L’occhiale riparte da Firenze, Anfao: convalescenti, ma fiduciosi
BELLUNO. Coraggio, gratitudine, orgoglio, fiducia. Giovanni Vitaloni sintetizza con queste parole i giorni di avvicinamento all’8ª edizione del DaTE, la fiera dell’occhiale innovativo che si terrà alla Leopolda di Firenze dal 19 al 21 settembre.
«È l’appuntamento in cui l’occhialeria», sottolinea il presidente di Anfao, «torna a essere “reale” e a far incontrare, di nuovo, per la prima volta dallo scoppio dell’emergenza Covid-19, produttori, ottici, buyer, e media in un luogo fisico, la Stazione Leopolda. Ci voleva coraggio e ringrazio di cuore sia la nostra squadra organizzativa, sia le aziende che hanno dato tutto per esserci».
Saranno una cinquantina le aziende presenti, per circa 90 marchi, a questo evento show che ha per attori protagonisti espositori a invito. Uno spazio tutto dedicato alla creatività e all’innovazione, dove nasce l’occhiale del futuro.
Il mondo dell’eyewear nel nostro paese vale circa 4 miliardi di fatturato e conta 18 mila addetti. Dati 2019, ovviamente. Per il 2020 ci sono attese e timori, ma il passaggio del DaTE viene visto come fondamentale:
«Siamo orgogliosi di ripartire da qui», prosegue Vitaloni, «e di essere stati scelti con altre tre manifestazioni del sistema Moda in calendario alla Fiera di Milano Rho per rappresentare la fase della vera ripartenza. Le pre-registrazioni parlano di circa 700 visitatori già ad oggi, a una settimana dall’apertura, segno di dinamismo e positività, della capacità di fare networking. E sono orgoglioso anche per la collaborazione con Ice, l’Istituto nazionale per il commercio estero».
In cosa consiste questa collaborazione?
«Abbiamo lavorato insieme per garantire a DaTE un profilo sempre più internazionale: non solo il 50% degli espositori verranno da fuori Italia, ma ci sarà anche una consistente delegazione di buyer dalla Francia, oltre che da Spagna ed Olanda. Inoltre Ice ha approntato una piattaforma digitale per consentire a tutti di partecipare virtualmente, se non potranno essere presenti di persona a Firenze, mettendo in comunicazione espositori e i buyer esteri e italiani».
Qual è lo stato di salute del settore?
«Siamo convalescenti, ma pronti a ripartire, a cogliere il trampolino di Firenze per rilanciare. È chiaro che siamo legati all’andamento dei consumi: fino a maggio eravamo fermi, a giugno abbiamo registrato una ripartenza, un rimbalzo a luglio, con segnali positivi anche rispetto allo stesso mese del 2019. Ora aspettiamo di vedere cosa accadrà a settembre, che è solitamente un mese molto indicativo, e che è partito bene. Ma è chiaro che non possiamo dimenticare che il primo trimestre del 2020 ha segnato un –30% ed il recupero a fine anno sarà assai difficile».
Infine la fiducia, che Vitaloni evidenzia così. »Sono sicuro che il tutto si svolgerà nel migliore dei modi, con la costante attenzione alla salute di tutti, ma anche con la voglia di ritrovarsi finalmente dal vivo attorno all’oggetto occhiale. E sono davvero fiducioso che questo appuntamento di Firenze possa segnare una svolta per tutto il settore, grazie a uno sforzo organizzativo importante e a un lavoro senza posa in questi ultimi mesi, contrassegnati da tutte le limitazioni dettate dal Coronavirus».
Cosa è DaTE
DaTE è uno spazio aperto, offerto all’occhialeria indipendente, piccola e alternativa, da cui ci si aspetta di veder nascere le linee del futuro per un settore che è sempre in grande movimento, come quello dell’occhialeria. Nasce da un movimento cresciuto in Giappone dove molti giovani portavano montature senza lenti, quasi come decorazioni del volto.
Un vero fenomeno, che nasceva nei negozi vintage: i ragazzi compravano vecchi occhiali e li indossavano, quasi che la montatura identificasse la loro anima. Da qui l’idea di questo appuntamento, DaTE, che letteralmente significa proprio “occhiali alla moda, senza prescrizione”. «Per offrire a chi fa ricerca, a chi è impegnato nella sperimentazione e nell’innovazione, a chi è sul mercato con una struttura piccola e agile», spiega Giovanni Vitaloni, «l’opportunità per fare sentire il proprio peso». Dopo le prime due edizioni, Anfao decise di trasferire l’evento da Milano a Firenze, alla stazione Leopolda, «un palcoscenico affascinante, post industriale, baricentrico ricco di cultura e di arte». —
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