Marmo, la crisi è alle spalle: distretto in crescita del 27%

A Verona il cuore della produzione regionale, che tocca anche Vicenza. Mercati esteri trainanti: «Rispondiamo alle esigenze di design e qualità»

Edoardo Bus

VERONA. Il settore del marmo cresce a doppia cifra a livello nazionale e, al suo interno, va forte in particolare il comparto veronese, specializzato nell’attività di trasformazione. Lo dicono i dati diffusi da Confindustria marmomacchine, che mostrano numeri in forte crescita, con un aumento in valore del 25% sul primo quadrimestre 2020, e che raccontano che il settore è molto vicino al pieno recupero dei livelli prepandemici (-3,6% rispetto ai primi 4 mesi del 2019). A fare la parte del leone in questa ripresa le esportazioni, che rappresentano circa l’80% del totale e vedono in testa alla classifica Europa (Germania, Svizzera, Francia) e Stati Uniti.

I segnali

Esportazioni di marmo che sono una voce importante nell’export nazionale, dal momento che si parla di 715 mila tonnellate di prodotto, tra grezzi, lavorati e semilavorati, e di oltre 531 milioni di euro di prodotto venduto. Ma per il settore non è comunque ancora ora di festeggiare questi segnali positivi. «Si tratta di dati – afferma Filiberto Semenzin, presidente del Verona stone district – che si confrontano con un primo quadrimestre del 2020 che, a causa della pandemia, è stato un disastro. Siamo quasi tornati ai livelli del 2019 e il distretto del marmo e della pietra veronese cresce del 27%, ma è troppo poco per poter dire che il settore è in forte ripresa. Ci conforta che il nostro distretto confermi la capacità di lavorare tutti i tipi di marmo, rispondendo alle esigenze di design e qualità che i mercati mondiali chiedono».

I numeri

Il Verona stone district rappresenta circa 500 aziende comprese nell’ambito geografico di Verona (Valpolicella e Valpantena) e oltre 270 di Vicenza, che si occupano principalmente di taglio, lavorazione modellatura e trasformazione del prodotto lapideo. Circa cinquemila addetti, che soffrono però la forte concorrenza di lavoratori di paesi in forte sviluppo, in mercati quali Cina, Turchia e India. Verona è il primo “operatore” nazionale nell’ambito della lavorazione, taglio e modellatura, in una regione, il Veneto, che è al primo posto per numero di addetti, circa 5.500, in un settore che a livello nazionale impiega circa 35 mila persone.

Le difficoltà

Ma le cose potrebbero comunque andare meglio. «Le imprese hanno difficoltà a reperire materiale estratto sul territorio italiano – spiega Renato Dal Corso, presidente del Consorzio marmisti della Valpantena – perché spesso viene venduto all’estero ad altri trasformatori che successivamente propongono sul mercato internazionale semilavorati e prodotti finiti a prezzi concorrenziali particolarmente aggressivi, grazie a una miriade di minori costi (produzione, burocrazia), creando una situazione di forte indebolimento della competitività del sistema produttivo italiano. Sarebbe importante e utile che venisse garantito che la gran parte del materiale estratto sul nostro suolo avesse l’obbligo di lavorazione in Italia, per dare continuità e occupazione».

La Valpantena è una delle aree che ha più sofferto la globalizzazione, ma che riesce comunque a tenere il mercato con circa 50 aziende grazie al prodotto di pregio, all’attenzione alla materia prima (principalmente rosso e giallo veronese), alla qualità e all’ambiente. Il settore in generale è comunque contraddistinto da aziende piccole, necessità di investimenti e formazione. In questo senso una iniziativa meritoria è quella della “scuola del marmo” aperta a Sant’Ambrogio di Valpolicella.

I big del settore

Tra le società grandi, che si distinguono per capacità operativa ed export, vale la pena di citare la Pizzul, che nella sede di Duino (TS) è la più rappresentativa tra le aziende del Friuli Venezia Giulia, una regione che nel settore del marmo annovera circa 230 aziende e un migliaio di addetti. Per tutte le aziende e gli operatori, a Nordest, in Italia e all’estero, l’appuntamento “clou” è tra un mese a Verona, con la fiera “Marmomacc” che si svolgerà dal 29 settembre al 2 ottobre e segnerà la riapertura in presenza per un settore trainante della nostra economia. —

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