Lino's & Co, la tipografia urbana che semina l'innovazione

Pronto a sbarcare in franchising a Udine, Milano e Rovigo il progetto di manifattura digitale aperta "made in Verona". Tra i progetti un'acquisizione industriale, l'e-commerce e la compartecipazione al capitale di rischio

VERONA. E' nata come una tipografia in una via di Verona priva di illuminazione, dimenticata dall'economia scintillante e turistica della città di Romeo e Giulietta. Ma oggi è un 'business model' pronto a replicarsi in nuovi, e similari format, in diverse città d'Italia, a partire dal Nordest.

Qualche anno fa due giovani di nome Nicola Zago e Stefano Schiavo decisero di investire in uno spazio in centro a Verona, per dare alla manifattura una dimensione urbana e di relazione - che sono i pilastri del business del futuro - riportando nel mondo fisico le dinamiche social.

Alle spalle, diverse carriere e altrettanti progetti digitali in note aziende venete come la padovana Lago. Il detonatore è stato “Futuro artigiano” il best seller dell'economista Stefano Micelli. Siamo nel 2011 ed è ormai chiaro che l'innovazione ha prospettive diverse e vive di digitale e relazioni: non è chiusa in laboratorio ma ha bisogno di aprirsi al mondo.



“Siamo partiti dalla manifattura – racconta oggi Schiavo - abbiamo recuperato il distretto a Verona collegato alla tipografia, il contatto con la nostra storia ai tempi di youtube. E' stata un'operazione culturalmente rilevante ristrutturare vecchie Linotype, scegliere un zona abbandonata della città e coinvolgere il titolare di una storica tipografia, Lino Aldà che era andato in pensione, per fargli insegnare questo vecchio mestiere ai giovani designer abili di Photophop”.

Nasce così Lino's Type, laboratorio e luogo aperto, in rapporto con la città e spazio coworking dove lavorano oggi 15 persone. “Siamo diventati uno spazio eventi per relazionarsi con l'esterno e creare relazioni di business, abbiamo prototipato, prodotto, accolto il co-working di FabLab di Verona e chiunque volesse fare network”. Ma non bastava.



“Quest'anno abbiamo buttato giù il muro e aperto un negozio, per legare lo spazio professionale ai consumatori con una selezione di prodotti, oltre a quello che facciamo noi, con possibilità di personalizzazioni e diversi servizi legati alle professionalità del co-working che sono interior designer, comunicatori, grafici...”.

“Ora vogliamo replicare questo modello altrove: creare luoghi commerciali per incontrare clienti, differenziarsi sul mercato”. Lino's type è quindi diventata Lino's & Co, dove “Co sta per collaborazione, co-working, co-marketing. Il format in franchinsing si estenderà ora a Udine. Poi si stanno sondando Milano, Firenze e Rovigo.


Ma i prossimi step sono molto ambiziosi: completare l'e-commerce, mettendo a disposizione di tutti quelli che apriranno il franchising, i margini sulla vendita online senza conflitti con il retail; creare una tipografia industriale con un'acquisizione, o entrata in equity, per presidiare la manifattura e poter fare grandi numeri. Schiavo anticipa: “Abbiamo diversi soci che vorrebbero entrare in compagine per finanziare questi nuovi progetti”. Infine: “Portare nel capitale dell'azienda un soggetto complementare al business per un salto di qualità”. I finanziamenti non mancano per le nuove aperture: “abbiamo già vinto un bando con fondazione Telecom e la cooperativa don Calabria. Stiamo collaborando su diversi progetti con banche e imprese - aggiunge -. Ci presentiamo come esempio e sviluppiamo all'esterno modelli di business, progetti di formazione, innovazione e li presentiamo ad aziende, artigiani, banche”.

Oltre un centinaio le aziende coinvolte, alcune con progetti più specifici accanto a importanti partner. “Lino's & Co. È un progetto dove si declina l'attitudine all'innovazione e non si può insegnare l'innovazione senza applicarla, sennò non sei credibile” chiude Schiavo.
La società oggi è controllata al 60% da Sharazad (la società di Stefano e Nicola) con azionista di minoranza Zetas Srl casa editrice specializzata.

@eleonoravallin

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