Lusso e workation, così il Nordest cerca il rimbalzo del turismo

La pandemia lascia numeri choc: presenze, meno 61 milioni

Intanto la domanda internazionale riparte, l’Italia al centro

Roberta Paolini

I grandi fondi e gli operatori internazionali del turismo che guardano all’Italia con grande attenzione soprattutto al Nordest, con Venezia e Cortina in primis. L’Italia che entra nelle top destinazioni mondiali in quando a desiderio dei turisti, soprattutto di fascia alta, come ha spiegato un report di Altagamma.

Le nuove modalità di fruizione del luogo “altrove” del viaggio, dalla riduzione delle trasferte d’affari, all’imporsi della workation, l'unione delle parole work e vacation, lavoro e vacanze. E quindi l’ampliamento degli orari anche diurni di utilizzo delle stanze degli hotel. È un quadro multiforme e pieno di variabili quello che lascia il Covid.

La UnWto, l'Organizzazione mondiale del turismo, segnala che il travel sentiment più elevato dei viaggiatori è verso l’Italia. Si tratta di un indicatore rilevato tramite l’intelligenza artificiale e ricavato dalle conversazioni e dalle ricerche on line. L’ultima rilevazione e pari a 61, dato più elevato di tutto lo UnWto.

Poiché un numero crescente di paesi allenta le restrizioni ai viaggi, l’organizzazione ha lanciato un nuovo Tourism Recovery Tracker per supportare il turismo globale. Nel report aggiornato mensilmente si vede anche che l’Italia è stata la destinazione europea, e la terza dopo Messico e Turchia, con il calo meno consistente di turisti esteri da inizio anno.

I dati

Se questo è lo scenario generale quel che lascia la pandemia è spaventoso nei numeri. Secondo le elaborazioni fatte da Nordest Economia il Covid ha atterrato completamente il comparto turismo a Nordest. Numeri drammatici: 61 milioni di presenze in meno e oltre 18,5 milioni di arrivi in meno. Il danno è stato quasi completante provocato dall’estero: 32 milioni di presenze in meno e 9,8 milioni di arrivi. Ma la risalita potrebbe essere rapida considerando che dall’Unione Europea proviene il flusso più consistente di turisti, con oltre 8,86 milioni di arrivi e oltre 38,46 milioni di presenze.

Secondo i dati il principale paese di provenienza del turismo a Nordest è la Germania, da qui nel 2020 si sono registrati -1,95 milioni di arrivi e 8,76 milioni di presenze in meno in Trentino Alto Adige, quasi 2,81 milioni di presenze in meno in Friuli Venezia Giulia e il crollo di 5,17 milioni di arrivi e quasi 23 milioni di presenze in meno per il Veneto. Questo dicono le elaborazioni sui dati Istat.

Il report di Intesa

Il Triveneto ha mostrato un calo complessivo del -53%, passando da 35 a milioni di arrivi nel 2019 a 16,5 milioni nel 2020, grazie al contributo del turismo domestico che ha compensato la diminuzione degli arrivi di turisti stranieri che è stata del -66%. Spiega invece un Report realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per Nordest Economia. La Provincia di Bolzano, ad alta internazionalizzazione turistica, ha tenuto meglio rispetto agli altri territori (-49% gli arrivi internazionali), il Veneto ha subito la perdita maggiore (-74% di arrivi internazionali) a causa del crollo nelle Città d’arte venete e nelle Terme Euganee (-81% e -82% rispettivamente), mentre Il Friuli -Venezia Giulia ha segnato -66% e la Provincia di Trento il 56%.

Nell’estate del 2020 il Nordest è stato tra le località preferite, tanto da superare in Veneto e nella Provincia di Bolzano i livelli dell’estate 2019 (+3% in Veneto e +14% a Bolzano). «Grazie al miglioramento del quadro epidemiologico e al progredire della copertura vaccinale della popolazione, dopo un inizio del 2021 incerto, gli indicatori turistici internazionali migliorano, specialmente nella predisposizione al viaggio verso l’Italia» spiega Anna Maria Moressa, della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo. Per il Triveneto, scrive Intesa, dove la parte più rilevante dei turisti proviene dal continente europeo e dagli Stati Uniti, si aprono dunque buone prospettive per recuperare i turisti fidelizzati. «Nell’estate 2020 sono emerse delle tendenze che possono favorire a ripartenza, come la valorizzazione oltre che della montagna anche di località come il Lago di Garda e il litorale dell’Alto Adriatico» spiega ancora.

Anche nella più ottimistica delle ipotesi, tuttavia è la conclusione dell’analisi di Intesa, «il recupero dei tre mesi estivi dei pernottamenti dei turisti stranieri non sarà sufficiente a riportare il sistema turistico del Triveneto ai livelli del 2019» afferma Moressa.

Le attese

Secondo i dati di Federalberghi Veneto aggiornati a giugno il tasso di occupazione medio acquisito per il periodo 2 giugno - 30 settembre 2021 è del 12,7% per Verona (un valore spiega l’associazione che è simile a quello delle altre città d’arte). Le cose vanno meglio per il Lago di Garda, dove tasso di occupazione medio acquisito per il periodo 2 giugno - 31 ottobre 2021 dovrebbe essere del 37,3%. Meno positive le previsione per l’estate di Cortina, il tasso di occupazione medio acquisito per il periodo 2 giugno - 18 settembre 2021 è del 23,9%. Per quanto riguarda Venezia il tasso di occupazione per il periodo 2 giugno - 30 settembre 2021 è previsto al 26,2%

Argomenti:turismonordest

Riproduzione riservata © il Nord Est