Margherita oltre i 40 milioni grazie all’Europa

TREVISO. Non lo convincevano affatto. Per lui, giovane pizzaiolo nel ristorante di famiglia (il “Campanile” di Fregona), quelle pizze surgelate che iniziavano a comparire sul mercato non erano affatto di qualità accettabile. Tutt’altro. Quando nel 1991 ha smesso di lavorare nel ristorante del padre ha pensato: perché non mettermi in proprio nel settore delle pizze surgelate? Se oggi siamo qui a raccontare questa storia, potete immaginare come sia andata. È Fabrizio Taddei quell’ex giovane pizzaiolo.
Oggi guida Margherita Srl, un piccolo impero della pizza surgelata: 40 milioni di fatturato previsto nel 2019, 230 dipendenti, tre linee produttive in cui la pasta si stende – si legge sul sito aziendale – rigorosamente a mano. È davvero possibile?, chiediamo a Taddei. «Sì, perché la vera differenza sta lì, nell’impasto e nel modo in cui viene trattato. Anche se pomodoro e mozzarella sono di buona qualità, la lavorazione meccanica compromette le caratteristiche organolettiche della pasta».
Per questo, nei tre stabilimenti tra Fregona e Colle Umberto la pizza si stende a mano. «È un costo, ma per noi è fondamentale – dice Taddei – aziende concorrenti possono produrre diecimila pizze l’ora in una linea con sei addetti, noi ne impieghiamo trenta». Il mercato di Margherita è soprattutto all’estero: circa l’ottanta per cento del fatturato (33 milioni di euro nel 2018) arriva da Svizzera, Francia e Germania.
«Quello italiano è un mercato difficile, non solo per la molta concorrenza – spiega il titolare – all’estero lavoriamo bene con il canale della ristorazione ma anche con la grande distribuzione, produciamo anche per Lidl in Germania». Una crescita oltreconfine partita nel 2007, quando Margherita Srl acquisisce un importante cliente nel mercato svizzero, aumentando notevolmente la produzione.

Nello stesso anno nasce una collaborazione con Mirko Baldi e Werner Furrer, fondatori dell’azienda svizzera Fresh & Frozen Food AG che si occupa di distribuzione di prodotti alimentari. Sette anni dopo un altro decisivo step di crescita: è il 2014 quando Mirko Baldi e Werner Furrer diventano soci di Margherita Srl e fondano Margherita (Schweiz) AG con l’obiettivo di espandere la rete commerciale sul mercato internazionale.
La crescita continua: Margherita Srl acquisisce lo stabilimento di “La Pizzeria” la vecchia società, ma non basta: servono nuove linee di produzione. A poca distanza dalla sede apre il nuovo stabilimento, moderno e all’avanguardia, con tre linee di produzione nel cuore della Marca, tra i vigneti all’ombra delle Prealpi.
Nata da una storia di famiglia in quel ristorante del padre, quella di Taddei continua a esserlo: al suo fianco, nella gestione dell’azienda, oggi ci sono la moglie Nadia – si occupa soprattutto del reparto produzione – e i figli Sara (commerciale) e Nicola (gestione degli stabilimenti). È stato difficile convincere i figli a seguire le orme paterne? Per molte imprese il passaggio generazionale è un trauma, a volte fatale. «No, è stato facile coinvolgerli: mia figlia è praticamente nata qui dentro, mio figlio è entrato dopo un percorso di studi. Margherita per loro è un po’ come una sorellina, anzi, una sorellona».
Una sorellona nata da quell’intuizione del giovane Fabrizio Taddei. «All’inizio degli anni ’90 c’erano solo alcune grandi industrie nel settore della pizza surgelata, e la qualità era così così. Con mio fratello, che lavorava per un grosso gruppo del settore, abbiamo iniziato a fare qualche prova per vedere come migliorare la qualità del prodotto».
Oggi Margherita Srl produce pizze surgelate con il marchio “Re Pomodoro” distribuito in Italia e all’estero. Un prodotto italiano per eccellenza, che non ha bisogno di presentazioni: se c’è la qualità, il resto viene di conseguenza. Il resto lo fanno gli snack, sempre in tema, che completano la gamma di prodotti: dalle “barchette” ai mini calzoni. Il fatturato dell’azienda, che nel 2018 ha toccato quota 33 milioni di euro, quest’anno potrebbe già superare i 40. Circa l’ottanta per cento deriva dall’export. —
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