L'identikit del nuovo triangolo industriale: Emilia Romagna più efficiente, Veneto frammentato

Data Analysis e Software House: traiettorie differenti per le imprese digitali. Lo studio di Gubitta l’asimmetria delle due regioni. Ghezzi (Infocamere): il Veneto rischia di rimanere indietro

Unite dalla comune appartenenza al nuovo triangolo industriale del Nordest, ma meno simili di quel che sembra. L’innovazione di Emilia Romagna e Veneto segue traiettorie differenti: è questa la fotografia scattata dallo studio Imprese digitali e manifattura. Un triangolo (molto) asimmetrico di Paolo Gubitta, Direttore Scientifico dell’Osservatorio delle Professioni Digitali dell’Università di Padova, realizzato in collaborazione con il Data Science Team di Infocamere e presentato in Senato presso la Sala Caduti di Nassirya, nell’ambito della conferenza stampa che ha svelato il programma di DIGITALmeet 2020.

L’analisi si riferisce al decennio 2009-2019, quello preceduto dalla crisi del 2008 e seguito dalla pandemia del 2020, e si concentra sul confronto tra Emilia Romagna e Veneto, due regioni caratterizzate da una struttura produttiva simile (mentre la Lombardia ha una dimensione fuori scala). Nel decennio preso in considerazione, le imprese digitali attive nei sotto-settori E-Commerce, Data Analysis, Software House e Internet Service sono salite da 8.116 a 10.492 in Veneto e da 6.981 a 9.449 in Emilia Romagna, riducendo quindi il gap in favore del Veneto da 1.135 a 1.043 attività. Il valore complessivo della produzione però è simile, e questo dato indica che le imprese digitali dell’Emilia Romagna sono mediamente più grandi.

La seconda asimmetria emerge dall’analisi dei sotto-settori: sia il valore della produzione che il valore aggiunto complessivo generato dalle imprese di Data Analysis dell’Emilia Romagna è sistematicamente più elevato (e crescente) rispetto a quello che si registra in Veneto, mentre nelle Software House le due aree stanno convergendo. Una specializzazione, quella dell’Emilia Romagna, che può essere spiegata dalla presenza sul territorio del consorzio Cineca e adesso anche del Competence Center Bi-Rex, focalizzato sui Big Data.

Il terzo spunto arriva dal valore aggiunto mediano, che divide le aziende in due metà: da una parte quelle con un valore inferiore alla mediana, dall’altra quelle con un valore superiore. Per tutto il decennio analizzato, il valore aggiunto mediano delle imprese di Data Analysis è stato più elevato in Veneto che in Emilia Romagna (nel 2018, ad esempio, 80 mila euro contro 62  mila), mentre quello delle aziende di Software House è stato più elevato in Emilia Romagna che in Veneto (nel 2017, ad esempio, 81.800 euro contro 70 mila).

L’incrocio tra valore della produzione, valore aggiunto complessivo e valore aggiunto mediano indica due cose: la prima è che l’Emilia Romagna prevale nella Data Analysis grazie ad alcuni player medio-grandi che fanno da traino per il sotto-settore e sono molto efficienti in termini di gestione, o sono posizionati su segmenti più elevati in termini di qualità dei servizi venduti; la seconda è che in Veneto la realtà delle Software House è molto frammentata, con alcuni player medio-grandi che però faticano a fare da traino per le imprese più piccole.

L’analisi conferma che l’Emilia Romagna attira un capitale umano più qualificato, non solo nella manifattura ma anche nell’ambito dell’innovazione: «Del resto le imprese digitali non sono un corpo estraneo a un territorio – commenta Gubitta - Vero è che una parte dei servizi di queste imprese può essere venduta in qualsiasi contesto. Questo, in particolare, vale per E-commerce e per Internet Service. Vale anche per Data Analysis e per Software House, ma per questi servizi è altrettanto vero che la prossimità logistica con clienti che esprimono una domanda qualificata può essere un elemento competitivo. Questo significa che le imprese digitali di Data Analysis e Software House potrebbero avere la tendenza a posizionarsi nei paraggi dei (o non troppo distante dai) clienti».

"Da questo lavoro, reso possibile in primis grazie alla analisi delle informazioni presenti nel Registro Imprese, si evince che il Veneto, regione a forte vocazione manifatturiera, rischia di rimanere indietro nella capacità di generare valore dai servizi digitali – osserva Paolo Ghezzi, Direttore Generale di Infocamere - Per recuperare terreno in questa partita sarà necessario focalizzarsi su capitale umano, investimenti in ricerca e, soprattutto, una capacità di fare sistema proprio grazie a quei centri di eccellenza che certo non mancano. Sintesi come quelle che emergono da questa ricerca mettono in luce la necessità di attivare percorsi di monitoraggio continuo dei fenomeni economici dei territori: generare evidenze oggettive, attraverso dati certi e competenze di analisi, è la via primaria per supportare azioni di policy making davvero efficaci (Data Driven Society)".

 


 

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