5 mila occupati, sono stati presentati oggi dalle parti sociali nella sede di Unindustria Pordenone.

Il presidente della Sezione Legno-Arredo, Aldo Comelli, ha rilevato che le imprese hanno conquistato quote di mercato attraverso l' export «comprendendo che per resistere alla crisi non c'era altra scelta che rivolgersi oltre confine; le ristrutturazioni a ciò mirate hanno prodotto risultati notevoli. Ciò nonostante la situazione attuale, mi riferisco alla salute dei mercati, non è positiva, ci sono criticità causate da nazionalismi e protezionismi, atteggiamenti che ci spaventano».

Secondo il direttore generale di Unindustria Pordenone, Paolo Candotti, «l'accordo fissa un momento importante della sua storia avendo vissuto nel recente passato, a causa della crisi, una metamorfosi necessaria per non soccombere, le aziende che ce l'hanno fatta hanno intrapreso modelli di business e organizzato catene distributive molto diverse rispetto a un tempo. Ne sono scaturiti recuperi di fatturato, di quote d' export e di livelli occupazionali. Questo contratto – un unicum a livello nazionale – è elemento di innovazione dentro il solco della tradizione delle relazioni industriali qui a Pordenone».

Secondo Mauro Manassero di Friulintagli è «doveroso proseguire una tradizione territoriale che prosegue senza soluzione di continuità dal 1996 con una concertazione collettiva che premia i risultati. C'è stato un fermo imposto dalla grande crisi – ha detto – ma parallelamente è cresciuto il terzismo grazie a partnership con la grande distribuzione organizzata e altri colossi tra cui Fincantieri. Cuore dell'accordo – ha concluso Manassero – è aver individuato metodologie e premialità per i lavoratori».

I sindacati hanno sottolineato che accanto alla parte economica è stata inserita una normativa per cui tutti i lavoratori sono uguali, siano essi a tempo indeterminato o interinali.

«Altro punto importante è quello delle molestie sessuali - hanno affermato i rappresentanti dei lavoratori - atteggiamenti che nuocciono non solo alla persona ma anche alla rendita lavorativa, chiederemo in questo senso alle imprese di sottoscrivere un atto di responsabilità necessario per attivare i codici di comportamento».

Riproduzione riservata © il Nord Est