Lo sci bloccato dal Covid fa i conti con la sua crisi più nera: i dati, le prospettive, le differenze tra aree: incoronata la Val di Fassa

Con i contagi che aumentano, il mondo dello sci si prepara ad aprire solo a metà dicembre, verso il 18, ma i timori di uno stop prolungato fin sotto Natale ci sono tutti. Lo ha confermato l’evento online dedicato ai dati raccolti da Skipass Panorama Turismo, centro di ricerca specializzato sul mercato del turismo e degli sport invernali che ha messo in conto (indagine a fine ottobre) una riduzione del fatturato del 30,6%, mentre una dozzina di giorni dopo è già schizzata al 50%, con punte fino al 70%.
"Era meglio aver chiuso tutto prima, in modo da fare un Natale covid free – ha detto Valeria Ghezzi, presidente nazionale degli impiantisti Anef -. Ringraziamo il cielo che le alte temperature ci impediscano di fabbricare la neve. Ci costerebbe 100 milioni, di cui nessun ‘ristoro’ ci garantirebbe la copertura. Quindi al Governo noi diciamo: se avete deciso di farci trascorrere il Natale in casa, fatecelo sapere subito. Ma allora, avanti col lockdown".
Solo la prossima settimana ci sarà il confronto sulle linee guida da tenere negli impianti. E al riguardo Ghezzi ha svelato che la prima proposta del Comitato tecnico scientifico era di limitare la frequentazione addirittura a 150 skipass per area.
All’incontro ha partecipato anche Flavio Roda, presidente della Fisi. "Non sono certo – ha sospirato – che tutto sia finito entro il 3 dicembre, quando scadrà il Dpcm. Lo spero, ovviamente. Ma prepariamoci a tempi difficili". Roda sta gestendo la discussa sospensione dello sci agonistico, per larga parte dello sci. Ammette di aver condiviso la decisione (“saggia”) del presidente dell’Alto Adige, Arno Kompatscher di dichiarare subito la zona rossa, in modo da sperare in un Natale finalmente sereno.
Massimo Feruzzi, dell’Osservatorio Shipass Panorama Turismo ha presentato l’esito dell’indagine sulla prossima stagione invernale. I dati si riferiscono a fine ottobre. Sono drammatici. Ma lui stesso ha ammesso che oggi lo sarebbero ancora di più. Il fatturato della prossima stagione, se non subirà interruzione, comporterà un fatturato di 6 miliardi in ambito nazionale, del 30,6% a quello della passata stagione, che già segnava in 16,3% in meno (8,712 miliardi). Nell’inverno 2018/19, invece, il fatturato era stato di 10 miliardi e 409 milioni; la perdita c’era stata pure allora, ma limitata al 4,7%.
Renzo Minella, presidente veneto dell’Anef, prova a tradurre per la montagna regionale: il nostro fatturato è di 60 milioni, ossia di 420 per tutto l’indotto. "Se le stime del deficit le consideriamo al 30% perderemmo 125 milioni, complessivamente, se del 50% più di 200 milioni". Secondo i calcoli di Feruzzii, a pagare di più il conto sarebbe la ristorazione, intorno al 42,3%, il danno per la ricettività sarebbe del 31%, quello della pratica sportiva si limiterebbe al 27%.
A proposito di discipline, tutte sprofonderebbero nella crisi, si salverebbero il fondo con una percentuale del 2% in più, le ciaspole addirittura col 28% di aumento, lo scialpinismo. Lo sciatore, quest’inverno, preferirà il piccolo albergo, meglio l’appartamento e stare all’aria aperta, quindi in pista – se può consolare – un’ora e mezza circa in più che nel passato. Neppure 3 candidati ogni cento ad una prossima vacanza sugli sci hanno scelto il Natale 2020. Un vacanziere ogni due ha rinviato il periodo del riposo a non prima dell'estate 2021. (Francesco Dal Mas)
Ecco, qui sotto, alcuni degli elementi principali del dossier
IL DISASTRO IN CIFRE
Le previsioni per la prossima stagione invernale risultano ancora più negative rispetto alla passata stagione invernale, con variazioni decisamente rilevanti. Si tratta, questo, di un comparto turistico di grande rilievo all’interno del “sistema turismo Italia”: infatti il fatturato del turismo “neve” in tutti i suoi aspetti – ricettività alberghiera ed extralberghiera, impianti di risalita, ristorazione, attività ricreative ed intrattenimento, noleggio attrezzature, corsi, etc. – rappresentava, a livello nazionale in epoca pre Covid-19, l’11,1% del complessivo sistema del turismo italiano. Per l’anno in corso il dato potrà essere rilevato solo una volta che la situazione si sarà stabilizzata.
Per la stagione invernale 2020/2021 le previsioni e gli indicatori di Skipass Panorama Turismo12 permettono di stimare il fatturato del sistema nazionale della montagna bianca, nonché i dati relativi ad arrivi e presenze degli ospiti – italiani e stranieri – nel loro complesso:
2 miliardi 584 milioni di Euro il fatturato del sistema ospitale nella sua complessità di strutture ricettive alberghiere ed extraalberghiere (alberghi, villaggi, B&B, residence, baite, agriturismi, case vacanza, alloggi in affitto, etc.): decremento del -31,1%;
2 miliardi 841 milioni di Euro il fatturato dei servizi quali noleggio attrezzature, maestri di sci, skipass ed impianti di risalita vari, etc., vale a dire i servizi collegati alla pratica delle discipline sportive sulla neve :decremento del -27%;
452 milioni di Euro l’ulteriore fatturato generato da altri servizi quali ristorazione, commercio, attività ricreative e di divertimento, etc.; decremento del -42,3%.
Il fatturato complessivo del sistema scivolerà a quota 6 miliardi 042 milioni di Euro, segnando una riduzione di ben 2 Miliardi 666 milioni di Euro, con un decremento totale del -30,6%. Un dato decisamente pericoloso per la sopravvivenza stessa di questo importante settore dell’economia turistica nazionale. Se compariamo il dato previsionale di fatturato del prossimo inverno con il consuntivo di due anni fa (stagione 2018/2019), la riduzione di fatturato complessivo è pari al -42%. Per quanto riguarda gli arrivi, si prevede un decremento pari al -31,9%, mentre con riferimento alle presenze gli indicatori segnano un -33,1% (italiani a +6,6% e stranieri a -72,8%).
LE ATTESE DEL SISTEMA DELL’OSPITALITÀ
Anche il sistema dell’ospitalità si interroga sulla prossima stagione invernale, e nel frattempo si prepara per essere pronto alla partenza. Dalla rilevazione di Skipass Panorama Turismo - focalizzata sul settore ricettivo – si rileva una sensazione di forte attesa, proprio perché da un lato il mercato è in stand by: vi sono richieste – poche – di informazione ma pochissime prenotazioni; dall’altro gli operatori del settore ricettivo vivono l’incertezza della programmazione.
Quest’anno, infatti, il sentiment degli operatori del sistema ricettivo è tutto focalizzato sull’evoluzione del Covid-19 e sull’incidenza che il medesimo avrà sulle prenotazioni, così riassumibili:
- inverno non speculare all’estate: una stagione invernale che si presenta, in fase di avvio, in condizioni peggiori rispetto all’avvio della stagione estiva, perché oggi la curva dei contagi è in salita mentre prima dell’estate era in netta discesa;
- clientela individuale: quasi totalità di clientela diretta, che quindi non utilizza il sistema delle agenzie di viaggio/Tour Operator, e che si muove in auto;
- divertimento out: si prevede un inverno “silente” o, quanto meno, più rilassante per gli ospiti. Nessuna festa esagerata, decibel abbassati, più lounge;
- massima flessibilità: sulle date, sulle prenotazioni, sulle variazioni, etc. Gli operatori del settore ricettivo, quest’inverno, saranno molto più “morbidi” quando si parla di penali, cambio data, caparre;
- sotto data: tutto avverrà sotto data. Le prenotazioni sono in stand by e molto dipenderà (se non davvero tutto) dall’evoluzione del Covid-19: tuttavia, chi prenota lo farà sempre di più all’ultimo momento;
- clientela fidelizzata: l’impegno di molti operatori del sistema sarà rivolto a mantenere la clientela fidelizzata, che rappresenta una base sicura per garantire la copertura dei costi;
- clientela di prossimità: la catchment area si restringe drasticamente, sino a diventare quasi regionale. E da ciò dipende anche la prevista riduzione delle settimane bianche e dei lunghi weekend.
CHI SOFFRIRA’ DI PIU’
Le destinazioni che soffriranno di più saranno quelle che hanno sempre segnato un alto indice di internazionalizzazione; tra queste, gli indicatori più negativi ricadranno su quelle località che – da sempre – ospitano in prevalenza gruppi provenienti da Paesi quali la Gran Bretagna, la Russia, il Belgio, i Paesi Scandinavi, il Benelux ed i Paesi dell’Est Europa.
Considerando inoltre gli indici di crescita esponenziale che avevano fatto registrare negli ultimi anni i turisti provenienti da Repubblica Ceca e Polonia, e la loro forte incidenza nei periodi di bassa stagionalità (quindi inizio dicembre, post festività natalizie e febbraio), la loro mancanza sarà gravissima e difficilmente ripopolata da turisti italiani.
Emerge così una situazione a dir poco paradossale: vi saranno località che potrebbero aprire “a rubinetto”, quindi solo in occasione delle festività (15 giorni per le festività natalizie e nel periodo di Carnevale) e durante i week end, rimanendo in stand by negli altri periodi.
Questa situazione è condizionata da una serie di fattori, sia sul mercato interno che su quello internazionale. Da un lato gli Italiani rimarranno sì all’interno dei confini nazionali, ma si concentreranno nei periodi “canonici” delle vacanza bianche (quindi nel periodo natalizio ed in quello di Carnevale); negli altri periodi i nostri connazionali consumeranno o week end oppure diverranno day user: in giornata, sulla neve, con rientro in serata a casa; i turisti stranieri provenienti da Paesi collegati con mezzi collettivi sono, allo stato attuale, tutti bloccati: le sole prenotazioni esistenti fanno riferimento ai mesi di febbraio e marzo 2021, ma sono anch’esse in una sorta di limbo; per i turisti stranieri residenti in una catchment area limitrofa alle destinazioni bianche italiane, quindi raggiungibili in auto, si manifesta uno stato di attesa. Pochissime le richieste di informazioni, nulle – allo stato attuale – le prenotazioni.
Focalizzandoci sul mercato nazionale, per il periodo di Natale le prenotazioni saranno comunque estremamente sotto data: attualmente, coloro che mantengono fede alla prenotazione per tale periodo sono coloro che hanno alloggi indipendenti (quindi appartamenti, chalet, baite, etc.), mentre si manifesta già come una quota del 27,8% delle prenotazioni effettuate presso le strutture ricettive alberghiere – nel periodo 13/23 ottobre – sia stata spostata più avanti, in prevalenza nel mese di febbraio 2021.
Ogni destinazione si troverà quindi ad operare per conquistare market share nazionale, cercando di garantirsi il più possibile il mantenimento della clientela internazionale: obiettivi complessi e difficilmente raggiungibili per la maggior parte delle località.
Alla fine, i fenomeni di convergenza saranno sostanzialmente tre:
- elevata concentrazione della clientela italiana: si prevede che il livello di internazionalizzazione registrato nella passata stagione invernale (54,3%)6 si riduca di poco meno di 40 punti percentuali, portando la quota di presenze straniere al 14,8% del totale delle presenze, a livello nazionale;
- forte concentrazione nelle settimane “core” della stagione invernale: nel periodo di Natale e Capodanno le destinazioni della Montagna Bianca Italiana vivranno una situazione di sold out totale. La maggiore differenza in positivo, rispetto agli anni
- passati, si manifesterà nelle giornate che vanno dal 24 al 28 dicembre, ovviamente a causa delle festività in Italia;
- Italiani all’assalto, stranieri a casa loro: non saranno solo gli Italiani a rimanere dentro i confini nazionali – e per tale motivo vi saranno periodi di massima concentrazione – ma anche gli stranieri seguiranno il medesimo comportamento.
D’altra parte, i dati parlano chiaro: sono davvero pochi gli Italiani che si dichiarano disponibili a prendere un aereo quest’inverno per andare in vacanza7. Solo il 28,8% è infatti disposto a prendere questo mezzo collettivo per raggiungere – o avvicinarsi – alla località di vacanza invernale.
EFFETTO LUSSO
In una situazione così difficile per le strutture dell’ospitalità, vi è un settore che nell’inverno 2020/2021 non conoscerà alcuna crisi, ed è quello dello ski luxury. Potrebbe apparire strano che in un periodo storico in cui l’attività imprenditoriale è ridotta e l’economia rallenta, vi sia una quota di clientela che è disposta a spendere – anche di più rispetto al passato – per trascorrere un periodo di vacanza in montagna. A patto che sia di lusso.
Richieste, ma in questo caso anche prenotazioni già confermate e garantite con caparra e carta di credito, sono arrivate per chalet localizzati nelle località più esclusive della Val d’Isere, di Meribel e Courchevel: chalet di lusso con 10 posti letto, accesso diretto alle piste, piscina e spa privata.
Per queste nessuna disdetta, e soprattutto alto interesse per affitti stagionali, con quotazioni che superano anche i 700.000,00 Euro a chalet. Naturalmente questi clienti non hanno alcun problema legato al potenziale contagio che può essere trasmesso in una luonge o nelle aree comuni di qualsiasi hub, in quanto la loro mobilità è assolutamente personale, perché si muovono col proprio jet privato o in elicottero.
Isolamento di lusso, quindi, come modalità per uscire da una situazione di chiusura e, soprattutto, per potersi garantire la pratica dello sci. Oltre a questa “vocazione” strettamente legata ad una disposizione d’animo – e di portafoglio – decisamente connessa ad un particolare stile di vita, un nuovo fenomeno emerge nell’inverno 2020/2021: si tratta del “pod winter holiday”: in sostanza, la vacanza in montagna si desidera e si vuole vivere, ma in stretta correlazione con le persone conosciute.
La vacanza si vive quindi nel proprio guscio familiare, insieme solo ai membri della famiglia o a pochissimi selezionati amici, anche con l’opzione di riunirsi in quarantena.
Questo nuovo fenomeno si conferma nella sua validità considerando che gli Italiani manifestano un gran desiderio di socializzazione, ma solo con persone conosciute ed in numero limitato. Risulta infatti come i nostri connazionali che possono statisticamente rientrare in questa casistica dei pod tourists – in quanto dichiarano di voler andare in vacanza in un aggregato familiare di massimo 10 persone, ma non in maniera di singola famiglia – rappresentano ben il 53,4% del totale di coloro che dichiarano di volere andare in vacanza durante l’inverno. In sostanza, si sentono come protetti all’interno di un guscio, riducendo al massimo i rischi derivanti dalle classiche forme di socializzazione, ma vogliono vivere questa sorta di isolamento con le persone care.
I TREND STRUTTURALI
L’inverno 2020/2021 segnerà l’affermazione definitiva di alcune tendenze che, sebbene fossero già evidenti negli anni passati, con l’arrivo del Covid-19 si sono solidificate, e per questo motivo possono essere considerate strutturali negli anni a venire. E’ infatti chiaro che l’avvento del Covid-19 ha rapidamente cambiato il modo non solo di interpretare la vacanza di Italiani ed Europei, ma anche di consumarla.
Questi i trend che Skipass Panorama Turismo ha classificato come strutturali:
- ricerca del “piccolo”: successo, nell’inverno 2020/2021, per tutto ciò che si connota con il concetto di “piccolo”, dalla località alla struttura ricettiva, dal ristorante ai locali, etc. Questa ricerca si basa sulla volontà di allontanarsi dai luoghi affollati, confusi, e di rifugiarsi in località considerate, proprio per questo motivo, più sicure dal punto di vista sanitario. Quindi valori in crescita per le piccole località, quelle più appartate e con meno turisti, che saranno quelle più ricercate, a patto che vi sia la possibilità di sciare (anche nelle immediate vicinanze);
- il bianco, bellezza e natura: è altissimo il livello di appeal che acquisisce la Montagna Bianca Italiana in questo periodo, e non si tratta solo del fatto che la pratica di una disciplina sportiva sulla neve deve essere svolta all’esterno o perché la vacanza invernale si permette un contatto diretto con la natura, ma piuttosto perché il bianco della neve è sintomo di purezza e di bellezza. Fattori, questi, ai quali tutti siamo diventati più sensibili nell’ultimo anno;
- human touch: aumenta l’attenzione al rapporto personale con la comunità locale, che deve essere accogliente ma non invadente. In questo ambito emerge il valore dell’identità locale e dell’esperienza, anche umana, che viene ricercata con sempre maggiore insistenza, e che è destinata a diventare un asset fondamentale delle destinazioni montane del futuro; • open air: gli Italiani stanno assorbendo lo stile di vita dei nordici, quindi sempre più bar e locali all’aperto riscaldati da "funghi”, beauty farm e vasche idromassaggio tra i boschi, etc.
Nell’imminente stagione invernale si conferma una tendenza già vista nel corso dell’estate: la ricerca, da parte dei clienti della Montagna Bianca Italiana, di trascorrere più tempo all’aperto, in mezzo alla natura.
Un’ulteriore tendenza che si affermerà quest’anno è quella legata ai viaggi self-drive e self-catering: organizzati all’ultimo minuto per evitare l’eventuale esposizione a Covid-19 e sulla base dell’evoluzione del momento, questi viaggi si caratterizzano per due fattori: il mezzo, che è esclusivamente l’automobile; l’organizzazione, che è assolutamente personale ed autonoma.
I TREND VOLATILI
Skipass Panorama Turismo ha altresì identificato i trend che sono stati definiti volatili, indicando con questo termine quelle tendenze che si manifestano in questa situazione contingente e che, pertanto, esistono e si rafforzano proprio in relazione con la presenza del Covid-19. Tendenze che si prevede verranno riassorbite nel momento in cui dovesse terminare questa fase emergenziale.
Questi i trend che Skipass Panorama Turismo ha classificato come volatili:
- riduzione delle settimane bianche: nell’imminente stagione invernale si manifesta una forte riduzione della vendita di settimane bianche. Questa situazione si deve in prevalenza a due fattori: da un lato la quasi totale assenza dei gruppi di turisti stranieri provenienti con mezzi collettivi (in particolar modo pullman ed aereo), e dall’altra l’incremento di coloro che prediligo non soggiornare fuori casa e diventano, pertanto, day user;
- più week end: si manifesta l’aumento dei brevi soggiorni, in prevalenza week end, al massimo di tre notti fuori casa. Il desiderio di vacanza sulla neve porterà infatti molte persone – italiani e stranieri – a scegliere questa opzioni, non tanto per risparmiare qualcosa ma, soprattutto, per la libertà che vogliono mantenere di poter prenotare all’ultimo momento, senza alcun vincolo;
- clientela singola: nell’imminente inverno la quasi totalità della clientela sarà singola ed individuale, che quindi gestirà il proprio rapporto con la destinazione ed il relativo acquisto dei servizi in maniera personale, senza alcuna intermediazione. Questo inciderà fortemente sulle strutture dei servizi (dagli alberghi alle scuole di sci, etc.), che dovranno impegnarsi maggiormente nella relazione con ogni singolo potenziale ospite;
- soggiorni indipendenti: sarà altissima la richiesta di appartamenti, baite, chalet dove poter soggiornare in maniera singola, con la propria famiglia o con il proprio piccolo gruppo di conoscenti/familiari/amici. Quest’anno tutto ciò che garantisce indipendenza nell’alloggio riceverà il massimo dei consensi. E delle prenotazioni;
- soggiorni sulle piste: tutte le opzioni di soggiorno che permettono di raggiungere le piste a piedi, senza dover prendere alcun mezzo pubblico – anche se gratuito – saranno le più gettonate, perché allontanano il pericolo del contatto con altre persone, come avviene invece sugli skibus. Si segnala, inoltre, un’altra tendenza che si manifesta con maggiore frequenza nel prossimo inverno ma che, col tempo, potrebbe diventare strutturale: i professional on working holiday, cioè i professionisti che affittano appartamenti/chalet a lungo termine per lavorare dal luogo di vacanza, trascorrendo tempo in famiglia
I PREZZI
Skipass Panorama Turismo conferma come l’analisi del fattore prezzo risulta essere assai complesso, in quanto sono molteplici i fattori che incidono sulla composizione del medesimo: in primis – nell’inverno 2020/2021 – l’evoluzione del coronavirus che inciderà fortemente su eventuali promozione ed offerte, soprattutto sotto data. Ma anche la periodicità alla tipologia di offerta, la destinazione di consumo del denaro, i fattori di politiche aziendali che esulano, sempre, da valutazioni puramente di mercato. Vi sono infatti periodi nei quali vi è l’esplosione di offerte e promozioni e, al contrario, vi sono altri periodi – ad esempio il Capodanno ed il Carnevale – nei quali i prezzi salgono ai loro massimi e non sono assolutamente trattabili. E quest’anno più che mai assisteremo a prezzi estremamente flessibili e variabili, anche day by day sulla stessa struttura o per il medesimo servizio.
Per questi ed altri motivi (evoluzione del Covid-19, politiche aziendali, gestione del proprietario o meno, presenza sui portali di booking on line, etc.) vi è davvero una forte divaricazione tra i vari prezzi delle strutture ed, in parte, anche dei servizi ancillary. Analizzando l’intera stagione invernale nel suo complesso, Skipass
Panorama Turismo segnala come l’intero “sistema neve Italia” abbia incrementato i prezzi: nell’inverno 2020/2021, pertanto, i prezzi di alberghi, scuole di sci, impianti, etc. subiscono incrementi spesso rilevanti; tuttavia sarà anche l’anno delle offerte, degli sconti, delle agevolazioni e promozioni.
Queste le variazioni apportate, per il prossimo inverno, ai prezzi dei vari servizi della filiera della montagna bianca Italiana. Per quanto riguarda gli alberghi, questa è la situazione:
i prezzi delle camere e dei servizi sono aumentati – a livello nazionale – del +4,1% rispetto a quelli praticati nella passata stagione invernale;
i prezzi delle settimane bianche: per questa tipologia di offerta si rileva un incremento dei prezzi quantificabile in un +3,3% rispetto ai prezzi della passata stagione invernale;
per quanto riguarda i week end, invece, l’aumento dei prezzi, è più rilevante e raggiunge il +5,2%, sempre a livello nazionale; Per quanto riguarda le scuole di sci, questa è la situazione:
incremento anche per i prezzi praticati dalle scuole di sci nazionali. L’incremento complessivo si assesterà attorno al +3%. Per quanto riguarda gli impianti di risalita, questa è la situazione:
nonostante la situazione sia complessa, continuano gli investimenti nel settore, a sostegno del sistema della montagna bianca italiana. Nell’inverno 2020/2021 le tariffe degli skipass – su base nazionale – aumenteranno del +1,8% rispetto ai prezzi dell’ultima stagione.
LA TOP 10 DEI COMPRENSORI SCIISTICI
Ecco la classifica generale ed ulteriori classifiche tematiche, con le quali è stato identificato il demanio che, secondo i nostri connazionali, è quello con le piste migliori, con i migliori impianti di risalita, con il miglior livello di sicurezza, con la migliore garanzia di innevamento e con i migliori prezzi.
Nell’inverno 2020/2021 vi è una grande sorpresa: secondo gli Italiani il demanio sciabile che si posiziona in vetta alla classifica generale – con l’indicazione dei primi 15 comprensori – è la Val di Fassa con 2.951 voti (era al secondo posto lo scorso anno), distaccando di 500/700 voti quattro demani sciabili che ottengono punteggi abbastanza simili. Al secondo posto si colloca infatti la Val Gardena con 2.457 voti, seguita dall’Alta Badia con 2.357 voti, da Plan de Corones con 2.247 e da Madonna di Campiglio-Pinzolo con 2.216 voti. In sostanza, oltre alla Val di Fassa, conquista tre posizioni la Val Gardena, perde una posizione l’Alta Badia e Madonna di Campiglio-Pinzolo, mentre passa dalla prima alla quarta posizione Plan de Corones.
A seguire, il comprensorio di Livigno con 1.342 voti, seguito da quello di Cervinia con 1.057 voti, da quello di Cortina d’Ampezzo con 1.047 voti. Sotto i mille voti troviamo Adamello Ski con 688 voti, la Via Lattea con 641 voti, Mondolè Ski con 640 voti, Bardonecchia con 439. Chiudono la classifica generale il comprensorio del Cimone con 420 voti, il Monterosa Ski con 399 ed il comprensorio de la Thuile con 377 voti.
Piste migliori. Il primo elemento valutato in maniera singola è quello relativo alle piste considerate le migliori: in questo ambito il demanio sciabile che ottiene il migliore punteggio è la Val Gardena con 755 voti (che conquista ben tre posizioni rispetto allo scorso anno), seguita dall’Alta Badia (che perde il primato) con 715 voti. Al terzo posto troviamo la Val di Fassa con 689 voti, che perde una posizione, seguita da Cortina d’Ampezzo con 523 voti. Seguono il comprensorio di Madonna di Campiglio-Pinzolo con 502 voti, Plan de Corones con 444 voti, Cervinia con 402 voti e Livigno con 324 voti. Chiudono la classifica dei primi dieci comprensori con le migliori piste Mondolè Ski con 234 voti e la Via Lattea con 116 voti.
Migliori impianti. Un altro elemento sottoposto a giudizio da Skipass Panorama Turismo è stato quello relativo ai migliori impianti di risalita: in questa classifica si conferma Plan de Corones con 732 voti, seguita dalla Val Gardena con 617 voti (che conquista tre posizioni) e dalla Val di Fassa con 601 voti. Poi l’Alta Badia con 547 voti e Madonna di Campiglio-Pinzolo con 531 voti. A distanza si collocano Livigno con 173 voti, Mondolè Ski con 121 voti, Cervinia e la Via Lattea, entrambe con 98 voti. Chiude questa classifica il demanio del Cimone con 65 voti.
Innevamento. Un altro fattore importante per gli sciatori è quello legato alla garanzia di poter trovare piste sempre innevate, anche con impianti di innevamento artificiale. Con questa classifica, pertanto, vengono indicati i demani sciabili che offrono la migliore garanzia di innevamento: vince la Val Gardena con 468 voti (e sei posizioni conquistate), seguita dall’area di Madonna di Campiglio-Pinzolo con 467 voti (tre posizioni conquistate) e dall’Alta Badia con 443 voti. A seguire troviamo Plan de Corones con 392 voti, Livigno con 376 voti, Cervinia con 356, Cortina d’Ampezzo con 343 e la Val di Fassa con 293. Chiudono la classifica la Via Lattea con 234 e La Thuile con 189.
Sicurezza. Vi è poi un fattore che, anche se a volte per il territorio e le società degli impianti può essere dato per scontato, non lo è per gli Italiani: si tratta del livello di sicurezza degli impianti e delle piste. In questo caso il comprensorio giudicato più sicuro è la Val di Fassa con 612 voti, seguita dalla Val Gardena con 504 voti, dal comprensorio di Madonna di Campiglio-Pinzolo con 482 voti e dall’Alta Badia con 480. A seguire: Plan de Corones con 456 voti, Livigno con 186 voti, Cortina d’Ampezzo con 143 voti e Cervinia con 123. Chiudono la classifica il Cimone con 102 e Adamello Ski con 98.
Prezzi. Infine, l’ultimo elemento analizzato da Skipass Panorama Turismo, che è quello che fa riferimento ai demani sciabili che gli Italiani ritengono con i prezzi migliori, considerando l’insieme dei servizi della località. Skipass Panorama Turismo ha voluto quindi analizzare, attraverso il giudizio degli Italiani, quali sono considerati i demani col migliore rapporto prezzo/qualità, nella loro totalità dei servizi per gli sciatori (skipass, parcheggi, ristorazione sulle piste, noleggio attrezzature, maestri di sci, etc.). In questa classifica vince, anche quest’anno, con netto distacco la Val di Fassa con 756 voti. Al secondo posto si conferma Adamello Ski con 290 voti, seguito da Livigno con 283 voti. Poi Madonna di Campiglio-Pinzolo con 234 voti e, a seguire, Plan de Corones con 223 voti, l’Alta Badia con 172 voti, Bardonecchia con 161 voti, la Via Lattea con 118 voti, la Val Gardena con 113 e per chiudere la top ten il Cimone con 108 voti.
Dai risultati emersi da questa rilevazione di Skipass Panorama Turismo si nota che:
• il demanio sciabile in vetta alla classifica complessiva – la Val di Fassa – vince anche altre due specifiche classifiche: quella relativa al demanio sciabile col più alto livello di “sicurezza”; quella con il miglior “prezzo”, inteso anche come rapporto prezzo/qualità; per quanto riguarda le altre classifiche specifiche, emerge la Val Gardena, che ne vince due: quella dedicata agli ambiti territoriali con le “piste migliori”; quella relativa alle “maggiori garanzie di innevamento”; l’ulteriore specifica classifica, che è quella relativa ai “migliori impianti di risalita”, viene vinta da Plan de Corones.
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