L’Italia che non aspetta: le Lepri manifatturiere del Nord che fanno buona impresa a prescindere
VICENZA - Negli ultimi due anni l'84% delle imprese manifatturiere del Nordest ha fatto investimenti per la trasformazione tecnologica e digitale (il 26% per almeno mezzo milione di euro), investendo soprattutto in macchinari computerizzati o digitali e software per la digitalizzazione.
Il dato emerge dal Focus «Tra normative e reale stato di salute dell'impresa» illustrato oggi al Cuoa Business School di Altavilla Vicentina ( Vicenza), in cui sono stati presentati i dati esclusivi della survey, che fotografa lo stato di salute delle imprese del nordest italiano, incentrato soprattutto su industria 4.0 e prospettive di crescita.
La survey ha coinvolto solo imprese manifatturiere virtuose, cioè quelle di dimensione media alla vigilia del crack del 2008 e che oggi. dopo aver affrontato e superato due picchi di crisi (2008 e 2011), hanno ripreso a marciare o addirittura a correre.
Secondo quanto spiegato da Federico Visentin, presidente del Cuoa, e Paolo Gubitta, direttore scientifico dell'area imprenditorialità, questi investimenti sono stati frutto di una precisa strategia dell'impresa, sulla quale l'iper e il super-ammortamento hanno avuto un ruolo marginale (il 14,3% non avrebbe fatto investimenti senza l'incentivo), ma il 52,4% attende il rinnovo di questi strumenti per continuare a investire.
È inoltre emerso che gli investimenti in Industry 4.0 danno risultati in tempi rapidi, visto che l'82,3% li ha già toccati con mano, contribuendo a risolvere un problema annoso dell'Italia, a partire dalla produttività del lavoro.
Dalle statistiche risulta infine chiaro che Industry 4.0 e formazione viaggiano in coppia: l'85,2% del campione ha compiuto immediatamente investimenti in formazione per aumentare il grip delle tecnologie digitali.
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