Luxottica, fatturato in crescita a 6,9 miliardi ma pesano America e Cina

Il gruppo ha totalizzato 2,2 miliardi di ricavi negli ultimi tre mesi, 6,9 miliardi nei nove mesi ma la divisione wholesale segna negativo. In Borsa il titolo chiude una giornata rialzista a +2%

Superano i 2,2 miliardi i ricavi al terzo trimestre dell'anno del Gruppo Luxottica, con una variazione positiva di +3,2%. La divisione wholesale (ingrosso) segna -3,2% mentre sale del 7,2% il fatturato dei negozi (divisione retail). Nei nove mesi l'azienda ha guadagnato 6,9 miliardi con una variazione del 3,5% a cambi costanti e dell'1,8% a cambi correnti. Anche nei nove mesi il wholesale segna -2,3% mentre il retail cresce del 4,7%.

"L’integrazione verticale e la diversificazione geografica hanno consentito al Gruppo di continuare a crescere nonostante la temporanea riduzione del fatturato wholesale in Nord America e in Cina per l’adozione di politiche commerciali più rigorose- spiega l'azienda - In Cina, la razionalizzazione della distribuzione con la chiusura di numerosi rapporti con distributori indipendenti ha richiesto, in questa prima fase, il ritiro di merce per un valore superiore al 30% del fatturato realizzato nel trimestre".

Luxottica fa sapere che è stato inaugurato a Sedico il laboratorio per la produzione di lenti oftalmiche che servirà l’Europa, creando un hub logistico-produttivo integrato tra lenti e montature. Questa struttura si aggiunge alle altre sei che già fanno di Luxottica uno dei principali operatori nel business delle lenti oftalmiche di fascia alta.

Il titolo ha chiuso in borsa in rialzo del 2%. Incrociato dai cronisti a Milano prima dell'entrata nel board, l'imprenditore Leonardo Del Vecchio ha avuto tempo per parlare di banche e partecipazioni.

"Una volta le banche, i salotti erano qualcosa che serviva all'economia e all'industria. Ormai l'economia italiana non è che sia così bisognosa di aiuti e di consigli" ha risposto Del Vecchio, azionista di Unicredit, alla domanda su un'eventuale vendita della quota in Mediobanca da parte dell'istituto di piazza Gae Aulenti.

"Anche le piccole aziende sono tutte internazionali. Ormai i salotti non servono tanto", ha aggiunto il patron di Luxottica. Ma ha quindi un senso per Unicredit la partecipazione in Mediobanca? "E' insignificante. Queste cose sono insignificanti in generale. Mediobanca continua ad essere quello che è, non è che la partecipazione di Unicredit cambia qualcosa", risponde Del Vecchio. Unicredit è primo azionista di Mediobanca con l'8,6%.

"Oggi cosa serve il capitale alle banche? Non mi pare che abbiano bisogno di capitale. La mania oggi è fare aumenti di capitale", ha aggiunto il patron di Luxottica, intercettato dai cronisti nel centro di Milano. "La mia quota in Unicredit è sempre rimasta uguale, attorno al 2%. Resto cosi' tranquillo, la lascerò ai miei figli che deciderenno cosa farne", ha poi indicato Del Vecchio.

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