Legno-arredo in discesa, rallenta anche l’export
Claudio Feltrin, Federlegnoarredo: «Pesano inflazione, Germania e conflitti»

La corsa alla ricerca del maggiore comfort della casa si è arrestata. Dopo il biennio post Covid che aveva fatto riscoprire l’ambiente domestico, forzatamente rivisitato per ricavare spazi per smart working e didattica a distanza, il mercato ha rallentato. E a dirlo sono i dati di Federlegnoarredo che ieri, in occasione della presentazione del Salone del mobile, ha ufficializzato i preconsuntivi del 2023 che vedono l’intera filiera flettere dell’8,1% rispetto al ’22, con un saldo a 52,6 miliardi di euro. «Restiamo - puntualizza subito Claudio Feltrin, presidente di Fla - al di sopra del 2019, rispetto al quale saliamo di circa 10 miliardi, un risultato positivo che va letto però anche alla luce del fenomeno inflattivo». Parte del valore viene dunque eroso, e in negativo c’è la produzione industriale che nei primi 11 mesi del ’23 segnava -5,3% nel mobile e addirittura -14,8% nel legno.
La causa del trend in contrazione «va ricercata nel calo fisiologico della domanda interna - spiega Feltrin - arrivato dopo due anni di crescita eccezionale, e anche nel venir meno della spinta che i bonus edilizi avevano dato al settore» e che riverbererà effetti anche sul futuro prossimo.
E se la domanda interna si è raffreddata, anche le esportazioni hanno seguito lo stesso trend, appesantito sia dalla recessione tedesca che dalle crisi geopolitiche, non ultima quella in Medio Oriente che genera effetti, e difficoltà, anche sulle rotte dell’export, cruciale per il settore che vede nel Nord Est produrre circa il 40% delle vendite all’estero. Per quel che riguarda i mercati, domina sempre la Francia, primo paese di destinazione, seguita da Germania e Usa (che perde una posizione rispetto al ’22).
Tornando al fatturato, il macrosistema arredamento arretra a 28 miliardi, -3,4%, con la flessione del valore di un miliardo equamente ripartita tra mercato interno (13,2 miliardi, -3,2%) ed estero (15 miliardi, -3,6%), che rappresenta il 53% del fatturato totale del comparto. Diminuzione più marcata per il macrosistema legno, -11,6% con un saldo a 21,4 miliardi; qui il mercato interno intercetta 13,6 miliardi e flette del 12,8%, mentre l’export scende del 7,3% attestandosi a 5,1 miliardi.
Il segmento cucine è quello che pare aver sofferto meno registrando un buon andamento sia della produzione per il mercato nazionale che per quello estero. Saldo a 3 miliardi (2 sul mercato nazionale e 1 grazie all’export). Contrazione contenuta «nell’ordine del 3 per cento - spiega Edi Snaidero, consigliere incarico del Gruppo Cucine di Fla - determinata dalla flessione del mercato interno a fronte di esportazioni sostanzialmente stabili». Positive le attese, che si appuntano sulla seconda parte dell’anno, «anche in previsione di Eurocucina - prosegue Snaidero - che accoglierà i prodotti risultato della ricerca compiuta in questi ultimi anni dalle aziende». Fiducia nell’effetto Salone anche per Feltrin, che lo definisce come il luogo «un cui proporre l’eccellenza del made in Italy». E ricorda l’impegno «sul fronte della sostenibilità e della valorizzazione e gestione del patrimonio boschivo su cui lavoriamo da tempo, e di cui attendiamo i decreti attuativi». Ma è necessario impegno «anche nel difendere le aziende italiane dalla concorrenza sleale».—
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