Mestre nuovo polo degli alberghi paga l'incertezza degli scenari Covid

VENEZIA. I grandi investimenti che interessano Mestre sono stati rallentati dalla crisi economica dovuta alla pandemia e l’evidente incertezza per il futuro. Si rallenta ma non risultano cancellazioni di piani di sviluppo edilizio. Neanche per il comparto alberghiero, tra i più penalizzati assieme al turismo con una perdita del 70% di fatturato a Venezia, la città d’arte che parla al mondo.
Lavori a rilento
Così il cantiere per il quinto albergo della Mtk in via Ca’ Marcello, nei terreni dell’ex Immoarea, resta confermato, anche se si lavora a rilento. Gli sviluppatori austriaci (dalla compagine è uscito Ivan Holler) hanno acquisito il terreno vicino al palazzo dei sindacati per costruire il quinto albergo del distretto: sarà un Tribe della catena francese Accor Hotels.
La crisi del turismo a Mestre, a due passi dalla stazione ferroviaria, ha picchiato duro quanto a Venezia. Nel distretto da tremila posti letto ha già chiuso i battenti l’ostello Wombat’s e quello della catena tedesca AO opera a mezzo servizio.
Resiste StayCity con gli appartamenti turistici; non si vede più il via vai di trolley al Leonardo Royal della catena israeliana Fattal e al cinese “7Days” della cinese Plateno. Il settore avrà bisogno di almeno un paio d’anni per riprendersi e l’incertezza vale anche per il progetto di albergo a 5 stelle in pieno centro a Mestre (proponente la Dhotels), che dovrebbe nascere dalla trasformazione completa dell’ex palazzo della Tim di via Carducci. Gli architetti sono gli stessi del museo M9: lo studio Sauerbruch e Hutton con il ruolo di coordinatore affidato a Plinio Danieli.

I prossimi mesi saranno decisivi per capire se l’investimento verrà confermato. Dureranno due anni i cantieri di trasformazione dell’ex Tim, dismesso, di proprietà del fondo Goethe di Sgr Serenissima che la Dhotels deve acquisire. Molto dipenderà da quanto l’investimento verrà ritenuto una certezza dal sistema bancario e dai tempi di rientro dell’esposizione che impegnano il proponente.
Si va avanti con la progettazione nell’area dell’ex Umberto I Alì Spa, della famiglia Canella, si concentra sul lavoro di progettazione su 4 ettari di terreni, da un decennio in abbandono, a 500 metri da piazza Ferretto: si lavora al grande piano per il nuovo supermercato e i nuovi edifici residenziali e direzionali, con un costante dialogo con il Comune.
Il masterplan comprende sei edifici con una torre alta 12 metri e 5 condomini, un supermercato, parcheggi sotterranei e due ettari e mezzo di verde. Investimento da 60 milioni di euro che si innesta su via Circonvallazione, che si è desertificata dopo lo spostamento dell’ospedale, dal centro a Zelarino, e crea un nuovo grande quartiere urbano a pochi passi dalla piazza e dalla fermata del sistema Sfmr in via Olimpia, altro progetto che vedrà la luce nel 2021, dopo decenni di ritardi cronici.
Sfida autentica
Una autentica sfida per la famiglia Canella, proprietaria del marchio dell’alimentare Alì che intende portare nell’area un grande e moderno supermercato, chiudendo quello storico di piazzale Candiani. Il masterplan, per ora un plastico consegnato al sindaco di Venezia, attende di essere discusso dal consiglio comunale. Hanno già scelto di cancellare l’albergo gli investitori della Blo Spa.
Si attende la conferenza di servizi congiunta tra Comune e Regione per avviare i cantieri della torre Venus Venis, a fianco del centro commerciale “Nave de Vero”. Una torre dimezzata non dal Covid ma dalle norme urbanistiche: il via ai cantieri riguarda il primo stralcio con una torre di 45 metri senza albergo e ristorante, votata al commercio con spazi di vendita, artigianato e attività connesse al benessere che diventa una appendice, in altezza, del centro commerciale sulla bretella Romea.
Effetto del limite regionale a massimo 8 mila i metri quadri di commerciale realizzabili. L’altezza è stata dimezzata e il piano economico è stato rivisto.
Le scelte degli investitori
Si attendono segnali dagli investitori coinvolti dal masterplan della stazione, tra Mestre e Marghera, che vale 140 milioni. Incertezza sul fronte Mestre per le torri da 100 metri con alberghi previste al posto del palazzo Ex Poste. Si attendono le scelte dell’investitore tedesco Michael Kluge (ex ad di Ao) e di Ferrovie con Sistemi Urbani.
Da Ferrovie, che deve realizzare anche la stazione ponte, dipende il decollo veloce del grande piano edilizio di via Ulloa a Marghera. Cevid, controllata al 100 per cento da WeBild (Impregilo Salini) conferma la maxi operazione ma attende garanzie da Fs, sulla nuova stazione.
La convenzione urbanistica va firmata entro marzo 2021 con spazi commerciali, ricettivi e direzionali e un grande parco. Ferrovie deve valorizzare poi l’ex scalo merci di via Trento, con nuovi palazzi per case e uffici e cede una fetta di verde al Comune per allargare il parco Piraghetto.—
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