Liverani: «Italia e Berlino investano insieme su clima e welfare»
Il top manager del Leone a capo di Germania, Austria e Svizzera afferma: «Le Generali continuano a crescere con ottimi risultati in un’area porto sicuro per investitori»

Giovanni Liverani, manager del Nordest cresciuto tra Udine, Verona e Trieste, dal settembre 2022 ha assunto il ruolo di Ceo per la Business Unit del Gruppo Generali “Germania, Austria e Svizzera” ed è presidente del Consiglio di Sorveglianza di Generali Deutschland AG.
Top manager italiano tra i più ascoltati in Germania, Liverani dal 2015 è anche membro del Consiglio camerale della Camera di Commercio Italo-tedesca di Monaco di Baviera (Italcam) e della Stifterverband, importante fondazione dedicata a educazione e innovazione che comprende le grandi aziende tedesche.
Di recente ha partecipato al vertice governativo fra Italia e Germania a Berlino con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il nostro premier Giorgia Meloni. Liverani ha partecipato con una delegazione imprenditoriale al tavolo economico di cui facevano parte fra gli altri Emma Marcegaglia e i numero uno di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, e di Leonardo, Roberto Cingolani.
Liverani, come è andato il vertice italo-tedesco?
«Italia e Germania sono due economie fortemente interconnesse che in molti settori formano già un ecosistema completamente integrato. Le catene della manifattura sono oggi al centro degli affari e degli scambi commerciali tra Italia e Germania. Il vertice bilaterale a Berlino è stata un’ottima occasione per capire come ottenere assieme una forte coesione e un continuo allineamento sugli obiettivi strategici che abbiamo davanti. C’era una consapevolezza reciproca che fra le due economie ci sia una stretta simbiosi, sul piano economico, finanziario e culturale, da rafforzare».
In uno scenario geopolitico complesso fra guerra in Ucraina e crisi in Medio Oriente, che peso può avere oggi l’Europa?
«L’Europa ha un compito difficile perché deve rendersi garante della stabilità dei sistemi economici e del mantenimento della pace. Sul piano economico non ho dubbi sull’attrattività dell’Europa e sarebbe un errore strategico pensare il contrario. L’interscambio e il valore degli affari continuano a crescere nonostante la relativa debolezza della Germania colpita da un mix di inflazione e recessione. Per sostenere interscambio commerciale e volumi d’affari è sempre più importante sviluppare e realizzare politiche industriali comuni in particolare nella riconversione energetica».
Quale strategia in Europa per Generali?
«Le Generali sono numero uno in Europa per raccolta premi e vogliamo continuare a essere leader. Siamo nati nel 1831 quanto Trieste era austriaca e nel giro di pochi anni abbiamo aperto subito filiali a Venezia, Amburgo, Monaco, Parigi, Madrid. Come dice il Group Ceo Philippe Donnet siamo un grande gruppo profondamente europeo pronto ad esplorare occasioni di crescita sui mercati mondiali per difendere e rafforzare il proprio primato. Un’Europa che però sconta una decrescita dovuta anche al decremento demografico. Che ne pensa?
«In Europa c’è una ricchezza diffusa che è attrattiva per il business assicurativo. Ma è anche un continente che sta invecchiando e non ha più risorse sufficienti per finanziare i sistemi pensionistici e lo stato sociale. Tutto ciò mette sotto pressione il debito pubblico dei Paesi e rappresenta una sfida e una grande opportunità per l’industria assicurativa chiamata a sostenere il welfare».
Nel solo mese di ottobre ci sono state due tempeste che hanno toccato l'Europa. Come pensa le assicurazioni debbano affrontare i cambiamenti climatici?
«I danni provocati dalle tempeste e la frequenza anomala di eventi anche catastrofici stanno colpendo le compagnie in tutta Europa. Come investitori istituzionali potremmo impiegare asset ingenti in infrastrutture necessarie alla transizione energetica. Purtroppo, sul piano regolatorio servirebbero più incentivi su questo tipo di investimenti che non possono essere penalizzati. Il dialogo fra Italia e Germania potrebbe essere utile a creare un quadro normativo più favorevole in Europa».
Lei è stato un innovatore in Generali. Nel 1994 ha co-fondato Genertel divenuta leader nella vendita diretta di prodotti assicurativi, che poi si è trasformata in una azienda online. L’intelligenza artificiale come può cambiare l’industria assicurativa?
«L’AI può essere un acceleratore di innovazione ma può trasformarsi in un pericolo se usata in modo incontrollato. Ne abbiamo discusso al vertice italo-tedesco nella convinzione comune che serva una regolamentazione, chiara ma anche semplice. La mia opinione è che l’AI debba restare uno strumento a disposizione dell’intelligenza umana che resta fondamentale per il successo di qualsiasi impresa».
Lei guida la Dach (Germania, Austria e Svizzera) che è la seconda divisione di business del gruppo che vale 19,6 miliardi di premi. Può fare un bilancio dei risultati di Generali nell’area Dach?
«In un contesto difficile dove la volatilità e il rischio sono aumentati in tutto il mondo, i mercati di Germania, Austria e Svizzera restano un porto sicuro e contribuiscono all’attrattività verso gli investitori. Stiamo lavorando con successo all’esecuzione del piano strategico Life Time Partner 24, con ottimi risultati sotto il profilo finanziario e della soddisfazione della clientela».
E in particolare la Germania?
«Generali Deutschland è tra i leader in Germania con una raccolta premi di circa 15 miliardi di euro e oltre 9 milioni di clienti. Abbiamo completato con successo una profonda ristrutturazione che ha sta dando ottimi risultati. A Vienna siamo uno dei tre maggiori gruppi assicurativi del Paese, con una raccolta premi di 2,8 miliardi di euro. Puntiamo molto sull’innovazione. Mi riferisco in particolare a prodotti “smart” come Generali Vitality, l’innovativo programma di salute e benessere progettato per incoraggiare e premiare i comportamenti virtuosi dei clienti che cercano uno stile di vita più sano. Abbiamo poi anche lanciato un programma insieme alla società tecnologica Movendo basato sull’intelligenza artificiale e finalizzato alla prevenzione degli infortuni domestici delle persone anziane».
Come gli aumenti dei tassi stanno pesando sulle polizze?
«Restiamo profittevoli nonostante un contesto sfidante. La pressione sul ramo Vita si è allentata. Evidentemente l’inflazione al 10%, aumentando i costi dei sinistri, provocherà inevitabili aumenti dei prezzi in particolare nell’Auto». —
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